Atto I – Uscita di casa ed Università.
Prima di uscire dalla sua stanza, indossa la sua collana preferita per scaramanzia e si specchia nella speranza che questa abbia sortito il magico effetto di ringiovanirlo di qualche anno e di restituire linfa mentale per l’impresa da compiere.
Non funziona mai. Grazie, Melisandre.
Giunto all’uscio di casa, decide che è la giornata giusta per approfittare della metro.
Nel chiudersi la porta alle spalle, entra in quell’ottica competitiva e scontrosa di chi esige e reclama per diritto il possesso di qualcosa.
Solleva leggermente i pantaloni sopra la vita e stringe le cinghie del proprio zaino, il tutto come se stesse arroccando le proprie truppe nell’avanzata decisiva per una conquista.
Giunto alla metro, piena come da consuetudine, aguzza lo sguardo alla ricerca di un posto a sedere.
Lo troverà e sarà l’unico ancora libero: tra spinte e scosse di varia natura, la preparazione psicologica alla sfida, tipica dei migliori Robert Stark e Stannis Baratheon, gioverà all’ottenimento del suo “trono“.
Arrivato in Facoltà, prende posto a sedere in corridoio.
Ramsey Bolton ha allenato e desensibilizzato con le sue torture: il vero fan di Game of Thrones non ha più paura, e non teme la pressione psicologica dilaniante dell’attesa del professore “puntualmente” in ritardo. Con serafica pazienza, è pronto al martirio.
Il professore arriva ed i due si scambiano quella che dal fan è ormai coniata con l’accezione “occhiata Cersei-Jamie“.
L’esame comincia, e Game of Thrones funge da persistenza della memoria: York e Lancaster diventano di un’imbarazzante familiarità al pensiero di Stark e Lannister;
le vicende di Edoardo IV abbracciano in maniera lampante quelle di Robert Baratheon, il Massacro di Glencoe e la Black Dinner sono eventi che scorrono con leggiadria al racconto grazie all’immagine indelebile delle Nozze Rosse.
Dopo un accenno di pranzo al volo, può esultare all’impresa riuscita dell’esame superato: un vero Lannister ripaga sempre i propri debiti.
Atto II – Ritorno a casa.
Non resta che tornare a casa e prepararsi definitivamente per l’episodio.
Arriva alla metro e, visto che l’insidia ed i colpi di scena sono costantemente dietro l’angolo, la tratta interessata è in netto ritardo.
Il binario pullula di persone in attesa dell’intempestivo treno, le “vie d’uscita” sono conseguentemente intasate e l’inquietante calma sembra precedere un imminente pericolo nel condizionato e paranoico immaginario del fan.
Il suo collegamento è sicuramente più tempestivo del treno in attesa: “Il capotreno conosce le conseguenze della propria assenza, tuttavia è assente ugualmente. Questa è opera di Cersei.”
Il treno arriva, e con esso la consapevolezza di essere un inguaribile addicted.
Una volta a casa e varcata la soglia, non può dimenticare di trasformare in atto l’automatismo che è venuto a formarsi da 6 anni a questa parte: si fionda nel ripostiglio,
raccoglie la sacca di croccantini, torna in salotto e riempie la ciotola del suo piccolo amico; il nome “Ghost” (“Spettro“) è inciso su questa.
Ora è il suo turno, così si sposta in cucina per il classico break.
La scelta dello spuntino è semplice, per chi ha ormai appurato di rendersi conto che “l’inverno sta arrivando” dalla consistenza della Nutella.