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Un improbabile sequel di Game of Thrones, con gli eredi dei Targaryen ai giorni nostri

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Attenzione: tutto quello che leggerete tra poco a proposito di Game of Thrones, i Targaryen e George R.R. Martin potrebbe non essere vero. Anzi: non è sicuramente vero.

La passione per Game of Thrones e per lo straordinario universo creato da George R.R. Martin può raggiungere picchi altissimi e nel tempo di storie particolari ne abbiamo lette, ma nessuna eguaglia quella di un particolare appassionato, che da qui in poi chiameremo lo studioso, che leggendo e rileggendo con estrema dedizione i romanzi dello scrittore statunitense ha sviluppato una particolare teoria per la cui dimostrazione ha sacrificato gli ultimi anni della sua vita. Questo studioso, infatti, si è fermamente convinto che l’opera di Martin non sia interamente frutto della fantasia. Di fondo, secondo lui, c’è in realtà un’antica storia vera, in particolare c’è una famiglia vissuta secoli e secoli fa che ha ispirato la caratterizzazione dei Targaryen.

Lo studioso, come detto, fermamente convinto di questa sua ipotesi ha iniziato a dedicarsi anima e corpo alla dimostrazione di questa teoria, studiando testi antici, miti, leggende e qualsiasi fonte potesse costituire un nesso tra questa mitica antica famiglia e i Targaryen di Game of Thrones. Anni e anni di studio infruttuoso, finché non compare una traccia, dei resoconti di persone affini alla crescita e soprattutto al controllo dei draghi. Lo studioso ha così concentrato i propri studi su queste persone, su questo nucleo familiare le cui tracce si perdono e si ritrovano nel corso della storia. Riuscendo a non perdere mai di vista il filo delle proprie ricerche, lo studioso arriva fino ai giorni nostri, a una misteriosa scogliera in Scozia dove, secondo lui, si trova questa famiglia discendente dei Targaryen.

Il risveglio dei Targaryen

Eccitato dal vedere finalmente il coronamento di anni di studi, il nostro studioso giunge, dunque, in questa misteriosa scogliera, un antro buio e sinistro, che incute un timore irresistibile. L’uomo vince la paura e si addentra nella grotta, “C’è nessuno?” strilla, ma senza ricevere risposta. Andando avanti, nell’ombra si delineano quattro figure, quattro casse poste in verticale appoggiate a un muro. Lo studioso vuole studiarle più da vicino e preso dall’entusiasmo non si accorge che, a un suo passo, il terreno ha cominciato a brillare. Una grande luce si alza da terra e si riflette sulle quattro casse, che si rivelano essere dei sarcofagi. Si sente un rumore come di sblocco, poi la luce sparisce e l’oscurità riprende il sopravvento. Lo studioso, privato della luce, non vede nulla, ma sente dei rumori arrivare dalle bare. Si stanno aprendo, pare. Diviso tra la voglia di scappare via e la curiosità di rimanere, il protagonista della nostra storia rimane immobile al centro della grotta e incontro gli si fanno quattro persone, uscite proprio da quei sarcofagi.

I quattro sono bellissimi e biondissimi. Un uomo e una donna, accompagnati da due bambini, che parrebbero essere i loro figli. Lo studioso non crede ai suoi occhi: “Quei capelli… voi siete… voi siete”. “Aemon della gloriosa casa Targaryen. Voi, di grazia, chi sareste?”. “Io… ehm… io”, lo studioso non riesce a spiccicare una frase, allora la donna prende la parola: “Che posto è questo, dove siamo?”. Ripresosi dallo spavento e dalla sorpresa, lo studioso fa la conoscenza di Aemon e Aga Targaryen e dei loro figli. Gli spiega dove si trovano, soprattutto in che anno e cosa è successo al mondo, a grandi linee chiaramente, negli ultimi secoli. I due invece raccontano la loro storia, di come sono stati chiusi e addormentati in quelle bare a causa di un sortilegio ordito da un terribile stregone molti anni addietro.

Inizialmente Aemon e Aga sono fermi nel loro desiderio di vendetta, ma dopo aver compreso che il tempo passato a dormire è stato molto e che il nuovo mondo in cui si sono risvegliati gli offre una via per una vita nuova, i Targaryen abbandonano il loro proposito e, stanchi delle battaglie e dei conflitti del loro tempo, si ambientano nella grotta, iniziando anche a prendere confidenza col paese più vicino.

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Viserys Targaryen, un antenato di Aemon e Aga Targaryen (640×373)

La terribile scoperta

Così, aiutati dallo studioso, che ammaliato da quella bellissima famiglia ha rinunciato al suo intento di diffondere a tutto il mondo la sua scoperta, i Targaryen si ambientano nella loro nuova vita. La tranquillità, un sentimento che gli è sempre stato sconosciuto, domina le loro esistenze, finché Aga non fa una terribile scoperta. Recatasi al pub del paese per fare scorta di birra, la donna ascolta dalla televisione pronunciare il nome Targaryen e s’incuriosisce. In onda c’è una puntata di Game of Thrones e, dopo aver visto quell’episodio, Aga decide di chiedere delucidazioni allo studioso, infuriata per l’utilizzo del suo nome in un racconto di ampia fantasia.

“Spiegami, perché quel congegno misterioso osava pronunciare il nome Targaryen raccontando frottole?”. L’uomo, rispondendo, rivela ad Aemon e Aga che è stato proprio quel “congegno misterioso” a portarlo sulle loro tracce. Sui Targaryen e sul loro mondo è stata realizzata una fortunatissima serie tv, spiega l’uomo, che però ammette anche di aver omesso di raccontare questo dettaglio proprio per paura della loro reazione. “Conosco la fierezza della stirpe dei draghi e ho immaginato che potesse non essere di vostro gradimento un simile resoconto”. Lo studioso, per forza di cose, aveva assimilato il linguaggio forbito dei suoi nuovi amici, per cui non stupiamoci se il povero uomo si esprimeva come il protagonista di un romanzo ottocentesco. Ad ogni modo, i Targaryen, inizialmente irritati, vengono convinti dallo studioso della bontà di quel progetto, ma vogliono visionare la serie tv, per assicurarsi che nulla di male sia stato messo in scena sulla loro casata.

I Targaryen e Game of Thrones

Lo studioso monta, dunque, una televisione con una connessione a internet nell’antro dei Targaryen e questi cominciano la visione di Game of Thrones. La rabbia iniziale passa subito perché tutta la famiglia inizia ad appassionarsi alla serie tv, apprezzandone anche il racconto nonostante la fantasia. Tutto sembra procedere per il meglio, finché i Targaryen non arrivano a vedere l‘ottava stagione. “Siate maledetti villani bugiardi”, si sente strillare dal salotto allestito nella grotta e così lo studioso arriva mentre Aemon e Aga stanno vedendo la scena in cui Daenerys mette a ferro e fuoco Approdo del Re. L’uomo prende di peso la televisione e la scaglia a terra: “Come osano propinare al mondo codeste bugie. È ora che tutti conoscono l’ira dei Targaryen”.

Lo studioso prova a calmarli, spiega che praticamente a nessuno è piaciuta l’ottava stagione, per cui ci sono molte persone che sono dalla loro parte. Aemon e Aga non ci stanno, vogliono sfogare la propria rabbia, ma l’uomo li convince a operare diversamente. I due possono raccontare la loro storia, la vera storia dei Targaryen, così che il mondo la conosca dai diretti testimoni. Un modo pacifico per contrastare il racconto di Game of Thrones, che i due accettano.

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Daenerys Targaryen, l’antenata difesa da Aemon e Aga (640×360)

I Targaryen alla scoperta del web

Ora, cari lettori, potete immaginare la fatica del povero studioso che ha dovuto introdurre ad Aemon e Aga i concetti di web, social, videomaking e streaming. Le spiegazioni spesso volgevano verso puri momenti di terrore perché marito e moglie erano fermamente sicuri che talvolta lo studioso gli stesse lanciando una qualche maledizione pronunciando quelle strane parole, ma nonostante tutto alla fine l’uomo è riuscito nel suo intento. Convinti i Targaryen e assunto un team di sviluppo video e diffusione social, Aemon e Aga hanno cominciato a raccontare, in piccoli episodi, la storia della loro famiglia e questi episodi sono finiti, poi, nel web.

Dietro a questo lavoro c’è stata un’operazione di comunicazione importantissima e tutto il mondo si è appassionato a questa iniziativa, dall’apertura dei canali social dei Targaryen fino all’uscita dei singoli video. La convinzione diffusa è che si tratti di una trovata commerciale di HBO per lanciare una nuova serie e questi video ottengono subito un successo strepitoso, tanto da portare l’emittente a stipulare un accordo con lo studioso, all’insaputa, chiaramente, dei Targaryen, per lo sfruttamento commerciale del lavoro.

I racconti di Aemon e Aga sul web diventano estremamente virali e seguiti da tutto il globo, fino all’arrivo dell’ultimo capitolo, in cui i due rivelano di essere davvero dei Targaryen e raccontano la storia della maledizione e del loro risveglio. Quella che doveva essere una rivelazione trionfale, si trasforma in una gogna pubblico, coi fan che non credono minimamente a questa storia e iniziano a deridere i due Targaryen.

E guerra sia

In mesi e mesi di lavoro, Aemon e Aga hanno ormai imparato a usare i social e lo studioso non può nascondere i commenti negativi e le prese in giro che si accumulano sul web. I due Targaryen s’infuriano: “Questi umani – pronuncia disperata Aga – ci deridono, infangano il sapere che gli abbiamo clementemente concesso e sporcano di fango il nome dei Targaryen. È ora che il mondo conosca l’ira del fuoco e la devastazione delle fiamme. Gli umani vogliono la guerra? E guerra sia…”.

Ciò che nemmeno lo studioso sapeva è che la piccola di casa al momento della maledizione era stata addormentata con un uovo di drago sotto al braccio e questo, al risveglio, era scivolato nel sarcofago. La famiglia ha allevato il piccolo drago che è uscito da quell’uovo e così Aemon e Aga giurano che, appena la creatura sarà pronta, cavalcheranno il possente drago e mostreranno al mondo la vera ira dei Targaryen. Chi non li ha creduti, a questo punto, dovrà farlo per forza.

Lo studioso, dopo il fallimento della sua operazione, viene allontanato dai Targaryen, ma Aemon e Aga hanno voluto mantenere i contatti, perché al momento dell’attacco vogliono risparmiare quello che è stato il loro unico vero amico. Così, inconsapevole il mondo è destinato al fuoco e alle fiamme e nell’ombra della scogliera i Targaryen si preparano alla devastazione.