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Non prendiamoci in giro: la sola priorità assoluta del film di Game of Thrones è mettere a posto il finale

Un'immagine di Arya Stark nel finale di Game of Thrones
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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sul finale di Game of Thrones.

Alla fine è successo davvero. Dopo anni di rumors e di speculazioni incontrollate, l’annuncio è arrivato: a cinque anni dal famigerato finale di Game of Thrones, la saga continuerà con un film. Nel momento in cui vi scriviamo, non si sa pressoché niente: il progetto è stato confermato dalle fonti principali, HBO inclusa, ma i dettagli latitano parecchio. Non si sa chi verrà coinvolto né, tantomeno, di cosa si tratterà esattamente. Un prequel?

Un sequel? Un midquel? Un interquel? Boh. Negli ultimi giorni, tuttavia, è emersa un’informazione che potrebbe dire tanto a proposito del film in arrivo: secondo quanto riportato dallo stesso George R.R. Martin, storico autore della saga di Game of Thrones, lo scrittore avrebbe incontrato Maisie Williams, interprete di Arya Stark.

“Ho incontrato Maisie Williams per una pizza e della pasta, e ne abbiamo parlato… beh, no, meglio non parlarne, non voglio portare sfortuna. Ma potrebbe essere molto divertente”, ha scritto Martin sul suo blog.

Due righe, più che sufficienti per dare un’indicazione che sembra piuttosto chiara: il film di Game of Thrones potrebbe avere lei come protagonista. E a quel punto, sarebbe semplice unire i fili: si tratterebbe di un sequel nel quale Arya porterebbe avanti il percorso evocato nel finale di serie, viaggiando nelle terre ignote al di là di Westeros ed Essos per vivere nuove emozionanti avventure. Ma basterebbe questo per placare lo scetticismo dei fan? Beh, dipende.

Arya Stark in un'immagine del finale di Game of Thrones
Credits: HBO

Si parla del progetto da anni. Fin dai mesi turbolenti che seguirono al controverso finale di Game of Thrones.

Prima degli annunci di prequel poi non andati in onda e di altri che hanno poi visto la luce (House of the Dragon in primis), una delle voci più insistenti aveva puntato sull’idea di incentrare un sequel intorno alla figura carismatica di Arya Stark. Il progetto, sulla carta, aveva tutto il senso di questo mondo: la sua figura, trait d’union ideale per connettere il pubblico di Game of Thrones a quello di uno spin-off, avrebbe permesso di esplorare le terre ignote andando ad ampliare l’immaginario comune su un mondo variegato, molto meno circoscritto alle dinamiche di Westeros ed Essos di quanto si possa pensare.

Il suo personaggio, centrale nelle ultime stagioni di Game of Thrones, ha la personalità giusta per reggere un intero show, e porta con sé un’identità fondamentale: è stata lei a uccidere il Night King. Allo stesso tempo, il concetto stesso di sequel permetterebbe di mettere a posto alcune delle numerose cose che sono andate storte nel finale di Game of Thrones, e qui si arriva al punto che più ci interessa in questo momento: tutti i pensieri del grande pubblico, deluso dalle ultime stagioni, vanno in quella direzione. E continuano ad andare in quella direzione dopo cinque anni.

Basta dare un’occhiata ai numerosi commenti scritti nelle ultime settimane, per rendersene conto.

Al di là dell’interesse generato dai prequel e dai progetti in arrivo, i fan sono ancora scottati dalla gestione deficitaria degli ultimi capitoli di una delle migliori serie tv del decennio. Proprio per questo, sono scettici a proposito dell’opportunità di andare al cinema per guardare un film che non coinvolga una qualche rettifica, o almeno una “ristrutturazione” del finale zoppicante. A ragione o meno, sentono puzza di bruciato. E proprio per questo abbiamo optato per un titolo tanto netto: l’idea di un sequel “riparatorio” non è solo un’idea, è una priorità assoluta.

Arya Stark uccide il Night King nell'ottava stagione di Game of Thrones
Credits: HBO

Ma, allora, dove si spera che vada a parare il possibile sequel?

Già detto della validità di un eventuale progetto che veda coinvolto direttamente il personaggio di Arya in un capitolo ambientato nei mesi (o gli anni) successivi agli eventi raccontati nel finale di Game of Thrones, ci sarebbe un presupposto chiave da considerare. Visto che uno dei punti più discussi delle ultime puntate aveva riguardato l’opportunità di “assegnare” ad Arya l’eliminazione del Night King, sconfessando così decenni di profezie che il fandom aveva esplorato e analizzato in ogni modo possibile, sarebbe fondamentale offrire una maggiore solidità alla sua figura leggendaria, garantendo una coerenza tra quello che era stato evocato nel tempo e quello che poi è successo.

In sostanza, il film di Game of Thrones dovrebbe porsi l’obiettivo di dare una motivazione solida al perché le profezie abbiano portato in una direzione che ha poi coinvolto Arya Stark.

Un’impresa difficile, ma non impossibile. Se da un lato esistevano alcune timide connessioni tra la giovane ragazza e le profezie (in particolare, se si ripensa alle parole di Melisandre che sembravano aver dato un’indicazione in quel senso), dall’altra è evidente che sarebbe stato (molto) più logico andare verso Jon Snow o Daenerys Targaryen (se non entrambi).

C’è da dire, d’altro canto, che si dovrebbe capire una volta per tutte quanto Martin fosse stato coinvolto nella decisione.

Pur non essendo stato attivo nella produzione di Game of Thrones dopo la quarta stagione, si era parlato di alcune sue indicazioni sulle linee guida principali da seguire per portare avanti una trama ormai orfana da tempo dei suoi libri. Di conseguenza: era stato lui a stabilire che fosse Arya a uccidere il Night King? Oppure fu un’iniziativa indipendente di Benioff e Weiss, showrunner della serie? C’è da ricordare, inoltre, un elemento chiave: per ora, il Night King non esiste nei libri di Martin. E forse non esisterà mai.

Il dubbio rimane, anche a distanza di anni. Con una certezza: l’incontro tra George R.R. Martin e Maisie Williams, improntato con ogni probabilità su un progetto che potrebbe riguardare proprio il film, offrirebbe l’opportunità di esplorare meglio il personaggio, anche a posteriori. Per intenderci: cosa succederebbe, per esempio, se si dimostrasse (in qualche modo) una qualche discendenza Targaryen di Arya? Sarebbe complesso e il rischio di forzare le cose per dare un senso a un’evoluzione di trama (apparentemente) insensata sarebbe altissimo, ma se fosse Martin a metterci mano si potrebbe evocare l’ipotesi con maggiore tranquillità.

A quel punto, l’idea del film assumerebbe una dimensione completamente diversa.

L’esperienza con House of the Dragon, d’altronde, ha certificato la centralità delle profezie ancora più di quanto abbia fatto Game of Thrones, e permetterebbe di rivalutare a posteriori alcune discutibili evoluzioni del finale. Alcune, tra le più importanti in assoluto: non sarebbe poco, per la situazione creatasi. Solo alcune, però: visto che gran parte dei problemi rimarrebbero e si potrebbero risolvere solamente con un reboot delle ultime stagioni, opzione pressoché impossibile e nemmeno auspicabile (al di là del gradimento o meno delle stesse), dovremmo accontentarci di questo. Sarebbe sufficiente, tuttavia, per offrire ai fan parte di quello che vorrebbero davvero da un’operazione del genere.

Jon Snow nell'ultima immagine di Game of Thrones
Credits: HBO

Tutto ciò, se davvero si decidesse di optare per un sequel su Arya. Se invece si virasse su un sequel incentrato su Jon Snow, tutto diventerebbe un po’ più semplice. La serie tv ne aveva fatto il sostanziale protagonista delle ultime stagioni (al pari di Daenerys), e avrebbe tutti i crismi per sorreggere gran parte delle profezie riportate in House of the Dragon e nell’intera saga di Martin. Oltretutto, l’idea di esplorare con lui le terre selvagge al di là della Barriera potrebbe portarci addirittura in una direzione che si avvicinerebbe maggiormente all’auspicio dei fan più delusi: un clamoroso ritorno degli Estranei.

Anche in questo caso, le complicazioni sarebbero molteplici, ma a quel punto si aprirebbero le porte a una revisione totale del finale di Game of Thrones, riscrivendolo potenzialmente anche sul piano politico (in riferimento a Westeros).

Questo, però, non sembra al momento probabile: il progetto di una serie tv sequel con Jon Snow è naufragato, ma il CEO di HBO non ha chiuso le porte a eventuali opzioni future. Se ne riparlerà, chissà quando.

Attendiamo, allora, con curiosità. Curiosità, senza pregiudizi: Game of Thrones è andata come è andata, ma il film sarà in ogni caso un motivo assicurato d’interesse nei prossimi anni. Anche se non dovesse perseguire quelle che sarebbero le priorità assolute del fandom.

Antonio Casu