La storia di Robert Baratheon e Eddard Stark spesso rischia di essere lasciata nel dimenticatoio, ma in questo periodo in cui il primo tra i grandi misteri di Game of Thrones è stato svelato forse è il caso di rinfrescare un po’ la memoria.
La genialità di Martin non consiste esclusivamente nell’aver creato una saga letteraria e televisiva che ci emoziona e tormenta costantemente, ma anche, e forse soprattutto, per essere riuscito a nascondere tra i ricordi dei vari personaggi quella che è stata la vera storia, il vero motore delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, riempiendola di dettagli tali da inserirlo ormai tra i grandi del Fantasy Epico.
Tutto iniziò molto prima della storia che conosciamo, re Aerys II Targaryen aveva ormai perso la testa, ma per quanto se ne dica non fu questo il fatto scatenante la ribellione del futuro Re Robert, ma qualcosa di molto più semplice ed umano: l’amore.
La sorella di Eddard Stark, Lyanna, era un cuore libero, così come ci ricorda proprio Ned paragonandola alla piccola Arya, ed era promessa al fratello acquisito Robert, impulsivo, ubriacone, che amava andare con le donne. Tutto ciò Lyanna lo sapeva molto bene: l’avrebbe sposato per dovere probabilmente, ma spesso aveva confessato al fratello i suoi dubbi a riguardo. Robert dal canto suo l’amava profondamente e quando se la vide portare via dal principe Raeghar, la paura e la rabbia comandarono le sue azioni.
In quanti sono morti perché Raeghar scelse Lyanna consegnando a lei, e non a sua moglie Elia Martell, la corona di virtù e bellezza? Quella semplice impulsiva azione riecheggia tutt’ora negli avvenimenti dei Sette Regni, perché quella fu la molla a scatenare la storia.
Robert Baratheon e Eddard Stark sono praticamente cresciuti insieme, uniti da un legame che va oltre quello di sangue, ma le loro personalità si possono definire come diametralmente opposte.
Il primo fin da ragazzo si rivelò essere un focoso, impulsivo, guidato dalla gioia di vivere ogni attimo della sua esistenza, senza badare troppo alle conseguenze, e per questo in vecchiaia non l’abbiamo visto poi così cambiato. La sua caratteristica principale era la forza, in tutto, dalla vita, ai sentimenti, alla battaglia.
Amava la sua Lyanna, sentiva che le apparteneva, ma voi riuscite ad immaginare un cuore simile a quello di Arya appartenere a qualcuno?
E poi c’è Eddard, da sempre un riflessivo, coraggioso in battaglia, ma che tendenzialmente cerca vie alternative per affrontare i problemi, un virtuoso fin nel profondo del suo cuore, tant’è che addirittura il suo migliore amico non si capacitava di come quel ragazzo tanto onesto avesse potuto tradire la moglie.
La mente e il braccio.
Il loro percorso iniziò nel momento in cui Raeghar portò via la donna da loro tanto amata, quando il re folle scatenò la sua pazzia contro il fratello maggiore e il padre del giovane Ned. E così comincia la storia.
Quando li abbiamo conosciuti però la storia faceva già parte del passato, la battaglia era stata vinta, la donna persa e il trono conquistato, ma il confine tra giusto e sbagliato era ormai qualcosa di molto labile e confuso: i figli del principe e sua moglie erano stati brutalmente giustiziati per ordine del nuovo re, una regina che di lì a poco sarebbe stata defraudata dei suoi sogni sedeva affianco al sovrano, e l’ultimo virtuoso se ne tornò al Nord, serbando per sé quella piccola speranza in fasce dal sangue molto speciale.
Diciassette anni dopo a Grande Inverno la vita prosegue tranquilla, come se solo il mondo intorno continuasse a girare: l’onesto Ned continua ad essere tale, continua a mantenere il grande segreto nonostante le difficoltà coniugali che la cosa comporta, cerca di essere un buon padre, affettuoso e severo, educa i suoi figli ed ama sua moglie profondamente, ma questa vita tranquilla è solo un preambolo dell’avventura e dell’orrore che sarebbero seguiti.
Quando il re e famiglia giungono a Grande Inverno, invece, è subito chiaro che qualcosa è profondamente cambiato nell’animo di Robert, o almeno è estremamente chiaro per Ned: il giovane rampante e pieno di vita si è trasformato in un grasso re frustrato, innamorato di una vita passata che non ha più senso di esistere, e lo notiamo subito dal fatto che la prima richiesta all’amico è quella di andare a porgere i suoi ossequi alla donna che ancora continua a tormentargli il cuore, totalmente incurante, invece, di quella che gli è al fianco, sconfitta nella battaglia matrimoniale sin dal suo principio.
Ovviamente la gita al Nord non è casuale, come ben sappiamo, e come già si immagina Catelyn Stark, e la richiesta arriva puntuale, davanti alle tombe di coloro che proprio ad Approdo del Re persero la vita.
Sempre fedele al suo re, sempre intenzionato a portar giustizia in un mondo dalle radici corrotte, Eddard si ritrova costretto ad accettare, ma in cuor suo sa che abbandonando il Nord segna inesorabilmente il proprio destino.
Intrighi, tradimenti e giochi di potere si trascinano via due uomini dall’animo semplice, animati da quegli antichi valori che non hanno più modo di esistere. E così Robert non si rende conto di chi tira effettivamente le fila del suo regno, di quei complottisti che alle sue spalle orchestrano la sua caduta, non si rende conto di tutto ciò perché nel profondo del suo cuore vive ancora in quel passato in cui lui era l’eroe, quando il potere ce lo avevano tra le mani gli audaci e i coraggiosi; non riesce a capire che Raeghar Targaryen, il suo acerrimo nemico, in realtà era molto meno pericoloso e terribile di ciò che avrebbe dovuto affrontare nel suo presente. Trascinando Ned con sé, si porta dietro qualcuno che è però in grado di fargli cogliere il cambiamento, di fargli capire che il Robert Baratheon della Ribellione non esiste più, e che il re deve occuparsi di un regno ormai sprofondato nel caos per colpa della sua stessa superficialità.
Ned invece è fin troppo consapevole della realtà in cui è calato, ne conosce ogni rischio e, purtroppo per lui, scopre quell’amore proibito il cui frutto un giorno si sarebbe seduto sul Trono di Spade. Fin qui il suo percorso rimane assolutamente coerente con quella che è sempre stata la sua personalità, rimane onorevole anche nel momento in cui dichiara a Cersei la sua scoperta, invitandola ad abbandonare Approdo del Re il più velocemente possibile, ma al gioco del trono o si vince o si muore, e in un certo senso con questa frase Cersei gli suggerisce tra le righe di ucciderla subito, perché lasciandola in vita si gioca la sua possibilità di vittoria. Ma non è comunque ancora questo il momento del tracollo di Ned, e non lo sarà neanche quello in cui ripone fiducia in Ditocorto (che tra l’altro gli aveva suggerito di non fidarsi proprio di lui: mannaggia a te, Ned!), ma la vera sconfitta sarebbe avvenuta poco dopo, quando, per amore di una figlia, abbandona per la prima volta il suo senso dell’onore: non lo fa per salvarsi la vita, non lo fa perché la ritiene la cosa giusta, ma solo ed esclusivamente perché la sua Sansa lo prega di farlo, di confessare una colpa fittizia e di approfittare della “clemenza” del re. Ecco quindi che il personaggio migliore della saga, quello che in principio per tutti noi, ancora figli dell’estate, si sarebbe dovuto sedere sul Trono di Spade, arriva alla sua catarsi, tradisce la sua essenza e ne subisce le terribili conseguenze.
Quelli che erano i due protagonisti indiscussi trovano la morte perché semplicemente si ritrovano a tradire se stessi: il primo comprende grazie all’influenza dell’amico di non essere più l’eroe, comprende che forse è passato dalla parte dei cattivi, soprattutto con l’intenzione di eliminare l’ultima giovane Targaryen, mentre Ned decide per amore di padre di perdere il suo onore, e con esso la sua stessa ragione d’esistere.
Robert e Eddard erano, insieme a Ser Barristan Selmy, gli ultimi sopravvissuti di un’epoca diversa, un’epoca fatta di coraggio e onore, in cui il cattivo veniva sconfitto e il buono, nonostante i sacrifici, otteneva la vittoria. Ma quell’epoca era ormai relegata alla sola memoria, ai ricordi di due vecchi che non sono stati in grado di adeguarsi allo scorrere del tempo, nè tanto meno di cambiarlo.
In un mondo in cui il confine tra giusto e sbagliato è tanto labile non c’è posto per gli eroi, anche se forse un’ultima speranza è risorta.