Quando nella primavera del 2019 quel gioiello di What We Do in the Shadows, la meravigliosa comedy sui vampiri nata dalla mente brillante di Taika Waititi, faceva il suo ingresso trionfante sui palinsesti statunitensi, al di là dell’Atlantico quasi in contemporanea esordiva un’altra esilarante horror comedy: Ghosts, sitcom britannica prodotta da BBC e giunta ormai alla sua quarta stagione. Il successo di Ghosts UK, considerata dalla critica una serie gioiosa, riuscita e sagace, non è passato inosservato, tanto che nel 2021 il network americano CBS ha deciso di produrre un remake made in USA dell’horror comedy britannica.
Nell’ottobre 2021 Ghosts US ha esordito accompagnato da molte pressioni e poche speranze di successo, sia perché i fan della versione originale non sembravano convinti che il format potesse funzionare anche sulla tv generalista statunitense, sia perché la critica si era già preparata a stroncarla, convinta che sarebbe stata l’ennesima sitcom dalla durata di una stagione destinata a finire presto nel dimenticatoio. E invece, contro ogni aspettativa, il remake americano della comedy britannica ha funzionato e, sebbene l’originale resti ancora un gradino sopra a livello di comicità e originalità nella scrittura, giunta alla sua seconda stagione Ghosts US sembra avere molto da raccontare e sembra anche sapere alla perfezione come vuole farlo.
Ghosts è una comedy fresca che può contare su un cast numeroso e azzeccatissimo, che la rende una delle migliori sorprese della scorsa stagione televisiva.
L’horror comedy targata CBS racconta della vita di Samantha “Sam” Arondekar (Rose McIver, già protagonista di iZombie) e Jay Arondekar (Utkarsh Ambudkar), una coppia di neo-sposini che decide di lasciare New York e trasferirsi a Woodstone, una villa lasciata in eredità a Sam da una lontana parente. Determinati a trasformare la loro nuova proprietà in un bed & breakfast, i novelli sposi dovranno fare i conti con una sconvolgente verità: la casa è infestata da decine di fantasmi provenienti da ogni epoca della storia e nessuno di loro appare molto entusiasta all’idea di vedere la loro dimora venire invasa dai turisti. In seguito a un incidente avvenuto del primo episodio della serie, Sam sviluppa la capacità di vedere e interagire con gli spiriti della casa e così, insieme a lei, faremo la conoscenza di questo gruppo variamente assortito di alcuni dei fantasmi meno spaventosi mai comparsi sul piccolo schermo. Dal temerario vichingo Thor (Devan Chandler Long) al donnaiolo broker di Wall Street Trevor (Asher Grodman), passando per il nativo americano Sass (Román Zaragoza), la nobile proprietaria originaria della casa Hetty (una sempre impeccabile Rebecca Wisocky), il capitano dell’esercito rivoluzionario statunitense Isaac (Brandon Scott Jones), la cantante assassinata negli anni Venti Alberta (Danielle Pinnock), la figlia dei fiori Flower (Sheila Carrasco), lo scout Pete (Richie Moriarty) e infine un numero esorbitante di spiriti morti di colera che trascorrono l’eternità auto-reclusi nella cantine della casa di Sam e Jay, i fantasmi di Woodstone House sono il vero punto di forza di Ghosts, un gruppo talmente vasto e bene assortito da rendere davvero difficile il ripetersi di dinamiche e situazioni all’interno della comedy.
La sitcom CBS, giunta ormai alla sua seconda stagione, segue in ogni episodio le vicende di Sam e Jay alle prese con gli spiriti, mentre sviluppano amicizie profonde e cercano di aiutarli a sviluppare le loro abilità e a scoprire tutto quanto di nuovo c’è al mondo. Il rapporto di co-dipendenza che si instaura tra i fantasmi di Woodstone e Sam, che in quanto unica persona a poterci interagire diventa il loro tramite con il mondo esterno, è al centro della trama di Ghosts, che pur gettando alcuni elementi di sviluppo orizzontale è prevalentemente una serie basata su episodi autoconclusivi dedicati ognuno a uno spirito in particolare. Quello che questo remake riesce a fare, e che nessuno si aspettava da una serie CBS con un budget ridotto e poche speranze di essere davvero un cavallo vincente, è raccontare il rapporto con l’aldilà in mondo nuovo, pur facendo riferimento a una tradizione ben consolidata (e spesso abusata) come quella degli spiriti e delle case infestate.
Se vi aspettate una serie che ribalti tutti gli stereotipi del genere come ha fatto What We Do in the Shadows con il mondo dei vampiri probabilmente rimarrete delusi, perché Ghosts non taglia il legame con i pilastri fondamentali del tradizione occidentale nel raccontare il rapporto con gli spiriti, ma piuttosto trova il modo di raccontarlo da una prospettiva che si allontana del canone del dramma e dell’horror per avvicinarsi invece alla leggerezza delle favole e della magia. Hetty, Thor, Flower, Isaac, Pete e gli altri fantasmi che si alternano durante le puntate della comedy CBS non fanno paura in alcun modo e anzi, spesso sono loro quelli spaventati dalle novità di un mondo che non è più il loro. Animati da una brama di conoscenza del presente alimentata per decenni e che grazie all’arrivo di Sam Arondekar possono finalmente soddisfare, questo gruppo di buffi spiriti dalle storie personali più svariate (e, lasciatecelo dire, spesso davvero esilaranti) durante la serie cerca di lanciarsi in avanscoperta nel mondo moderno, il tutto mentre ognuno di loro impara a fare i conti con sentimenti molto umani e poco spettrali come l’amore, l’imbarazzo, la paura e soprattutto uno stato di sempiterna confusione esistenziale.
Con il procedere delle puntate il rapporto tra Sam Arondekar, i fanstasmi e persino Jay, che tramite la moglie impara a conoscere gli altri abitanti della casa quasi potesse vederli anche lui, diventa sempre più affiatato e le loro avventure, che solitamente hanno inizio da segreti svelati dagli spiriti senza volerlo, sempre più folli e divertenti da guardare.
Sebbene Ghosts non sia la miglior comedy presente al momento in televisione e sebbene non ambisca certo a conquistare i premi più prestigiosi del circuito dello spettacolo, le avventure di Sam e Jay Arondekar in compagnia dei loro amici fantasmi sono qualcosa a cui difficilmente rinuncerete una volta entrati nel loro mondo. Per questa ragione ci auguriamo che l’horror comedy CBS, ancora inedita in Italia, venga presto acquistata da qualche piattaforma o trasmessa in televisione, perché nonostante la leggerezza che la contraddistingue e alcuni personaggi meno interessanti di altri, nel complesso Ghosts è una di quelle produzioni che non possono che mettere di buon umore chiunque la guardi. Non avrà l’originalità dissacrante di What We Do in the Shadows o il senso dell’umorismo impeccabile di Abbott Elementary, ma al mondo abbiamo ancora bisogno di serie come Ghosts: familiari, divertenti, semplici. Perché, in una realtà che può farsi soffocante, a volte non abbiamo altra necessità se non quella di farci una bella risata senza dover pensare a nulla.