Nei meandri della serialità moderna, grazie anche e soprattutto a budget sempre più elevati in questo ambito, che ormai definire cinematografici sarebbe riduttivo, ci sono alcune serie tv che, principalmente per motivi di ambientazione storica o geografica, sono state realizzate con un mirato lavoro sull’elemento scenografico e una precisa e attenta cura ai dettagli. La scenografia, oggigiorno, è sempre più parte integrante della narrazione: questa è in grado di rivolgersi allo spettatore, per ammaliarlo, sedurlo e raccontargli un aspetto della storia per cui le parole, da sole, non basterebbero. Nella seguente lista troverete principalmente serie in costume, come Game of Thrones o The Crown, ovvero serie che, grazie a un abile uso degli elementi scenografici, sono in grado di trasportare il pubblico indietro nel tempo; ma la scenografia non è un aspetto che riguarda soltanto serie e film di questo tipo, anzi, oramai è sempre più centrale, perché in grado più di tanti altri elementi di conferire un’identità ben precisa al prodotto finale. Andiamo, dunque, ad analizzare alcune delle principali serie che fanno della scenografia uno dei propri punti di forza.
1) Game of Thrones
Non potevamo non aprire questa lista con la serie che, più di tutte, ha costruito il proprio successo su scenografie maestose e ambientazioni mozzafiato: Game of Thrones. La scenografia della serie basata sui romanzi di R.R. Martin, è stata curata da un team di professionisti capaci di realizzare mondi completamente diversi l’uno dall’altro: dalle fredde terre del Nord fino alle esotiche città dell’Est di Westeros, Game of Thrones ha fatto innamorare tutti; basti pensare a Winterfall, la dimora della Casa Stark, rappresentata come un antico castello situato in mezzo a paesaggi nordici e perciò glaciali, caratterizzata da un’atmosfera cupa e malinconica; ma anche King’s Landing, che trasuda tutta la maestosità e la sontuosità di una capitale medievale, e le città libere di Essos, ricreate con influenze architettoniche arabe e orientali, tra mercati affollati e maestosi templi. Ultimo, ma non per importanza, il lavoro fatto su Dragonstone, la casa dei Targaryen, rappresentata come una fortezza imponente e invalicabile. Si potrebbe parlare per ore e ore degli incredibili luoghi che abbiamo visitato grazie a Game of Thrones, ma non basterebbe per elogiare l’enorme sforzo fatto per la realizzazione della serie. Game of Thrones, dal canto suo, ha vinto numerosi premi e riconoscimenti proprio per il lavoro svolto nello studio e nella realizzazione delle scenografie, che hanno avuto un ruolo essenziale nel trasportare gli spettatori in quel di Westeros.
2) Stranger Things
Anche Stringer Things entra di diritto in questa lista, e noi vogliamo omaggiarla per averci fatto rivivere le mitiche ambientazioni degli anni Ottanta e scoprire le cupe atmosfere del Sottosopra. Il mix tra mistero, fantasy e retrò si è dimostrato un cavallo vincente per la serie creata dai fratelli Duffer, tanto da causare una vera e propria mania, tra i fan, i relazione ai luoghi di Stringer Things. La città immaginaria di Hawkins, situata in Indiana, è il cuore della narrazione: la scenografia ricrea perfettamente l’atmosfera di un piccolo borgo americano degli anni Ottanta, tra strade alberate, villette suburbane e, soprattutto, il mitico centro commerciale, autentico punto di riferimento per i giovani di quel tempo; lo Starcourt Mall, a partire dalla terza stagione, diventa un punto di riferimento visivo fondamentale, grazie a una scenografia che ricalca impeccabilmente l’estetica di quegli anni nei centri commerciali statunitensi, con i colori vivaci dei vari negozi cult e le sale giochi arcade. A fare da contraltare c’è poi il Sottosopra: una dimensione alternativa, un luogo oscuro e fatiscente popolato da creature mostruose e caratterizzato da una continua sensazione di oppressione. Stranger Things, nonostante per molti si sia un po’ persa per strada a livello narrativo (come per l’ultima stagione di Game of Thrones, del resto), resta una serie rivoluzionaria dal punto di vista scenografico, promotrice, insieme a poche altre, del ritorno al gusto per il passato.
3) Peaky Blinders
Ci spostiamo in Inghilterra, dove in realtà torneremo a più riprese in questa lista, e più precisamente nei cupi sobborghi della Birmingham di inizio Novecento. Peaky Blinders deve una buona parte della sua fama all’incredibile lavoro svolto sulla ricostruzione di un ambiente unico, quello delle città inglesi di inizio secolo scorso. Birmingham è l’anima di Peaky Blinders, città natale della famiglia Shelby, nonché centro nevralgico dei suoi affari e traffici illegali. I principali luoghi d’interesse della serie, in termini scenografici, sono sicuramente le polverose vie tra le fabbriche e il porto di Birmingham, caratterizzate da fuochi, ceneri e fumo, tutti elementi che rappresentano al meglio l’anima cupa e oscura della serie. Ma c’è un aspetto legato alla scenografia che ha davvero pochi eguali in ambito seriale: i costumi. Già, perché Peaky Blinders è stata in grado di riportare in auge lo stile da perfetto gentleman inglese di inizio secolo scorso, creando una vera e propria moda tra i fan della serie e ispirando molte icone di stile (un certo David Beckham ha omaggiato la serie a suo modo), grazie all’iconico cappellino e all’elegante abito scuro completato da gilet e orologio da taschino. La serie, già di per sé amata da milioni di fan, ha dato il via a un vero e proprio fenomeno culturale.
4) Westworld
Passiamo ora a tutt’altro immaginario: Westworld, serie televisiva ideata da Jonathan Nolan e Lisa Joy, è una serie ambientata in un parco a tema futuristico, in cui i visitatori possono immergersi in un mondo simulato abitato da androidi e caratterizzato da una fusione tra tecnologie futuristiche e ambientazioni western. Il parco Westworld è realizzato sulla fusione di due mondi completamente opposti e distinti: il parco comprende una vasta pianura, i classici saloon e le montagne che si affacciano su sconfinate distese desertiche e canyon rocciosi, tutti elementi di richiamo all’immaginario western. Il contrasto che si va a creare tra realtà e simulazione è uno dei punti cardine della serie: l’esatto opposto lo ritroviamo nei laboratori e centri di controllo, che rappresentano il lato tecnologico e futuristico del parco; tali luoghi racchiudono le varie caratteristiche dell’immaginario scifi, tra superfici metalliche, labirintici corridoi, luci fredde e macchinari ipertecnologici. La scenografia di Westworld, dunque, è unica e degna di nota proprio per la sua capacità di fondere due scenari completamente opposti e farli coesistere in armonia, ritagliandosi uno spazio di assoluta innovatività nel panorama seriale internazionale.
5) The Crown
Come promesso, vi riportiamo in Inghilterra, ma stavolta per un viaggio molto più lungo, lussuoso e storico che ricopre quasi interamente il Novecento. The Crown, in ambito scenografico, è probabilmente, insieme a Game of Thrones, la serie per eccellenza. La serie racconta la vita e il regno della regina Elisabetta II del Regno Unito, oltre che la storia moderna della monarchia britannica; la scenografia di The Crown gioca un ruolo di primo piano per la riuscita della serie: il racconto delle lussuose e opulente location, tra Buckingham Palace, il Castello di Windsor e via discorrendo, è il principale biglietto da visita per catturare l’attenzione dei fan. Chi ama la storia, e più in particolare quella della famiglia reale inglese, resterà estasiato di fronte alla visione dettagliata di mobili, tessuti e opere d’arte che si riversano a volontà tra i lunghi corridoi dei luoghi reali. Non solo, perché grazie a The Crown si può sbirciare anche nei salotti politici inglesi e internazionali, esplorando le ricostruzioni di location storiche come la Casa Bianca. La scenografia di The Crown, insieme a quella di Game of Thrones, ha fatto e farà scuola a molti, e rappresenta più di qualsiasi altro elemento, l’anima della serie.
6) Penny Dreadful
Eccoci nell’ultima tappa del nostro viaggio in Inghilterra per questa speciale lista di serie tv dal comparto scenico davvero notevole. È la volta di Penny Dreadful, serie televisiva creata da John Logan e trasmessa dal 2014 al 2016. La scenografia di questa serie ha svolto un ruolo fondamentale nel trasportare gli spettatori nell’oscura ambientazione vittoriana e nel mondo del soprannaturale in cui la trama trova il proprio svolgimento. Viste le tematiche di Penny Dreadful, l’ambientazione vittoriana va a braccetto con temi gotici e oscuri: le strade di Londra trasmettono allo spettatore un immediato senso di inquietudine, che ben si sposa con la natura sovrannaturale e cupa della trama; a rincarare la dose, troviamo poi i macabri dettagli dei laboratori scientifici, contenitori di oggetti misteriosi, ma anche i luoghi d’incontro in cui i sinistri personaggi di Penny Dreadful interagiscono tra loro. Il binomio horror in costume è in realtà molto diffuso, siprattutto per quanto riguarda le serie ambientate in epoche passate; Penny Dreadful si fa dunque rappresentante di una tipologia di prodotto vincente, che sfruttando caratteristiche simili non può che partire con un punto in più.
7) The Handmaid’s Tale
The Handmaid’s Tale una delle serie tv più rivoluzionarie degli ultimi tempi, sia per le varie tematiche che riprende dal romanzo omonimo di Margaret Atwood, sia per il disturbante e contorto immaginario che va a ricreare. Anche in questo caso, la scenografia svolge un ruolo fondamentale nella serie, sia in termini di location che di costumi, contribuendo in prima persona a creare l’atmosfera cupa e opprimente del mondo distopico in cui si svolge la storia. La serie è ambientata in una società totalitaria chiamata Gilead, in cui le donne sono sottomesse e considerate proprietà dello Stato; è qui che la scenografia prende attivamente parte al racconto, riflettendo questo senso di oppressione attraverso l’uso di colori cupi, toni freddi e ambienti spogli e inquietanti, che richiamano l’era vittoriana e del puritanesimo. Uno degli elementi più riconoscibili della scenografia è il costume delle ancelle: i loro abiti rossi distintivi e cappelli bianchi contribuiscono a creare un contrasto visivo forte con l’ambiente circostante, simboleggiando una posizione di sottomissione, ma anche contribuendo a regalare alla serie un’identità ben precisa. Un altro aspetto fondamentale dell’esemplare uso della scenografia in The Handmaid’s Tale, è rappresentato dal simbolismo religioso, che ritorna continuamente e che conferisce ulteriore valore al senso di straniamento di fondo.
8) The Mandalorian
The Mandalorian è una serie televisiva ambientata nell’universo di Star Wars, e una delle sue caratteristiche distintive è proprio l’impressionante scenografia, che ha alzato l’asticella nell’industria televisiva, introducendo l’utilizzo innovativo di tecnologie avanzate; infatti, la scenografia di The Mandalorian si basa principalmente su una tecnica chiamata StageCraft, o Volume, un sistema che combina la proiezione in tempo reale di sfondi digitali ed elementi fisici reali, creando un ambiente immersivo in cui gli attori possono muoversi e recitare. In soldoni, non potendo affidarsi a location reali e anziché dipendere principalmente da effetti visivi aggiunti in post-produzione, la serie utilizza schermi LED enormi e curvi che circondano il set e che proiettano ambientazioni digitali altamente dettagliate e realistiche, in grado di reagire in tempo reale ai movimenti della telecamera. Sono dunque gli stessi attori a ritrovarsi in un ambiente già fatto e finito, che consente loro di immergersi completamente nella narrazione, ottenendo risultati ben più realistici. Tale approccio all’uso della scenografia ha consentito non solo di risparmiare tempo e denaro alla produzione, ma è stato utile anche in termini di coerenza visiva e autenticità del risultato finale. The Mandalorian ha reso possibile portare sul piccolo schermo l’atmosfera epica dell’universo di Star Wars accontentando anche i più scettici fan di lunga data, almeno dal punto di vista visivo.
9) American Horror Story
La serie tv antologica American Horror Story, è considerata un autentico cult dei nostri tempi, e anche in questo caso, l’uso della scenografia contribuisce da vicino alla fama di cui gode lo show di punta di Ryan Murphy. Ogni stagione della serie presenta una storia e un cast diversi, sempre con ambientazioni e temi unici: la scenografia gioca sempre un ruolo cruciale nello scacchiere a disposizione dell’autore, consentendo al pubblico di immergersi nelle tonalità cupe e disturbanti della serie. Anzi, diciamo che in American Horror Story, è proprio la scenografia a dettare le regole del gioco: la prima stagione è intitolata Murder House, e l’ambientazione è quella della più classica casa infestata da spiriti, tra decadenza e mobilio d’epoca vittoriana (decisamente l’epoca più in voga per questo tipo di prodotti); altre stagioni, come Asylum e Hotel, riprendono le atmosfere cupe di alcuni dei luoghi storicamente più macabri, in cui sono ambientate le più tipiche storie dell’orrore, aspetto che consente al pubblico un immediato riconoscimento. American Horror Story è nota per i suoi temi audaci e disturbanti, che vanno a braccetto con l’uso che si fa degli elementi scenografici; degno di nota è il fatto che gran parte dei set siano stati costruiti in studio, e dunque ci sia stata la necessità di un lavoro molto dettagliato per la ricostruzione di certi ambienti.
10) Black Mirror
Concludiamo questa particolare lista con un’altra serie antologica ormai annoverabile tra i cult moderni: Black Mirror. La serie di Charlie Brooker, nota per esplorare le implicazioni negative della tecnologia nella società moderna, fa un abile uso dell’elemento scenografico, che più di qualunque altro trasmette l’atmosfera distopica e disturbante della serie. La scenografia di Black Mirror si adatta a ambienti e epoche diverse, prendendo per mano lo spettatore in un viaggio unico, attraverso l’uso di colori e luci riconducibili a un immaginario futuristico; si passa da elementi minimalisti e scenografie sterili e asettiche a tonalità color pastello e ambientazioni colorate e luminose, tutte frutto dell’immaginario disturbante della serie. La scenografia, in questo caso, duetta con i personaggi, che si ritrovano ad essere vere e proprie vittime dell’ambiente circostante: gli episodi esplorano la dipendenza dalla tecnologia e la conseguente disumanizzazione che ne deriva; ne giovano così tematiche come la perdita della privacy, la sovraesposizione mediatica e altri problemi dovuti all’eccessivo uso della tecnologia. Black Mirror si immerge in mondi stilizzati in cui la scenografia ricrea perfettamente l’atmosfera di cui ogni episodio necessita, tramite l’uso di colori, oggetti e dettagli architettonici ben specifici.