Spettabile Comandante dei Guardiani della Notte
Mio caro ragazzo
Allora, bastardo, qui è il Nano
Per tutti gli Dei, Jon Snow, la verità è che non so come cominciare questa mia lettera a te.
Forse basterebbe un semplice “Caro amico”, ma non so nemmeno se possiamo definirci amici. Solo al termine del nostro primo incontro, alla Barriera, ho avuto l’impressione che stesse per nascere non dico una amicizia, ma di sicuro una stima reciproca sotterranea, nascosta, interrotta bruscamente dalla mia partenza.
Ma non solo da quello. La mia famiglia ha massacrato la tua, e sebbene io non abbia avuto nessuna parte in tutto questo, non posso negare che al posto tuo vorrei vedere morto ogni Lannister.
La mia lettera comincia scusandomi. Sono stato ingiusto, e non mi riferisco ai termini che ho usato per rivolgermi a te, ma all’incredulità che ho dimostrato riguardo al motivo per cui esistono i Guardiani della Notte. Sono un uomo di scienza, e non potevo concepire una minaccia di natura ultraterrena, non potevo affatto percepire l’ultraterreno. Le uniche cose che contano per me sono concrete, che siano due paia di tette o una balestra insanguinata.
Ma ora, dopo aver toccato con mano, dopo aver testimoniato con i miei occhi che l’impossibile può esistere, dopo aver posato la mia mano sulla testa di un drago vivo, io ti chiedo perdono.
Io non so nemmeno se sei ancora vivo, e se queste parole ti arriveranno mai. Ma voglio dirtele lo stesso, per farti sapere, in questa dimensione o nell’altra, che presto ci incontreremo ancora. Ora abbiamo un nemico in comune, la lunga notte del genere umano, e io conosco chi può aiutarti a sconfiggerla.
Non credevo che avrei mai più detto una cosa del genere, ma io credo in questa persona, e voglio fare ancora qualcosa per questo schifo di mondo. Non me ne andrò senza lasciare ancora un segno, e non intendo morire venendo ricordato solo come il nano di casa Lannister.
La mia lettera potrebbe finire qui, con la promessa che molto presto ci rivedremo e combatteremo fianco a fianco, ma voglio continuare.
Jon Snow, io e te siamo uguali. Siamo la dimostrazione che gli ultimi saranno i primi, e che i primi possono essere sbalzati ai piedi degli indesiderati, declassati allo stato di bastardi, pur avendo un vessillo di famiglia e un nome altisonante. Io lo so, l’ho vissuto. E so che anche per te è lo stesso.
Non posso sapere chi sei ora, ma nel ragazzo che ho lasciato, imberbe e immaturo, alla Barriera, ho intravisto l’ombra della grandezza.