Girls, la serie tv creata da Lena Dunham, non è – come banalmente il titolo potrebbe farci credere – la semplice storia sulla vita di quattro ragazze. Se pensate di essere incappati nella versione più scorretta di Sex and the City state pur pronti a ricredervi. Lo show targato HBO è, piuttosto, un ritratto nudo e crudo della vita e delle complicazioni, degli sforzi costanti che facciamo giorno per giorno nel tentativo disperato di aggrapparci con le unghie e con i denti al burrone che si sgretola sotto i nostri piedi. Girls è la storia dei casini infiniti che la vita ci riserva ma anche di come ognuno di noi continui a provarci. Che poi sia raccontato dal punto di vista di quattro “ragazze” è solo un elemento in più, un punto di vista molto specifico ma in cui, davvero, tutti possono ritrovarsi. Hannah, Jessa, Marnie e Shoshanna sono quattro persone sulla ventina, non sono quindi più propriamente ragazze ma neppure donne, si trovano in quella fase della vita in cui cerchi di capire chi sei e quale è il tuo posto nel mondo e lo fanno nel modo più crudo e veritiero possibile. A vent’anni pensi di avere già tutte le risposte, che non ci siano limiti alle tue possibilità e ti senti un po’ invincibile, sono ancora lontani i giorni degli acciacchi, delle mani intrecciate dietro la schiena e delle responsabilità dei trent’anni. Tutto vero, almeno si spera, ma sono anche gli anni del disagio esistenziale, quelli durante i quali non sai proprio che pesci pigliare e non ti senti di appartenere né al mondo dei piccoli ma neppure ancora a quello degli adulti.
Anche le nostre quattro ragazze si trovano alle prese con gli stessi identici problemi e dubbi, mentre fanno i conti con vite incasinate: Hannah è un’egocentrica narcisista, Marnie una manipolatrice stronza, Jessa una ribelle menefreghista e poi c’è Shosh che da brava ragazza diventa egoista e brutale, mantenendo però rispetto alle altre una certa bontà di spirito. Nessuna di loro è un modello da seguire e va benissimo così, perché nelle svariate imperfezioni che, puntata dopo puntata, escono fuori, ci sembra di poterci rispecchiare ancora di più. A unirle nelle loro differenze e caratteri, spesso inconciliabili, c’è un’amicizia che travalica ogni cosa e che le lega nonostante tutto.
Ecco allora cinque momenti indimenticabili di Girls che, seppur in maniera singolare, ci hanno ricordato cosa sia l’amicizia, quella vera.
1) 1×07 – “Welcome to Bushwick a.k.a. The Crackcident”
Fin dall’inizio della storia, è abbastanza chiaro che le protagoniste di Girls non sono affatto ordinarie.
Lungi dall’essere le tipiche ragazze della porta accanto tutte acqua e sapone o, al contrario, le ragazzacce di turno che cambieranno solo con il vero amore, le nostre quattro eroine del tempi moderni vivono in una zona di grigio e ambiguità costante. La stessa nella quale annaspiamo tutti noi ogni giorno. Nel corso delle stagioni, tutte e quattro attraversano molte sfide personali e professionali ma una costante rimane il modo in cui si sostengono a vicenda durante i momenti di difficoltà. In questo settimo episodio della prima stagione, Hannah (Lena Dunham), Marnie (Allison Williams) e Jessa (Jemima Kirke) partecipano a una festa a Bushwick, un quartiere di Brooklyn famoso per la sua scena artistica istrionica e spumeggiante. Durante la serata, però, l’aura di festa si incupisce sfociando in un litigio quando Hannah e Marnie iniziano una discussione molto accesa sui loro diversi stili di vita e sullo stato della loro amicizia. Hannah, infatti, accusa Marnie di trascurarla da quanto ha iniziato una relazione con Charlie (Christopher Abbott).
Nonostante i numerosi anni di amicizia alle spalle, Hannah e Marnie vivono un momento di profonda crisi del loro rapporto mettendo in evidenza come anche le amicizie più longeve non sono immuni ai cambiamenti e al trascorrere del tempo. Essere amici, però, significa anche superare questi momenti perché nella vita reale non sempre è tutto rose e fiori. Quando teniamo veramente a qualcuno siamo pronti a chiarire i malintesi, a metterci in discussione e, se necessario, a fare un passo indietro. Hannah e Marnie litigano aspramente ma sul finire dell’episodio si riappacificano chiedendosi scusa a vicenda.
2) 2×07 – “On All Fours”
“Video Games” è uno degli episodi apparentemente meno incisivi dello show ma che nasconde, in realtà, alcune delle lezioni più importanti che Girls ci ha trasmesso nell’arco delle sue sei stagioni. Alcune delle tematiche che vengono trattate qui sono quella della giovinezza, della ricerca di identità e del rapporto problematico con i nostri genitori. I genitori plasmano il nostro primo avvicinamento alla società, che lo vogliamo o meno, influenzando il modo in cui ci approcciamo agli altri e al mondo. Il settimo episodio della seconda stagione dimostra chiaramente come nell’amicizia, la sincerità e l’onestà siano fondamentali. Le ragazze di Girls non si fanno remore a dirsi in faccia le verità più dolorose, avendo sempre chiaro in mente l’obiettivo di aiutarsi reciprocamente a crescere. Hannah e Jessa, per esempio, sono amiche molto diverse, con personalità e approcci alla vita che spesso entrano in conflitto. In questo episodio, scopriamo finalmente qualcosa di più sul passato di Jessa e sulla relazione altalenante con il padre (Ben Mendelsohn, protagonista di The Outsider). Proprio la figura paterna ha giocato un ruolo molto importante nella crescita di Jessa e nei suoi successivi approcci con gli uomini. Hannah non può capirla a pieno ma cerca in ogni caso di aiutarla a superare le sue sfide personali. Anche quando sono messe alle strette, le due riescono sempre a trovare la strada per appianare le loro divergenze.
3) 3×12 – “Two Plane Rides”
Finale emozionante per la terza stagione di Girls che segna un punto di svolta nelle storie dei singoli personaggi e nei loro rapporti. Un episodio che mette in evidenza le sfide e le trasformazioni che le amicizie del gruppo hanno subito nel corso della serie. In questa terza stagione che, senza dubbio, cambia in maniera evidente molte delle dinamiche che abbiamo imparato a conoscere, abbiamo assistito anche a molti conflitti tra le protagoniste. Un finale di stagione che offre, quindi, una sorta di riconciliazione e riflessione sulle loro relazioni mentre ognuna delle protagoniste è alle prese con una scelta personale decisiva. Hannah decide di lasciare New York per frequentare un prestigioso workshop di scrittura nell’Iowa, Marnie sta cercando di dare stabilità alla sua vita, Shoshanna è alle prese con i suoi sentimenti per Ray, e Jessa sta cercando di capire cosa vuole fare davvero. In questo episodio, le ragazze si confrontano sui loro obiettivi, desideri e relazioni aprendo il loro cuore e mettendosi a nudo. Possono anche essere rimaste distanti per parecchio tempo ma al momento decisivo, la loro amicizia torna prepotente in primo piano. “Two Plane Rides” dimostra come le amicizie possano attraversare alti e bassi ma i rapporti genuini sono in grado di superare qualsiasi avversità.
4) 4×08 – “Tad & Loreen & Avi & Shanaz”
Ogni protagonista della serie tv è unica a modo suo, pur condividendo le stesse angosce e insicurezze. Nel modo di approcciarsi al mondo, agli uomini e alla famiglia, però, sono davvero tutte molto diverse. Se Jessa è l’emblema dei daddy issues, Shoshanna incarna lo stereotipo della finta figlia modello. D’altro canto anche la situazione familiare di Hannah è alquanto singolare ed è al centro di questo ottavo episodio della quarta stagione. Una puntata che si concentra parecchio sulla famiglia di Hannah e sulle rivoluzioni importanti che la riguardano, in particolare su suo padre, Tad Horvath (Peter Scolari). Viene infatti rivelato che Tad è gay con grande sconvolgimento di Hannah e un netto rifiuto da parte di sua madre, Loreen (Becky Ann Baker). Un episodio che introduce il coming out in Girls e che ci fa riflettere su come, contrariamente a quanto siamo abituati a pensare da piccoli, gli adulti non sono affatto degli esseri infrangibili. Si è assurdo ma quando cresciamo non diventiamo di colpo depositari della verità assoluta, le porte della felicità non si spalancano per noi e le paure non si volatilizzano al primo raggio del mattino. Con la sua solita e schietta sincerità Girls ci mostra degli adulti imperfetti che si sentono incompresi, fragili e soli. Mentre vive questa novità familiare, Hannah ha bisogno di un sostegno e di un consiglio da parte delle sue amiche che arrivano a casa sua per offrire tutto il loro supporto
5) 6×09 – “Goodbye Tour”
Prima di chiudere per sempre i battenti, Girls ci ha regalato alcune delle puntate più belle della storia della televisione.
“Goodbye Tour” è, come recita il titolo, un tour di saluti prima di iniziare una nuova vita. Un addio da parte di Hannah alle sue amiche più care, almeno sicuramente a due di loro, e un addio da parte nostra a queste straordinarie ragazze che ci hanno tenuto compagnia per sei stagioni. Dopo un cammino percorso quasi all’unisono, qualcosa inizia a incrinarsi nel rapporto tra le protagoniste portando Shoshanna, Jessa, Marni e Hannah a seguire strane molto diverse e distanti le une dalle altre. Devono crescere e maturare per poter trovare il loro posto nel mondo e, infine, ritrovarsi. Ma la loro storia non è un cerchio che le fa tornare al punto di partenza. Il viaggio personale che ognuna ha compiuto secondo tempi e modalità diverse le ha cambiate profondamente, nel bene e nel male. La festa di fidanzamento di Shoshanna diventa la scusa per salutarsi ma nulla di più. Troppe cose sono accadute, troppi ponti sono stati bruciati e non si può più tornare indietro.
Alla fine di questa stagione, c’è finalmente un senso di crescita e di comprensione reciproca tra di loro. Non sono le ragazzine che abbiamo conosciuto nella prima stagione, sono donne adulte e consapevoli. Di conseguenza anche la loro amicizia non è più quella di un tempo, trasformatosi in qualcosa di diverso, maturo e forse meno esplosivo rispetto al passato ma pur sempre solido. Shoshanna, Hannah, Jessa e Marnie ora riconoscono che le amicizie possono evolvere, ma che l’affetto e il sostegno reciproco rimarranno per sempre. Da adulti non sempre le amicizie riescono a sopravvivere, almeno non nel modo con cui le abbiamo iniziate. E va bene così perché se ne valgono la pena troveranno il modo di resistere al tempo impietoso e adattarsi.