Una terra maledetta e martoriata il Nord, come la vita vissuta da Sansa Stark in Game of Thrones. Cresciuta troppo in fretta, con la testa ricolma di favole e principi azzurri, il mondo non è mai stato clemente con lei. Quelle mura, quelle piacevoli e profumate stanze di Grande Inverno, sono un pallido ricordo, ardente nel suo cuore.
In quel ricordo tutta la sua vita si modella. Per quel ricordo Sansa Stark combatte giorno dopo giorno in Game of Thrones. Una bambina di undici anni strappata dalle sue convinzioni e costretta, nella sua innocenza, a subire atroci sofferenze. Lontano dalla casa, lontano dalla famiglia.
Una famiglia che viene completamente massacrata. Uno dopo l’altro cadono per difendere l’onore e la gloria del proprio nome. Una casa che perde di solidità e diviene sfumata, lontana, poco più di un frammento a cui aggrapparsi con disperazione. Una terra di lacrime e dolore il Nord. Una terra in cui tutti hanno perso, in cui la speranza sembra aver abbandonato quelle fredde e innevate lande.
In questo triste panorama, Sansa Stark resiste e a sua insaputa diventa forte, un macigno in grado di cambiare le sorti del mondo. L’eterno ritorno a casa di una bambina divenuta donna.
E chi vuole rimanere, ma come fa?
Ha le mani legate come Andromeda
Qua ogni rapporto si complica
Come quello di Washington con Teheran
Ned Stark è costretto a trasferirsi ad Approdo del Re dopo la sua nomina a primo cavaliere, portando via con sé Sansa e la sorella Arya (eccovi un’affascinante teoria su questo personaggio mastodontico). Jon Snow si dirige alla barriera per indossare il nero con suo zio Benjen. Una terra che sembra respingere i suoi regnanti, per un fine più grande, sconosciuto a tutti: a Sansa, agli spettatori e a tutta Westeros. Responsabilità in superficie, la gloria della patria in profondità.
Per ottenere questa gloria, il mondo si deve macchiare del sangue dei suoi amici e nemici. Si deve macchiare dello stesso sangue di Sansa Stark che un bel giorno sporcherà le lenzuola della sua camera, ormai “donna” e ancor più fragile agli occhi di chi la desidera e le vuole fare del male. Un terrore che si insinuerà in ogni anfratto della sua psiche, come una macchia che si impadronirà di lei e la consumerà dentro. Eppure l’anima no, resterà sana e intatta. Le procurerà i giusti strumenti per combattere e uscire vincitrice.
La gente è sola, beve poi soffoca come John Bonham
La gente del Nord in Game of Thrones non ha di fatto più un regnante, sopravvive nel caos più totale. È sola e disperata, proprio come Sansa Stark. E se è vero che il destino dei popoli è sempre legato ai suoi Lord, allora la sofferenza è medesima. Un cammino lungo, tortuoso, che non farà sconti a nessuno.
Il cammino di Sansa inizia con le torture di Joffrey e la testa decapitata di suo padre in bella vista nelle strade di Approdo del Re. Prosegue verso più matrimoni: con Tyrion (un personaggio che è cresciuto a dismisura in queste otto stagioni), umiliati da tutto il regno e con Ramsey Bolton, il sadico figlio del lord responsabile del massacro di Robb alle Nozze Rosse. In mezzo a questo abisso infernale è successo altro, molto altro. Rapita, incarcerata, illusa, usata da Ditocorto e stuprata più volte. Sansa Stark in Game of Thrones è il grido straziante della sconfitta che supplica pietà e urla vendetta.
E poi se ne vanno tutti, da qua se ne vanno tutti
Non te ne accorgi ma da qua se ne va vanno tutti
Non è rimasto più nessuno a Malinconia. Una terra per troppo tempo divisa e combattuta tra più padroni. Senza uno scopo e senza una guida. Un vasto e ricco territorio, forse il più importante dei Sette Regni, ridotto a un misero campo di battaglia.
Theon Greyjoy prima e Ramsey Bolton dopo, Malinconia ha perso la sua forza, la sua identità e il suo splendore. Ma non tutto è perduto, l’albero degli antichi Dei ancora chiama il nome dei suoi regnanti, in silente attesa protegge Sansa Stark e il suo ritorno.
Goodbye Malinconia
Tutti se ne vanno da Malinconia, ma lei no. Lei combatte con le unghie e con i denti per poter tornare nella sua casa. Nel suo paese. Come una leonessa trasforma il suo apparente addio alla terra natale in un arrivederci. Un lungo arrivederci che dura una vita, ma con un solo scopo: tornare più forti e splendenti di prima.
Con questo saluto al Nord, Sansa Stark abbandona Malinconia da vittima e torna da regina, lontana dai Sei Regni e tutto il dolore che hanno portato con sé. Nessun altro oltre lei: Arya Stark si dirige alla scoperta del mondo, Jon Snow torna alla barriera e Bran diventa il nuovo sovrano di Westeros.
Solo lei, il suo popolo e quel profumo indimenticabile di una terra che per tanto, troppo tempo ha atteso il suo rientro e la gloria che meritava. Perché solo chi si batte con sacrificio per tutto ciò che ha di più caro al mondo ottiene il favore degli Dei.
Goodbye, Malinconia.