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Samwell Tarly potrebbe essere molto più importante di quanto immaginiamo per il finale di Game of Thrones

Game of Thrones - Samwell Tarly potrebbe essere molto più importante di quanto immaginiamo
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In questo periodo dovrebbe esserci Game of Thrones. Dovrebbe. Ogni anno dal 2010 ad aprile esce Game of Thrones, e sebbene l’anno scorso l’attesa sia stata un po’ più lunga si può comunque dire che sia stata sopportabile. Riuscivamo a vederne la fine quanto meno. Ma quest’anno hanno voluto farci del male e hanno deciso di balzare a pie’ pari il 2018, sorte che condividiamo con i fan di Stranger Things e Peaky Blinders.

Tuttavia, da un certo minuscolo, effimero e snervante punto di vista, noi siamo vagamente più fortunati dei nostri colleghi di sfortuna. Ci possiamo consolare con le congetture, i complotti e tutte le più disparate teorie sull’ultima stagione di Game of Thrones, la sola e grande regina delle Serie Tv (sono in lutto, non contradditemi).

In questa settima stagione, che non ha fatto altro che rimescolare le carte in tavola e aprire una nuova partita volta alla Great War, abbiamo osservato un personaggio la cui funzione in Game of Thrones è sempre stata fondamentale, anche se non era esattamente ovvio spiegarne il perché.

Game of Thrones - Samwell Tarly potrebbe essere molto più importante di quanto immaginiamo

Samwell Tarly è sempre stato il nostro paffutello sfigato a cui ci siamo affezionati fin da subito. Esattamente come per Jon, anche Sam si è ritrovato a crescere e maturare, e a diventare un uomo, con tanto di famiglia al seguito. Ha seguito il suo comandante ovunque, e quando non ha potuto farlo aveva un’estrema fiducia nel fatto che lui sarebbe tornato, perché Jon torna sempre.

Ed è proprio su queste parole che abbiamo confidato per un anno, mentre Jon giaceva morto con una serie di pugnalate nel cuore. Jon torna sempre, e Samwell lo sapeva.

Esattamente come, ormai si sa, Jon Snow non sa un bel niente, Sam, invece, è quello che le cose le sa, ed è questa sua predisposizione alla conoscenza che caratterizza il personaggio. Sam se n’è andato alla Cittadella. Ha abbandonato quella che ormai era diventata la sua famiglia, i suoi amici, ed è partito perché aveva bisogno di sapere sempre più cose, per affrontare la ormai preannunciata Lunga Notte.

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E si ritrova come ogni povero studente universitario che si rispetti, ad avere a che fare con l’amministrazione pubblica, con professori intellettualoidi che non guardano al di là del proprio naso, e a svolgere compiti umilianti e, soprattutto, maleodoranti.

Quando Samwell è arrivato alla Cittadella c’è un dettaglio che non è sfuggito a nessuno di noi: l’astrolabio appeso al soffitto. Forse non ne siamo stati subito sicuri, però quell’astrolabio aveva qualcosa di estremamente familiare, e alla fine l’abbiamo riconosciuto.

L’astrolabio della Cittadella è il medesimo astrolabio che abbiamo visto per ogni singola puntata di ogni singola stagione nei credits iniziali di Game of Thrones. Su quell’astrolabio, che abbiamo visto ma forse mai guardato veramente, è incisa una storia, o meglio la storia di Westeros, a partire dal disastro di Valyria alla venuta dei Targaryen sul Continente Occidentale, sino alla ribellione di Robert Baratheon e alla sua incoronazione.

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È solo una combinazione che quell’astrolabio della sigla di Game of Thrones sia il medesimo astrolabio della Cittadella? E prima che gli scettici rispondano ho un’altra domanda: ci sono mai state “combinazioni” in Game of Thrones?

Le teorie su questo astrolabio sono innumerevoli. per esempio ne esiste una che vedrebbe addirittura una lente di ingrandimento nel medesimo ingranaggio dell’astrolabio della Cittadella, che potrebbe fungere da zoom su una sorta di atlante del continente occidentale, zoom per altro che noi osserveremmo proprio nella sigla.

In ogni modo Sam è qui, alla Cittadella, e, nonostante la gavetta, forse non ha ancora imparato a cogliere tutti i segnali, o forse semplicemente non ne ha avuto il tempo. Dopo la cura miracolosa di Jorah Mormont, entra sempre più nelle grazie dell’arcimaestro Embrose, il quale gli affida il compito di trascrivere diversi manoscritti, che probabilmente sarebbero stati davvero molto utili alla nostra storia, o, per meglio dire, alla sua storia.

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In Game of Thrones non succede niente per caso.

E allora accade che, sotto una pila di libri, Samwell ascolti l’arcimaestro raccontargli del suo progetto di scrivere la Storia della guerra, della caduta e della morte di Robert I. E Sam non si fa troppi scrupoli a esprimere la noia che quel titolo gli suscitava. Ci vorrebbe qualcosa di più poetico.

Some say the world will end in fire,
Some say in ice.
From what I’ve tasted of desire
I hold with those who favor fire.
But if it had to perish twice,
I think I know enough of hate
To say that for destruction ice
Is also great
And would suffice

Questa direi che è sufficientemente poetica, no? È la poesia di Robert Frost che, per stessa ammissione di Martin, ha ispirato le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, alias A Song of Ice and Fire. E se dobbiamo dirla proprio tutta, questo sì che è un titolo poetico.

All’inizio di questa storia, Jon suggerì a Sam di scrivere la loro storia, di raccontare quelle avventure tra i guardiani della notte. E chissà che Sam non prenda seriamente in considerazione questa proposta.

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Ovviamente il suo punto di vista sarebbe inevitabilmente limitato, se non fosse per quella conoscenza che in un modo o nell’altro ritorna più volte nella vita di Sam: Bran Stark, il Corvo con Tre Occhi che tutto sa e tutto vede.

Questa teoria è davvero folle, e assurda, ma non totalmente insensata, fidatevi.

E se fosse dunque Samwell Tarly la controparte letteraria di George R.R. Martin? Il che troverebbe una sorta di conferma anche nel fatto che lo stesso Martin fosse uno sfigatello paffuto che da grande voleva fare il mago (come lo capisco!). E, quindi, se fosse lui che dall’interno e da un futuro/presente ci stesse raccontando le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco? Samwell Tarly in fin dei conti è un sopravvissuto, uno che ha imparato a cavarsela, ed è forse uno dei più positivi personaggi della saga che non fa mai niente di sbagliato, se non sbottare nel momento della più attesa rivelazione di Game of Thrones.

Game of Thrones - Samwell Tarly potrebbe essere molto più importante di quanto immaginiamo

Come abbiamo capito, l’astrolabio della sigla ci racconta una linea temporale, ci racconta della storia prima della storia di Game of Thrones, una storia che, speriamo presto, verrà narrata in uno spin-off. E se dunque questa fosse la chiave di lettura per farci capire che quella che stiamo guardando è una storia raccontata a posteriori?

È probabile che tutto questo castello di carte venga soffiato via da un’eventuale morte di Samwell. Il problema è che lui non morirà, perché è lui che sta raccontando questa storia.

Ma a chi la sta raccontando? Al piccolo Sam? O forse a un piccolo erede al trono nato dall’unione del Ghiaccio e del Fuoco? E se, come moltissime congetture dicono, stesse cantando la canzone del figlio del ghiaccio e del fuoco, suo lord comandante, amico, e re?

Game of Thrones - Samwell Tarly potrebbe essere molto più importante di quanto immaginiamo

E con questi meravigliosi e folli “e se” non possiamo fare altro che divertirci fino all’uscita dell’ultima drammatica stagione di Game of Thrones.

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