Tra tutti i personaggi di Game of Thrones, Theon Greyjoy ha un posto speciale e segreto nel mio cuore. Arrogante figlio di papà all’inizio, agnello sacrificale poi, uomo oggetto quasi non più uomo, del tutto diverso da un vero essere umano. Il suo animo e la sua ribellione, fino all’ammissione di non essere degno del trono rispetto alla sua indegna sorella (indegna solo perché femmina), un mix variegato di personalità diverse che fanno di lui un personaggio a 360 gradi di fronte al quale è difficile restare indifferenti.
Theon Greyjoy è un personaggio che, per capirlo, devi fare uno sforzo: non è bianco e non è nero, non è avulso da errori e, talvolta, vorresti prenderlo a ceffoni.
È Theon, ma è anche Reek, è l’alfa e l’omega, il tutto e il niente, la morte e la rinascita, il coraggio estremo e la paura più annebbiante.
Per me, è uno tra i personaggi meglio riusciti di Game of Thrones e uno tra i pochi che mi ha fatto davvero venir voglia di abbracciarlo, non una, ma almeno dieci volte.
1) Quando lo evirano
Per un uomo penso non ci sia niente di peggio. Theon era un tronfio donnaiolo e viene ridotto a niente: tolto quello, tolto tutto il suo cuor di leone. Ramsey lo aveva in pugno.
E io volevo solo abbracciarlo.