“I miei eroi sono i sognatori, uomini e donne che hanno cercato di rendere il mondo un posto migliore rispetto a quando lo hanno trovato, sia nelle piccole cose che nelle grandi. Alcuni ci sono riusciti, altri hanno fallito, la maggior parte ha avuto risultati contrastanti… Ma è lo sforzo che è eroico, per come la vedo io. Vincere o perdere, ammiro quelli che combattono la loro giusta battaglia”
George RR Martin
In un mondo in cui il confine tra bene e male è tanto labile non c’è posto per gli eroi.
Game of Thrones non è solo una delle serie televisive più apprezzate, ma un’opera letteraria e seriale che descrive il mondo in cui ci troviamo a vivere con una stupefacente metafora in chiave fantasy: un mondo in cui il giusto è relativizzato alla situazione, in cui il cattivo viene spesso compreso e il buono a volte denigrato, e così vi sarete trovati almeno per un momento ad odiare ed amare ciascun personaggio di questa meravigliosa serie (e straordinaria saga letteraria). Ma in questo marasma confusionario esiste Jon Snow.
Lui non è il re del nord. Lui non è uno Stark, lui non è un guardiano della notte.
È solo Jon Snow, un escluso, un reietto, un bastardo.
Fin dal primo episodio l’abbiamo visto come un incompleto in cerca di uno scopo, in cerca di un modo per farsi accettare e per mostrare alla sua famiglia e al mondo intero che lui non è soltanto un bastardo della famiglia Stark. Inizia per questo il suo percorso tra i guardiani della notte, sperando di potersi far valere grazie alle sue capacità, ma anche qui rimane un diverso, un escluso. E poi arriva Samwell Tarly e Jon diventa essenziale per qualcuno.
Ci siamo innamorati di questo personaggio perché ci riporta alla mente quell’antico concetto di eroismo ormai perso da tempo, e forse anche un po’ fuori moda, ma che in un qualche modo ci dà ancora sicurezza e speranza, ma in un mondo cinico e senza scrupoli, in cui il buono è destinato a perire, come ha potuto Jon Snow sopravvivere?
C’è una differenza sostanziale tra i percorsi di Eddard e Robb Stark (giusto per fare un paio di esempi) e di Jon Snow. Il bastardo di Ned è l’unico tra i tre personaggi a non essere sceso a compromessi, l’unico che ha perseverato nella sua ricerca del giusto anche a costo della vita: Eddard ammise una colpa fittizia impietosito dalle preghiere della ingenua Sansa, Robb venne meno a un patto per amore della sua donna, mentre Jon per senso del dovere rinunciò a Ygritte e alla vendetta, e appena un anno fa ci disperammo nel vederlo morire per aver perseguito i suoi nobili principi. Tutto ciò fa di Jon l’ultimo eroe sopravvissuto e ce ne dà prova anche in questa nona sconvolgente puntata.
Non so voi, ma ho temuto che Rickon si rivelasse davvero l’arma della rovina di Jon, ma riflettendoci non poteva non cercare in ogni modo di salvare il fratello, e per quanto più saggio, non poteva neanche seguire il consiglio di Sansa di non combattere con un esercito tanto esiguo rispetto a quello degli avversari, non poteva perché se lo avesse fatto sarebbe venuto meno a se stesso, a quell’archetipo che lo distingue da tutti gli altri personaggi.
Perché, come in tutte le storie, anche nel Trono di Spade ogni personaggio ha una sua funzione essenziale, e Jon incarna perfettamente il concetto di eroismo espresso dallo stesso Martin: ha cercato di rendere il mondo un posto migliore, ha fallito, ma gli è stata concessa una seconda possibilità e la sta cogliendo a piene mani.
Ma tutto questo non sarebbe mai stato possibile se un anno fa non fosse stato tradito, pugnalato ed ucciso: doveva eseguire quell’ordine datogli da maestro Aemon, e così uccise il ragazzo, uccise il reietto e l’insicuro, uccise l’innamorato ed uccise il guardiano della notte, perchè solo in questo modo l’eroe sarebbe potuto sorgere.
Jon Snow ha conosciuto così la morte, vi è affondato ed è tornato con la consapevolezza che oltre di essa non c’è più niente: vuole vivere, ma in pace perché stanco di continue battaglie senza uno scopo. Ma Sansa conduce le fila di questa impresa e gli ricorda che uno scopo esiste ancora.
Durante quella che passerà alla storia come la migliore battaglia mai girata in una serie televisiva, abbiamo vissuto attraverso gli occhi di Jon Snow il primo vero e netto contrasto tra bene e male, l’abbiamo visto tentare l’impossibile salvataggio di Rickon e prepararsi ad uno scontro dai pessimi pronostici, l’abbiamo visto rendersi conto che la sconfitta era alle porte, ma nonostante tutto la resa non era contemplabile. E quando finalmente varca le porte di Grande Inverno abbiamo potuto cantare vittoria: per la prima volta ci è stata concessa una vera gioia.
…E i lupi finalmente tornano a casa.