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Con Game of Thrones, una nuova forma stereotipata di appassionati si è radicata nel mondo delle serie televisive.
Una specie fino ad ora accennata e solo vagamente espressa per gli scarsi risultati peculiari ottenuti: il fan profetico.
Non che sia un caso inedito, è chiaro, ma indubbiamente la fandom di Game of Thrones ha raggiunto risultati deduttivi non indifferenti, in proporzione al numero di informazioni ed indizi in possesso, arrivando ad enunciare teorie rivelatesi vere e proprie profezie.
Un risultato antitetico a ciò che i fan hanno imparato dalla stessa serie; questo perché se c’è una sola costante di apprendimento nell’universo di Game of Thrones, è che la sicurezza è solo una superstizione, le asserzioni diventano instabili congetture e la vita è un transito quanto mai fuggevole.
E’ lecito chiedersi, dunque, in questo quadro amletico causato dal conflitto tra contrari da dove provenga il sapere premonitore degli estimatori di Game of Thrones;
per ogni fan esiste un rito procedurale distinto, ma per quelli delle vicende di Westeros ne esiste uno univoco, suggerito dal Signore della Luce.
Questo è il Lunedì tipo di un fan di Game of Thrones prima di un nuovo episodio.
Prologo – Il risveglio e la colazione.

“Shame, Shame, Shame!“.
Sarebbe frustrante svegliarsi ogni giorno con l’imperativo di “vergognarsi” come sprono all’inerzia che lo attanaglia a letto; ma questo è un giorno particolare, ed il vero fan lo celebra facendo ammenda sui propri vizi e deleterie abitudini, costringendosi ad ascoltare la minacciosa esclamazione della Septa come sveglia: il più brutale aguzzino per un sonno smorzato ma ben calibrato.
Come fosse stato appena resuscitato da Melisandre, solleva il busto e rimane seduto sul letto inerme, convinto dell’imminente arrivo di un corvo con le indicazioni per raggiungere il bagno.
Rinsavisce, focalizza nuovamente l’obiettivo sapendo di avere ancora un “debito” con se stesso, e si prepara per raggiungere la facoltà alla quale oggi si terrà il suo esame di storia medievale.
Prima, però, c’è da tenere fede al “banchetto” ormai caratteristico di ogni sua prima colazione: un esuberante allestimento di pietanze dalla dubbia utilità, che viene organizzato quasi solo allo scopo scenografico.
Di tutto ciò che ha meticolosamente disposto per sentirsi ad un simposio reale, è probabile mangerà meno della metà.