Il seguente articolo contiene SPOILER su Gen V e The Boys.
In attesa di conoscere quali saranno i risvolti della quarta stagione di The Boys, oggi vogliamo provare a tirare le somme del primo capitolo del suo spin-off più riuscito, Gen V, sedendoci al tavolo delle considerazioni per comprendere quali siano stati effettivamente i punti di forza e quelli deboli di questo prodotto che, in ogni caso, consentirà a Prime Video di costruire un universo narrativo dal potenziale enorme. La prima stagione di Gen V è stata travolgente, fin dai primi attimi dell’episodio iniziale, e ci ha portato in un microcosmo familiare, senza snaturare elementi caratteristici della serie principale e soprattutto l’irriverente tone of voice che l’aveva resa speciale e diversa da qualsiasi altra cosa. Nuovi volti, un nuovo contesto e tantissimi ipotetici intrecci con The Boys, che alla lunga è uscita allo scoperto, dimostrandoci che il progetto totale che sta dietro a questi due prodotti è davvero ambizioso.
A Gen V, innanzitutto, va il merito di essere riuscita a non cambiare attitude: può sembrare una considerazione banale, ma all’inizio era la paura principale di molti fan.
Gen V, infatti, già dalla prima scena ha mostrato una certa continuità con The Boys: in entrambi i casi i due protagonisti, Hughie e Marie, affrontano le conseguenze del composto V, il primo assiste alla morte della propria fidanzata per colpa di A-Train, mentre la seconda scopre di avere i poteri ma non riesce a controllarli e finisce per uccidere i propri genitori. Anche Gen V, dunque, si apre partendo dalle conseguenze di vivere in un mondo in cui i Super occupano i vertici della piramide sociale, e il tono di voce è lo stesso perché il racconto che si fa è in entrambi i casi crudo e politicamente scorretto. Al di là dei riferimenti alla serie principale che vengono fuori episodio dopo episodio, lo spin-off reclama subito una propria identità: Marie si ritrova catapultata in una realtà totalmente nuova, quella della Godolkin University, il campus in cui i Super di tutta l’America possono crescere e imparare a convivere con i propri poteri. Ma la God U si rivelerà essere una facciata, una copertura di un progetto oscuro e nascosto, quello guidato dalla preside Shetty e dai suoi sottoposti, il professor Brink e il dottor Cardosa, che prevede lo studio degli stessi Super nei meandri del campus, all’interno di una struttura chiamata Bosco, con lo scopo di creare un virus in grado di sterminare i Super e di riportare il mondo alla normalità. La sorprendente caratteristica di Gen V, che può essere vista anche come un punto debole della serie, in realtà, è che riesce a lasciare i fan spiazzati di fronte all’evidente mancanza di un vero e proprio villain di riferimento, dato che le motivazioni della Shetty sono le stesse che avevano spinto Hughie a unirsi ai Boys nella serie principale.
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Non ci sono cattivi, ma ci sono tanti contrasti all’interno del tessuto narrativo di Gen V: in primis, nonostante i protagonisti, alcuni dei migliori studenti della God U, riescano a unire i propri intenti con l’obiettivo di smascherare le torture imposte ai Super nel Bosco, tra di loro c’è una competizione serrata, perché la Godolkin è pur sempre la culla dei Sette del futuro, e soltanto gli studenti più meritevoli, che occupano i primi posti del ranking dell’università, possono ambire a prendere il posto lasciato vacante da Queen Maeve. I protagonisti di Gen V sono dei personaggi ben scritti e connotati psicologicamente, e rappresentano una risorsa fondamentale per il futuro del progetto Prime Video. I tempi narrativi dello spin-off sono ben scanditi, e la serie si fa scoprire pian piano, al passo con l’emergere del carattere dei personaggi; in particolare, Cate e Sam rappresentano due ipotetiche mine vaganti per quanto riguarda il futuro scontro tra Super e Vought, perché entrambi rivendicano la crudeltà subita dagli stessi Super, credendo che il tutto sia orchestrato proprio dalla multinazionale. In realtà, la quesitone del virus continua a essere un mistero, soprattutto dopo i risvolti del penultimo episodio, in cui Victoria Neuman, probabilmente il più complesso villain dell’universo The Boys, mette le mani sulle fiale che potrebbero far cominciare una vera e propria pandemia.
Ci sono i riferimenti a The Boys, ma lo spin-off ha messo delle solide basi per introdurre nuovi personaggi alla narrazione, dando nuova verve alla serie originale.
Il contesto studentesco è uno strumento narrativo potentissimo, perché dà la possibilità di spostare l’attenzione su un microcosmo narrativo in cui emergono tutti i problemi e le insicurezze di un gruppo di studenti che ambisce a diventare qualcuno, senza però conoscere le reali fattezze della Vought, la multinazionale che controlla praticamente tutto il mondo. E’ qui che dunque i classici temi del teen drama si mescolano con lo sfacciato e spinto tone of voice di The Boys, e l’unione tra questi due filoni è una creatura perfetta, che funziona bene ed è assolutamente credibile. Gen V ha un cast corale, ma forse più di The Boys lavora sui singoli, che hanno tutti una storia interessante e che crescono lungo la narrazione affrontando i propri spettri: Andre deve vedersela con la fama di suo padre, l’ex stella Polarity, che pretende che il figlio segua le sue orme senza intoppi; Emma affronta le sue insicurezze e la vergogna per i suoi poteri, imparando ad apprezzarsi e facendo la conoscenza di Sam, che la guarda con sensibilità e con gli occhi dell’amore; Marie e Cate, invece, sono accomunate dal dramma familiare da loro stesse causato e mai digerito: entrambe sono tormentate dal senso di colpa per aver arrecato dolore alla propria famiglia, nonostante poi si siano ritrovate abbandonate e rifiutate dalla società.
Insomma, ciò che è certo è che Gen V non ha deluso le aspettative, anzi, ha messo delle basi molto invitanti per quello che sarà il futuro di uno dei prodotti di punta di Prime Video. A prescindere da come è conclusa la prima stagione dello spin-off, non sappiamo se i tempi siano già maturi per quella che promette di essere una civil war tra i due mondi dell’universo The Boys, fatto sta che questa serie ha ampliato gli orizzonti del progetto e si porta dietro i meriti di aver fatto conoscere al pubblico nuovi dettagli sulle mire espansionistiche della Vought: per cui sì, Gen V è sicuramente uno spin-off all’altezza della serie originale, e anzi, l’impatto che ha avuto sulla trama di The Boys è stato davvero inaspettato e convincente.