Theon Greyjoy, per metà uno Stark di Grande Inverno, per l’altra un Greyjoy delle Isole di Ferro. Per metà legato al “ciò che è morto non muoia mai“, per l’altra a “l’inverno sta arrivando”. Diviso, lacerato, strappato in due, ma quasi tutti dimenticano che Theon conserva anche una terza parte nascosta nella sua anima: quella legata a se stesso. Arriverà a comprenderla dopo moltissimo tempo, dopo tanti sbagli e occasioni perdute, ma la capirà profondamente, comprenderà che oltre agli Stark, oltre ai Greyjoy, lui è semplicemente e innanzitutto se stesso: Theon, e da quel momento in poi è a lui stesso che dovrà far fede, alla sua coscienza e a ciò che lo rende l’uomo che è. Ma andiamo per gradi.
Theon è l’erede di Balon Greyjoy, lord delle Isole di Ferro ed è così che vive la sua vita per 10 anni: godendo di tutto ciò che comporta essere l’erede maschio di un lord del Continente. Ma dal decimo anno di età la vita di Theon cambia drasticamente, perché viene catturato da Eddard Stark e portato a Grande Inverno, dove passerà quasi tutto il resto della vita. Theon, a Grande Inverno, nella casa del nemico, avrebbe avuto senz’altro un ruolo marginale da schiavo di guerra, da servitore considerato feccia, come del resto accadeva in moltissime altre realtà del Continente. Ma questo non accade, perché il lord di Grande Inverno è un Lord con la lettera maiuscola, uno di quelli per cui il vero onore non si guadagna soltanto in battaglia ma anche dimostrando magnanimità verso il prossimo, specie se quel prossimo è un bambino di 10 anni. Eddard Stark infatti fa proprio questo, prende il piccolo Theon sotto la sua ala protettrice e lo cresce come fosse un figlio, assieme ai suoi altri e 5 riconosciuti – Robb, Sansa, Arya, Bran e Rickon – e al suo figlio bastardo, John Snow.
È qui che il giovane Theon cresce con gli Stark, affezionandosi a loro come se fossero, di fatto, la sua famiglia. È normale che Theon, data la sua storia, non fosse considerato uno Stark al 100%, da nessuno, nemmeno da Eddard, ma ciò che colpisce al cuore è quanto si sia creato un legame così forte tra di loro nonostante questo. Tra tutti i fratelli, però, sarà solo Robb a occupare uno spazio speciale dentro Theon, qualcosa che va al di là della fratellanza, un sentimento di stima profonda, una considerazione di lui così alta da stimolarlo ad essere un uomo migliore per potergli anche solo assomigliare. Robb infatti è il primogenito di casa Stark, il futuro lord di Grande Inverno: un giovane nel pieno delle forze, bello, intelligente, in gamba, intraprendente, e con il passare del tempo, Theon, diventerà il suo arciere personale pronto a servirlo. Si ritroverà persino ad essere geloso del rapporto che Robb ha con i suo fratellastro, Jon Snow, un rapporto di totale amore fraterno, nonostante John fosse il figlio bastardo di suo padre.
Theon, così, dona la sua fedeltà a Robb e alla famiglia Stark; come dimenticare infatti quando salva la vita al piccolo Bran da poco paralizzato? Con l’arco e la sua mira infallibile colpisce in pieno uno dei Guardiani della Notte che aveva tentato di uccidere il piccolo Stark. Questa sua caratteristica protezione verso Bran – e mille altre opere di bene che Theon fa per la sua famiglia – convince Robb a fidarsi ciecamente di lui, senza se e senza ma.
Theon non lo appoggia solo a Grande Inverno ma anche e soprattutto nel momento del bisogno, quando combatte al suo fianco nella battaglia del Bosco dei Sussurri, mentre Eddard Stark era stato fatto prigioniero ad Approdo del Re. E ancora, è al suo fianco quando lo vede trionfare e salire al trono come nuovo re del Nord. Un momento epico, solenne, che vede Robb Stark iniziare quello che, in quel momento, appariva come un radioso futuro. Ebbene anche in quell’occasione Theon è dalla sua parte, festeggia con lui e non lo abbandona neanche per un istante, così Robb, forte di questo, gli chiede aiuto per segnare un’importante punto sul tabellone della vittoria, forse quello più importante: l’appoggio al Nord da parte delle Isole di Ferro, casa natia di Theon. Il giovane accetta immediatamente di aiutarlo e così torna in patria dopo tutta una vita ma vi torna cresciuto, da uomo adulto, senza trovare ciò che invece si aspettava.
Ma perché Theon tradisce Robb? Quali sono le sue più profonde ragioni per commettere uno dei tradimenti che più ci ha fatto male in Game of Thrones?
Per comprendere a pieno il tradimento di Theon bisogna capire che il suo ritorno a casa lo colpisce lì dove gli fa più male: nella sua stessa esistenza.
Sente di essere diventato finalmente un uomo, un ottimo arciere, un soldato capace di fare la differenza in guerra, addirittura un grande consigliere, che è riuscito a stare accanto persino al re del Nord donandogli preziosi consigli. Credeva che suo padre, dopo anni di assenza, lo accogliesse a braccia aperte fiero di quello che era diventato, che sua sorella, avendolo nuovamente nella sua vita, vedesse l’uomo che era e se ne vantasse magari con tutte le ladies sue amiche. Credeva che il popolo delle Isole di Ferro lo acclamasse come principe rientrato in patria gridando a gran voce: “ciò che è morto non muoia mai!”. Tutto questo non accade. E non solo non accade, ma Theon vede sgretolarsi completamente sotto gli occhi ogni certezza che aveva in quel momento, osservando l’esatto contrario: suo padre lo rinnega accusandolo di non essere tornato in patria appena ne avesse avuto l’opportunità, la sorella lo disprezza e vorrebbe lei stessa il trono al posto suo, e il popolo delle Isole di Ferro non lo considera affatto il proprio principe bensì un vigliacco codardo.
Theon credeva di essere un tipo di uomo e scopre invece, a sue spese, di essere l’unico a vederlo.
È per questo che tradisce Robb Stark: delusione, rabbia, risentimento, frustrazione, senso di inferiorità. Per questo decide di aiutare suo padre a trionfare al posto del Nord, per questo guida le truppe in guerra e riesce, grazie proprio al fatto che non ci sia né Robb né sua madre, a conquistare con il suo esercito Grande Inverno. Theon è accecato dalla sete di potere, accecato dal desiderio assoluto di dimostrare agli altri chi poteva diventare. Desiderio che lo ha portato verso il baratro e poi spinto violentemente al suo interno.
Il suo baratro ha un nome e cognome: Ramsay Bolton (ex Snow). Il futuro Signore di Forte Terrore, infatti, si impossessa inaspettatamente di Grande Inverno e rende Theon suo prigioniero. Da questo momento inizia per lui un periodo a dir poco terribile, nel quale subirà da Bolton un vero e proprio lavaggio del cervello, un addomesticamento a tutti gli effetti, che lo renderà schiavo ubbidiente non solo fisicamente ma soprattutto mentalmente. Un annichilimento totale. Theon perde completamente se stesso, convincendosi di essere nient’altro che il nulla cosmico, al servizio del suo padrone. Lui aveva tradito Robb, lui aveva abbandonato gli Stark. Aveva nuovamente deluso suo padre, le Isole di Ferro e ogni singolo abitante. Si sentiva dunque di valere zero. Bolton lo tortura nelle maniere più degradanti che ci possano essere, lo scuoia vivo, lo frusta, gli taglia pezzi del corpo. Una violenza inaudita che, a volte, finisce addirittura per infastidire i sensi dello spettatore più coraggioso.
Theon aveva tradito tutti gli Stark, si era impossessato di Grande Inverno, deluso profondamente chi amava. E tutto questo per cosa, esattamente? Uno dei momenti più tragici di Game of Thrones.
Nel frattempo c’è qualcuno della famiglia Stark che torna a casa a Grande Inverno, e non lo fa da membro degli Stark bensì da Signora Bolton: Sansa Stark, moglie devota di suo marito. Ramsay si rivela essere un marito tanto ignobile quanto lo era da aguzzino e così Sansa vivrà il periodo più brutto della sua vita, tra violenze e soprusi.
Sansa, non appena vede Theon, prova lo stesso disgusto che ha avuto nello sposare Ramsay. Quello che fino a poco tempo prima era stato per lei come un fratello, adesso aveva tradito tutta la sua famiglia, e ora osava addirittura rivolgerle la parola, salutarla, chiamarla per nome. Non poteva certo accettarlo. I primi momenti vissuti assieme a Grande Inverno, tra i due, sono stati come conveniva la circostanza: Theon lo schiavo e Sansa la lady, niente più e niente meno. Ma Theon sapeva bene cosa significasse essere vittima di Bolton, incassare le sue violenze e seppellirle nell’animo, quindi iniziò a divampare in lui un fuoco che pian piano crebbe coraggioso e silenzioso. Non era giusto che fosse proprio Sansa – per lui la sua vera sorella, più che quella di sangue – a subire tutto ciò.
Prenderà così coraggio nel riconoscersi nuovamente l’uomo che è.
Aiuterà Sansa a scappare e lei finalmente riuscirà a perdonarlo comprendendo il suo pentimento e l’amore autentico che le dimostra. Sansa ora è libera, una donna libera e forte, pronta a essere la regina del Nord.
Anche Jon riuscirà a perdonare Theon ma, per l’appunto, solo ed esclusivamente perché ha messo in salvo sua sorella dal mostro Ramsay Bolton. Come dimenticare infatti quella scena iconica di Game of Thrones dove Theon sbarca sulla terra ferma e Jon gli va incontro infuriato prendendolo alla gola? L’unico motivo per il quale non lo ammazza – gli dice – è perché grazie a lui Sansa è viva.
Theon Greyjoy: una frattura nell’anima. Qualcosa che lo ha lacerato fino alla fine ma che nella stessa fine lo ha reso consapevole della cosa più importante: il proprio valore. Ha iniziato la sua storia servendo gli Stark e la finisce allo stesso modo: servendo gli Stark, salvando la vita di Bran e permettendogli di compiere il suo destino. In un impeto di coraggio, infatti, si lancerà verso il Re della Notte che lo trafiggerà con la sua stessa lancia. Theon, cadendo a terra, morirà di lì a poco.
Vissuto grazie agli Stark, morirà per loro ma soprattutto morirà uno di loro, come dimostra il gesto di Sansa nel giorno del suo funerale.
La Regina del Nord infatti, con il viso solcato dalle lacrime, appunterà sul corpo morto di Theon una spilla con sopra raffigurato lo stemma della casa Stark. Un messaggio chiaro che dice esplicitamente un’unica cosa: “Sei uno di noi, fratello”.