La sesta stagione di Game of Thrones è, secondo i più, quella meglio riuscita fino a questo momento e, al di là delle speculazioni sulla qualità, l’ultima puntata, la 6×10, Winds of Winter, rappresenta uno dei punti più alti di tutta la storia della Serie Tv, fin da quando è iniziata nel 2011. The Light Of The Seven è la musica che accompagna l’apertura della puntata e siamo in un momento teso ma apparentemente tranquillo della storia: Cersei Lannister deve essere processata dall’Alto Passero per i suoi crimini.
Da questo punto di vista, è interessante pensare a quelle che sono le aspettative degli spettatori; nessuno, senza dubbio, crede che in quel momento Cersei sia pronta ad arrendersi e consegnarsi con molta facilità, ma al tempo stesso, nessuno immagina lontanamente che la futura regina abbia raggiunto la conclusione che lo sterminio di tutti i suoi nemici sia l’unica soluzione. Ma come si inserisce in questo contesto The Light of the Seven? Proveremo a rispondere sfiorando sia l’aspetto prettamente musicale che quello emozionale e di coralità della scena, in modo da capire perchè la scelta di questa composizione sia stata così pertinente.
Innanzitutto è interessante capire come si compatta la canzone nel contesto della storia e, in particolare, nella dinamica narrativa delle prime scene della puntata. The Light of the Seven (la Luce dei Sette, che richiama evidentemente la forza religiosa degli antichi sette Dei ma anche, con la parola Luce, l’allusione all’esplosione che concluderà la scena) dura circa 10 minuti ed è stata composta da Ramin Djawadi; la principale caratteristica di questa musica, come sottolineato dal suo autore in alcune interviste, è la presenza del pianoforte come strumento principale, elemento molto raro nelle musiche di Game of Thrones.
Il punto di partenza, tuttavia, è il refrain della più nota The Rains of Castamere, per creare quella parvenza di mistero trasmessa dalla canzone simbolo dei Lannister; l’obiettivo del pianoforte, a ogni modo, era quello di trasmettere una musicalità in crescendo che si sposa perfettamente con la tensione che si accumula di scena in scena. Accanto al pianoforte, inoltre, si segnala la presenza dell’organo, di strumenti a corde e di due solisti che, a detta di Djawadi, hanno reso meglio in relazione agli strumenti rispetto a quanto avrebbe potuto fare un coro.
Come anticipato, la scena è pregnante di tensione, accentuata principalmente da due aspetti: da un lato il già citato ritmo crescente del piano, che aumenta dopo ogni dialogo; dall’altro, le diverse posizioni logistiche che regalano indizi agli spettatori su ciò che sta effettivamente per succedere. Notiamo infatti come il Re Tommen venga bloccato dalla Montagna, che di fatto gli impedisce di raggiungere il Tempio per il processo; il Tempio, d’altro canto, pullula di fedeli, praticanti e, in generale, dei nemici di Cersei (in particolare l’Alto Passero, Margaery e alcuni membri del Concilio Ristretto, fra cui familiari di Lannister e Tyrell); Cersei, invece, è ferma nella Fortezza Rossa, sorseggiando del vino, evidentemente non intenzionata a muoversi.
Quando l’Alto Passero manda Lancel Lannister a cercare la Regina Madre, assistiamo al primo dei momenti in cui The Light of the Seven si fermerà per poi riprendere con più veemenza dopo averci fatto ascoltare solo due note emesse da due tasti del pianoforte; è questo, infatti, il momento in cui ci sono due snodi fondamentali per il finale della scena e hanno entrambi come protagonisti i bambini, nonchè spie di Qyburn, fedelissimo di Cersei.
Assistiamo infatti a Lancel che viene guidato verso l’immensa riserva di Alto Fuoco che giace sotto il Tempio, in modo che capisca troppo tardi quello che sta per succedere; vediamo inoltre, poco prima, come i bambini siano gli assassini del Gran Maestro Pycelle, in un picco di strumento che trasmette l’idea di come Cersei stia gradualmente costruendo il suo trionfo. L’ultima scena in cui sentiamo The Light of The Seven è proprio il momento precedente all’esplosione (si pensi all’occhio verde di Lancel), lasciando la puntata con un crescendo soprattutto dell’organo e con il pianoforte sempre in sottofondo.
La faccia di Cersei che gode nel vedere la morte dei suoi nemici è accompagnata infatti solo dal rumore dell’esplosione e delle macerie che si assestano. È molto raro che una canzone accompagni la scena (in questo caso, le scene) per così tanto tempo ed è una scelta rischiosa perchè spesso la lunghezza di una canzone può essere d’intralcio per lo sviluppo e la appropriata percezione di ciò che si sta guardando. Nel caso di The Light of The Seven, invece, non solo la musica copre tutta la scena, ma non risulta mai mortificante per scene che sono diverse tra loro (come detto ci sono diverse location e diversi personaggi) e che, quindi, trasmettono lo stesso effetto anche non essendo uguali ma semplicemente legate. Ed è anche per questo che The Light of The Seven, come la puntata e la sua intro, è un capolavoro.