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Gomorra è la nuova Game of Thrones? Forse l’ha addirittura superata

Gomorra
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ATTENZIONE – Il seguente articolo contiene spoiler su Gomorra e Game of Thrones

Chi si è incuriosito leggendo il titolo di questo articolo avrà pensato che siamo impazziti. Cosa c’entrano tra loro Gomorra e Game of Thrones? Sono due serie così differenti: l’una italiana e l’altra americana, l’una improntata sul più totale realismo e volta a raccontare una delle brutture e piaghe maggiori della nostra società, l’altra un puro e semplice fantasy con tanto di draghi e zombie. E poi, per quanto Gomorra sia un prodotto di livello internazionale, ammirato e distribuito in tutto il mondo, non può certo ad oggi reggere il paragone con Game of Thrones, la serie dei record nell’epoca aurea delle serie tv.

Quindi, tornando a noi e anche al netto delle dovute premesse fatte sopra: cosa c’entrano tra loro Gomorra e Game of Thrones? La risposta è: assolutamente niente. Tranne per una cosa, anzi due.

Ci è venuta in mente la folle idea di parlare di Gomorra e Game of Thrones come affini in un certo senso, per una ragione specifica: si tratta di serie corali. Serie televisive che fanno della coralità il loro più grande punto di forza. Serie televisive senza un protagonista assoluto, e questo permette a entrambe di poter godere di un certo tipo di longevità senza stancare e prendendosi dei grossi rischi, tipo uccidere un sacco di personaggi principali  in massa, senza subirne le conseguenze in termini di perdita d’impatto della storia.

Perchè il protagonista assoluto è spesso sia il più grande punto di forza che il più grande punto di debolezza di una Serie Tv che sceglie di puntare principalmente su un personaggio: senza di esso, andare avanti diventa quasi impossibile. Pensate a Breaking Bad senza Walter White o a Peaky Blinders senza Tommy Shelby. Sarebbero ancora le stesse? Godrebbero ancora della stessa fama e sarebbero ancora così venerate? La risposta è ovviamente no.

Serie come Lost, invece, dove i protagonisti sono di fatto tutti, possono andare avanti anche per quasi un decennio senza curarsi del fatto che un determinato personaggio rimanga in vita o meno (sì, il protagonista sarebbe Jack ma non è un protagonista assoluto come White, Shelby o Teller, è un protagonista molto più sfumato rispetto a questi ultimi). Lo stesso, di fatto, vale per Gomorra e Game of Thrones. 

E questo è il discorso globale, quello che sta alla base del titolo provocatorio. Ma qual è il succo? Perchè, se si parla soltanto di coralità in senso generale, Gomorra viene paragonata a Game of Thrones e non, chessò, proprio a Lost? Ovviamente il punto focale, già accennato sopra, riguarda la gestione delle morti. Che comunque in Lost è molto più centellinata, mentre Gomorra e Game of Thrones sono le serie delle stragi. 

Se è vero che coralità è spesso sinonimo di longevità e anche di relativa indipendenza della storia rispetto ai suoi personaggi, è altrettanto vero il fatto che eliminare i personaggi principali dalla mattina alla sera, sostituendoli con altri, comporta un grossissimo rischio. Perchè gli ingranaggi della storia rischiano di incepparsi.

Ebbene, questo rischio se lo sono presi eccome sia Game of Thrones che Gomorra. La prima ha fatto fuori senza pietà, uno dopo l’altro, personaggi del calibro di Ned, Catelyn e Robb Stark, Khal Drogo, Robert, Joffrey e Stannis Baratheon, Ramsay Bolton, Baelish e chi più ne ha più ne metta, riuscendo sempre ad alzare l’asticella, trasformando la storia del ricambio in un punto di forza gigantesco, in un tratto distintivo che ha contribuito a rendere celebre questa serie e ad assicurarle la gloria.

Gomorra sta facendo praticamente la stessa cosa. Anzi, sta andando oltre, superando Game of Thrones. Si può dire che sotto questo profilo l’allievo abbia superato il maestro. Perchè Gomorra è ancor più senza pietà rispetto a Game of Thrones e si assume ancora più rischi. Basti pensare che all’inizio della terza stagione, dei personaggi iniziali erano rimasti in vita soltanto in tre: Ciro, Genny e Malammore. E che alla fine della terza stagione quei tre sono rimasti in… uno: Genny Savastano. 

Da lui, e dagli altri personaggi che nel frattempo hanno dato il cambio, in una staffetta rapidissima, ai personaggi iniziali, dovrà ripartire la quarta stagione. E i dubbi sono tanti, perchè non è facile portare avanti una storia se alcune delle basi principali di essa, costituite dai personaggi, cambiano di continuo dalla mattina alla sera. Certo, Gomorra ha l’obbligo morale di raccontare una storia dove tutti i personaggi prima o poi fanno una brutta fine, come detto dallo stesso Salvatore Esposito: “Ognuno dei personaggi che interpretiamo merita di morire”, ma poi c’è il discorso delle tempistiche entro cui tutto ciò accade. E a livello di tempistiche di uscita dei suoi personaggi centrali, Gomorra si sta prendendo rischi che nessuno si era preso prima, nemmeno Game of Thrones. 

Ma di fatto, nonostante tutto, la serie continua a funzionare, crescere e coinvolgere sempre più pubblico a livello mondiale. L’idea di base è quella di arrivare almeno a 5 stagioni: chi tra il pubblico ieri storceva il naso per la morte di Salvatore Conte, oggi lo fa per quella di Ciro e domani chissà, lo farà per quella di Genny, minacciando di non guardarla più. Ma poi alla fine, molto probabilmente, si troverà puntualmente incollato allo schermo pure l’anno dopo. Come successo con Game of Thrones, sta succedendo con Gomorra. Che sia l’uccisione di massa dei personaggi principali e il continuo ricambio degli stessi, il nuovo elisir di lunga vita delle serie tv?

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