Per tutti gli amanti dei lunghi serial con giovani donne per protagoniste e ambientati nella strabiliante New York City, parliamo di Girls. Serie tv che dal 2012 al 2017 ha portato una ventata di eccentrica novità nelle vite dei Millennials fino ai nostri giorni. Sicuramente siamo venuti a conoscenza di questa serie tv mentre si parlava di Sex and The City (qui discutiamo del suo impatto socio-culturale) o anche di Gossip Girl, perché a primo impatto, a livello di cast, location e genere, possiamo notare delle analogie. Tuttavia, le differenze sono rilevanti e curiose.
Hannah Horvat e il suo eccentrico mondo
Partiamo da Lena Dunham (Hannah Horvat) e da come sia riuscita con la sua sceneggiatura a rendere così realistica una commedia drammatica a tratti black. A come si sia avvicinata alle giovani ventenni che hanno inseguito sulla propria pelle il ricercato sogno americano. Ma anche a coloro che invece, dal proprio divano di casa a miglia di distanza, lo sognano da quando sono bambine. È evidente come il femminile ne faccia da padrone lungo tutta la storia di Girls. La protagonista indiscussa è Hannah, lei e solo lei, a cui viene recriminato in maniera ridondante il suo egocentrismo, la sua insensibilità ai problemi degli altri e il suo essere lamentosa per quasi ogni situazione a cui va incontro. Hannah, però, è pure tanto altro. È una ragazza forte e fiera di essere così ironicamente goffa, inappropriata, sovrappeso.
Fonte indiscussa dei suoi problemi e calamita per cose e persone non del tutto sbagliate, ma quasi insensate. Risulta essere inoltre una carismatica ma allo stesso tempo leggera musa del Femminismo contemporaneo. Quello ripulito dagli eccessi però, equilibrato e per nulla polarizzato. Quello che paradossalmente la avvicina a Virgina Woolf e alla sua “stanza”, il tutto colorato sicuramente in maniera più accesa.
Hannah e le sue memorie
Banana (come il padre chiama Hannah) sembra sapere sin dall’inizio cosa vuole. Desidera diventare una scrittrice e spera di avere successo nella dissacrante Grande Mela. Ecco perché cerca in tutti i modi di raccontarsi compilando un diario di memorie. Non a caso, visto che nel suo mondo è proprio lei l’asse terreste. Deve vivere quante più esperienze possibili, originali e divertenti. Anche se, per lo più, il risultato ottenuto è quello del grottesco e dell’irriverenza, il tutto condito con un sano pizzico di umorismo.
La possiamo vedere nell’episodio in cui decide di provare per la prima volta la cocaina con Elijah e si ritrova per locali con il suo esuberante amico a scambiare vestiti, balli sfrenati ed effusioni con i presenti in pista. Allo stesso modo quando si impone quasi di andare a letto con un uomo più grande di lei. Conosciuto, per altro, da neanche cinque minuti nel bar dove lavora. Tutto ciò, per poterlo raccontare.
Un’amicizia imprevedibile come le Girls
Tuttavia Hannah non è mai sola e, soprattutto nelle prime stagioni di Girls, ci sono le sue amiche pronte ad accompagnarla. C’è Marnie, con cui all’inizio condivide lo stesso appartamento e che rappresenta la voce della sua coscienza (quasi mai ascoltata). C’è Jessa, che compare all’improvviso per poi andarsene chissà dove e con chi e che spesso Hannah chiama “migliore amica”. E c’è Shoshanna, principessa all’apparenza indifesa e del tutto sopra le righe. Ognuna di loro ha qualcosa che le rende uniche, complesse e per nulla scontate. Così come a non essere scontato è il loro rapporto di amicizia.
In Girls si tratta di un’amicizia spesso di convenienza, complicata da spiegare. I sentimenti reciproci ci sono e sono anche sinceri e forti, ma le basi sono abbastanza precarie. Sicuramente questo è dovuto dai caratteri delle protagoniste. Questa infatti, andando avanti con le stagioni, sembrano a tratti incompatibili tra loro. Hannah è proiettata su sé stessa, anche se in un modo non fastidioso. Per certi versi ammirevole, se solo non fosse portata ad intossicarsi la vita da sola.
…ma hanno anche dei pregi!
Marnie è una maniaca del controllo per lo più insopportabile, frigida e insicura. Le piace cantare, ma senza fortuna nel farlo né con il sostegno di chi le vuole bene. Jessa, esattamente come Hannah, è tante cose diverse e sicuramente appare come lei un grande personaggio dinamico di Girls. Personaggio che evolve, che fa passi avanti e poi indietro. Una montagna russa, ma dietro a questo risiede un passato complicato sin dall’infanzia. Da qui, i problemi con le droghe e l’alcol, collezioni di relazioni tossiche e perdite costanti del suo centro. Nonostante ciò, Jessa si ricostruirà da sola. Troverà quello che le piace fare davvero (o forse no) e farà emergere il suo lato di donna vissuta, ma tenera e quasi materna.
Shoshanna sembra il personaggio di un manga. Logorroica in maniera buffa, puerile a tratti e sicuramente desiderosa di esserci sempre per le sue amiche e per le persone che credono in lei. Seppure le premesse di questo personaggio ci depistino, anche Shoshanna è in evoluzione come Hannah e Jessa, in quanto sarà la prima ad avvertire davvero come ognuna sembra non poterci essere davvero più per l’altra. E ciò accade crescendo, facendo scelte diverse, incappando in grandi errori. Con schiettezza ammetterà infatti, alla sua festa di fidanzamento nell’ultima stagione, di averle invitate soltanto per educazione, elencando i pesanti difetti di ognuna e annunciando dunque la fine di un’amicizia. Un’amicizia che, come detto prima, non aveva già dall’inizio chissà quali grandi aspettative di durare in eterno.
Uomini e amori complicati
Non pensate però che ci siano solo loro a farci compagnia in questa lunga avventura. Anche qualche ragazzo spunta fuori e alcuni di questi, come Adam ed Elijah, sono figure molto caratterizzate e degne di analisi. Adam si presenta come un ragazzo tormentato, del tutto anticonformista e tanto “no sense” da essere “scelto” non a caso da Hannah come amico with benefits. Anche e soprattutto nel sesso è un selvaggio, ha fantasie strane
che Hannah accetta, anche se non nell’immediato. Condizioni che la aiutano a riempire le sue memorie di racconti parossistici. Quando tra i due sboccia l’amore, una catastrofe viene annunciata, in quanto non sono in grado di vivere una relazione normale. Tutto è visto dalle loro prospettive freak, tutto è iperbolico. Questo perché Adam lo è di fatto, ma ha un cuore grande e il suo amore per Hannah è inaspettatamente più forte.
Che la loro storia sia finita perché lui e Jessa hanno iniziato a frequentarsi non lo sapremo mai. Ognuno di noi sperava potesse nascere una lunga e duratura love story. Ma senz’altro avrebbero finito per autodistruggersi o, ancora peggio, annoiarci diventando una coppia troppo tipica e dentro le righe. Elijah non sta simpatico a nessuno a primo impatto, lui era il ragazzo del college di Hannah che poi si scopre essere gay e che quindi l’aveva solo usata per capire quale fosse il suo orientamento. Superata questa fase, diventerà il suo nuovo coinquilino. L’opposto di Marnie e sicuramente simile ad Hannah in termini di narcisismo, polemica e voglia spesso di di rasentare gli eccessi. Nel divertimento ma anche nei drammi personali.
Le Girls diventano adulte e arrivano i colpi di scena
Ebbene sì, dopo tanti colpi di scena, emozioni lancinanti e inaspettate risate, le nostre Girls diventano grandi. Queste entrano nell’universo dei trent’anni e le loro strade, come predetto da Shoshanna, si separano quasi del tutto. Tanto che nella sesta e ultima stagione, gli episodi raccontano le loro vicende in modo per lo più separato, concentrando la maggior parte del racconto su Hannah. E indovinate un po’? Non poteva che rimanere incinta di un istruttore di surf di un club per donne dove si era recata per lavoro. Abbiamo una svolta per nulla contemplata dallo spettatore per la sua vita: la maternità e, niente di meno, in “giovane età”, considerato il costante suo pensiero al futuro come un luogo magico dove diventare una grande scrittrice e
rimanere sempre in balia costante delle situazioni improvvisate.
Marnie, amica perfetta… o forse no
È qui che ricompare Marnie, in quanto Hannah ha accettato un lavoro lontana dalla rumorosa New York e dove si ritrova in una grande casa ad affrontare l’ostacolo/miracolo della vita. Marnie decide di raggiungerla e di aiutarla a crescere da madre single questo figlio. Ma qui si nota subito la falla definitiva tra le due amiche. Hannah è per scelta che vuole crescere suo figlio da sola. Tanto che comunica tardi al padre che aspettava un bambino da lui e decide di vivere questa esperienza come una nuova sfida personale. Il peso della maturità e i problemi della vita adulta si sono catapultati nella sua vita. E sebbene resti sempre impacciata e nevrotica nell’affrontarli, è questo che ha deciso per il suo futuro, ormai da docente universitaria naif e non più da scrittrice.
Marnie ha deciso di raggiungerla ed aiutarla più per un fattore egoistico e di disorientamento totale riguardo al suo presente, ma soprattutto al suo futuro. Questo considerato che il talento non l’ha mai convinta davvero, che il suo partner musicale nonché marito si è rivelato un importante fallimento e non per ultimo a causa del rimorso o rimpianto del suo primo amore. Voleva qualcosa che la occupasse nel corpo e nella mente. E, dispiace dirlo, ma anche in questo fallisce. Non può che stare accanto ad Hannah sul letto in silenzio e abbracciarla, pensando malinconica a quando lo stesso facevano insieme da ragazze nel loro umile ma accogliente appartamento a New York.
Capolinea di un viaggio insieme alle Girls
Il finale “un po’ aperto e un po’ no” di Girls ci lascia con una nota nostalgica, ma senza vuoti. Siamo pieni di quanta verità c’è nelle storie dei personaggi. Questo ci fa capire che le vite patinate e glamour delle colleghe di altrettanti magnifici racconti, non sono le uniche da raccontare. Poiché appunto esiste anche il disagio, la stranezza, il dramma, i problemi mentali ed economici.
Hannah potrebbe essere una nostra vicina di casa, che cammina per strada fiera delle sue curve ma che poi piange in bagno esattamente perché non le vorrebbe del tutto. Adam potrebbe essere quel tipo solitario al bar che beve acqua perché va agli alcolisti anonimi da quando aveva 17 anni. Jessa la ritrovi seduta sui gradini di qualche stazione, piena di noia, sofferenza e tanta bellezza. Tutti gli altri sono le tante persone atipiche che spesso ci circondano e che sembrano superficiali. Ma hanno così tanta profondità d’animo, personalità e storie da raccontare, che col senno di poi vorresti aver incontrato almeno una volta nella tua vita.