È un giorno speciale per i fan di Glee: Cory Monteith, il nostro amato Finn Hudson, avrebbe spento oggi quaranta candeline. Sono passati ormai quasi nove anni dal giorno in cui l’attore è stato ritrovato senza vita, e il vuoto che ha lasciato continua a risultare incolmabile tra fan e colleghi, che non perdono occasione per ricordarlo. Dopo la morte dell’attore la produzione di Glee decise di dire addio al personaggio di Finn con un emotivo episodio tributo, The Quarterback, che ho visto non senza piangere e che credo sia uno dei più intensi di tutta la serialità televisiva. Durante l’episodio 5×03 il cast si è riunito cantando in onore di Cory Monteith nuove cover ma anche riproponendo canzoni che l’attore stesso aveva cantato in episodi precedenti, come I’ll stand by you. E in un giorno speciale come questo, non possiamo che ricordarlo anche noi, con una lista delle sue 10(+1) migliori esibizioni.
1 – Can’t fight this feeling
Partiamo dal principio. Episodio 1×01, il professor Schuester prende in mano il Glee Club del liceo McKinley e si mette alla ricerca di una voce maschile che possa essere all’altezza di duettare con quella della simpaticissima Rachel Berry. Se sappiamo tutti qual è la canzone che dà davvero vita al Club – e potete stare tranquilli, ne parleremo più avanti – ce n’è un’altra che determina l’ingresso al suo interno proprio del nostro Finn Hudson. Sto parlando di Can’t fight this feeling, il brano che canta sotto la doccia negli spogliatoi. Sentirlo cantare convince il professor Schuester del fatto che Finn debba necessariamente far parte del Club, e non esita a utilizzare metodi ben poco ortodossi per persuaderlo (o forse sarebbe meglio dire obbligarlo), come fingere di aver trovato della droga nel suo armadietto. Insomma, il Glee Club parte in modo molto etico. Resta il fatto però che l’esibizione sia intensa e significativa, un modo per il giovane Hudson di buttare fuori le sue insoddisfazioni in musica ancora prima di rendersi effettivamente conto del fatto che la musica potesse essere il suo mezzo espressivo.
2 – I’ll stand by you
Abbiamo già parlato di I’ll stand by you, uno di quei brani che non può non essere presente in questa lista. Prima che Amber Riley – AKA Mercedes Jones – la cantasse nell’episodio tributo dedicato a Cory, fu lui stesso a eseguire il brano dei Pretenders nell’episodio 10 della prima stagione, dedicato alle ballads. Finn ha da poco scoperto che Quinn, la sua ragazza, è incinta. Quello che ancora non sa è che la bambina che ha in grembo non è sua ma del suo migliore amico, però questa è un’altra storia. È proprio alla bambina, nello specifico all’ecografia nella quale può vederla per la prima volta, che Finn in veste di futuro padre dedica I’ll stand by you. Ti starò a fianco, non permetterò a nessuno di farti del male: la sua è una dedica da ragazzo spaventato ma dolce, pronto a prendersi le sue responsabilità. E subito dopo aver cantato, la madre di Finn entra in stanza e scopre che (in realtà non) sta per diventare nonna. Finn, futuro padre, è anche un figlio, e si aggrappa a lei con quella tenerezza che lui più di qualsiasi altro personaggio di Glee riusciva a trasmettere.
3 – Keep holding on
Molti episodi – e di conseguenza molte esibizioni – della prima stagione di Glee fanno riferimento alla gravidanza di Quinn. Non fa eccezione l’episodio 7, che si conclude sulle note di Keep holding on di Avril Lavigne. La canzone è proprio dedicata a una sofferente Quinn, che non sa come gestire la sua gravidanza né il fatto che la notizia stia diventando di dominio pubblico. Il Club le dedica il pezzo per farle capire che, nonostante tutto, non è sola. Ed è interessante – e forse anche un po’ strano – il fatto che a duettare siano proprio Finn, in questa fase ancora ignaro fidanzato di Quinn, e Rachel, che è già chiaramente innamorata di quest’ultimo. Piccola ammissione a margine: questa è una delle canzoni di Glee che ho inserito nella mia colonna sonora personale, quindi per me la sua presenza in questa lista è davvero imprescindibile.
4 – Losing my religion
Si parla di fede nell’episodio 2×03. Tutto parte da un toast con bruciature simili al volto di Gesù, il “santo panino” al quale Finn chiede che i suoi desideri vengano esauditi. C’è chi ha fede e la porta avanti con devozione e fin troppa convinzione, chi come Kurt al contrario è convintamente ateo e non sopporta che ci si affidi a Dio, soprattutto in un momento per lui molto delicato come quello in cui teme per la vita di suo padre. E poi c’è proprio Finn, colui dal quale ha origine il tutto, che durante l’episodio sente vacillare la sua fede, il contatto che sentiva di avere con il divino (attraverso il suo toast). E quindi, sempre alla maniera di Glee, manifesta i suoi dubbi attraverso Losing my religion, pezzo del 1991, forse la canzone più conosciuta dei R.E.M. Fede o non fede, fortunatamente Finn si rende poi conto di non poter basare le sue credenze religiose su un panino e, dopo un numero di giorni che forse è meglio non calcolare, lo mangia.
5 – Just the way you are
Siamo ancora nella seconda stagione, ma all’episodio 8. È il matrimonio di Burt e Carole, il padre di Kurt e la madre di Finn. L’inizio della relazione fra i due non era stata presa proprio benissimo dal giovane Hudson, e la fratellanza con il suo compagno del Glee Club non era cominciata nel migliore dei modi. Il matrimonio è però il coronamento del percorso di creazione di quella che sarà a tutti gli effetti una famiglia nelle stagioni a venire, un nucleo che si farà sentire in modo molto forte anche durante il già citato episodio The Quarterback. Ma non divaghiamo. È proprio durante il ricevimento del matrimonio che Finn si esibisce in Just the way you are, una canzone d’amore che non viene dedicata al suo rapporto sentimentale con Rachel ma proprio a quel fratello che finalmente sente come tale. L’esibizione è toccante, Finn e Kurt sono felici di ciò che si sta creando, i loro genitori sono orgogliosi e noi spettatori siamo davvero emozionati.
6 – Girls just wanna have fun
Se Cyndi Lauper canta l’originale di Girls just wanna have fun con tutta l’energia che la contraddistingue, la versione acustica di Cory Monteith in Glee è molto più romantica ed emotiva. Siamo nell’episodio sette della terza stagione, nel pieno del percorso che Santana sta facendo di accettazione della propria sessualità. Il Glee Club cerca di sostenerla come può e come sa – cantando – ma lei fa, come al solito, molta fatica a farsi aiutare e a comprendere che ci sono persone che le vogliono davvero bene. Finn ha con Santana un rapporto molto complesso, le vuole davvero bene e il fatto di aver vissuto proprio con lei la sua prima volta lo lega a Santana indissolubilmente. Le dedica quindi una canzone che canta a modo suo, commovente e intenso, e che riesce ad aiutarla a essere più umana, e ad amarsi un po’ di più.
7 – Paradise by the dashboard light
Definire una lista delle migliori esibizioni di Glee non è un’operazione semplice, e tantomeno lo è fare una lista dedicata a un singolo personaggio, soprattutto quando si tratta di uno come Finn. La quantità di canzoni che ha cantato è davvero enorme fra assoli, duetti ed esibizioni di gruppo, e ogni scelta determina l’esclusione di altri pezzi che sono comunque a loro modo incredibilmente potenti. In questa lista non si può non includere un brano proveniente dalle innumerevoli gare alle quali il Glee Club partecipa. Pretending, Somebody to love e troppe altre: per contare le esibizioni potenti fra provinciali, regionali e nazionali nelle diverse stagioni ci vogliono ben più delle dita di una mano. Ma tocca sceglierne una, e dopo un’attenta riflessione la scelta è ricaduta su Paradise by the dashboard light di Meat Loaf. Siamo nell’episodio 21 della terza stagione, alle nazionali che saranno finalmente vinte dalle Nuove Direzioni. I ragazzi portano un medley di The edge of glory, It’s all coming back to me now e, appunto, Paradise by the dashboard light. Un’esibizione che è energia pura, in cui tutti fanno la loro parte ma Finn e Rachel un po’ di più. È la degna conclusione di un percorso fatto di tante gare e di una vittoria nazionale fino a quel momento solo sfiorata. È davvero il modo giusto per i più grandi di dire addio alle esibizioni agonistiche, e noi già rimpiangiamo questa formazione del Club.
8 – Glory days
Non so voi, ma la terza stagione di Glee è di gran lunga la mia preferita. Molti dei personaggi principali raggiungono il punto più importante della loro maturazione, sono ancora tutti alla McKinley High e ci sono alcune fra le esibizioni più belle della serie. La stagione si conclude con la cerimonia del diploma per i ragazzi dell’ultimo anno, con la non cerimonia di matrimonio fra Finn e Rachel e con la partenza di lei per New York. Il duetto finale della coppia, Roots before branches, è la degna conclusione di quella che possiamo definire come la prima parte della serie, ma come molte delle esibizioni di Glee Rachel tende a risultare preponderante. Un brano molto più adatto a questa lista e proveniente dallo stesso finale di stagione è invece Glory days, cantato in versione originale da Bruce Springsteen e in cover da Finn e Puck. Un duetto fra amici, e molto più equilibrato. La classe del 2012 riceve i diplomi, Finn suona la batteria, Puck la chitarra. È una rivincita per Puck che ha rischiato di perdere l’anno, per la sua amicizia con Finn duramente messa alla prova più volte nel corso delle stagioni, per tutti i membri del Glee Club che ce l’hanno fatta. E per tutti noi, che siamo pronti a vivere con loro i giorni di gloria.
9 – Don’t speak
L’episodio 4×04 di Glee determina la fine di buona parte delle storie d’amore cresciute durante la terza stagione. Fra queste, quella fra Finn e Rachel e quella fra Kurt e Blaine, che oltretutto sono tra le coppie più amate di tutta la serie. Ma non si può pretendere che due coppie nate fra le mura del liceo restino sempre insieme, e infatti per entrambe una serata a New York diventa il momento giusto per dirsi ciò che non va, e anche per confessarsi dei peccati nemmeno poi tanto piccoli. L’episodio è molto intenso e due canzoni in particolare lo rendono tale: la cover di The scientist dei Coldplay e soprattutto quella di Don’t speak dei No doubt. Il brano è cantato da Kurt, Blaine, Finn e Rachel, un doppio duetto che mette – provvisoriamente – la parola fine alle loro relazioni e carica un bel peso sui nostri cuori già provati. Finn è in un periodo a dir poco difficile, senza la sua ragazza né prospettive future, e questo momento ne determina un passaggio fondamentale. Andando dalle strade della Grande Mela alle loro camere da letto, i quattro si voltano ognuno dalla propria parte e spengono le luci nella stanza e sul loro rapporto. Per ora.
10 – We’ve got tonite
Questa lista si conclude emotivamente con l’ultimo duetto cantato da Cory Monteith e Lea Michele: We’ve got tonite. Siamo al quattordicesimo episodio della quarta stagione, quello in cui Will ed Emma avrebbero dovuto pronunciare il loro Sì, lo voglio. Emma però scappa via, lasciando un depresso professor Schuester e un ricevimento che ormai era già stato pagato. La festa di matrimonio dunque si fa – pur senza matrimonio – ed è l’occasione per i ragazzi del Glee Club e per quelli che ormai sono già diplomati di vedersi e, in alcuni casi, riavvicinarsi. È proprio quello che succede a Finn e Rachel, che dopo essersi lasciati all’inizio della stagione, capiscono che fra loro non è davvero finita. Finn ne sembra ben convinto, Rachel è un po’ più restia, ma terminano la serata insieme e anche nelle puntate successive si capisce che il loro è un riavvicinamento concreto. I fan di Glee già gioivano per la coppia che, sapevamo tutti, si sarebbe riformata. Le cose poi, purtroppo, sono andate diversamente: le serie tv possono poco quando la vita ha altri piani.
10+1 – Don’t stop believin’
Ve l’avevo detto che il suo momento sarebbe arrivato. Qualunque lista delle migliori esibizioni di Glee non può non contenere Don’t stop believin’ nella sua primissima versione, quella della 1×01. Nel corso della serie diverse volte il brano dei Journey è stato re-interpretato, ma questa è l’esibizione che ha dato effettivamente linfa alle Nuove Direzioni e per questo merita di giocare un campionato a parte. Finn, Rachel, Kurt, Tina, Mercedes e Artie hanno dato vita a un capolavoro con un’interpretazione che ormai è famosa almeno tanto quanto l’originale. È la prima volta in cui il professor Schuester si rende conto di avere davvero davanti un gruppo di giovani che vogliono esprimersi in musica. Così ha inizio il Glee Club e inizia anche il nostro amore per la serie, uno di quelli viscerali, che a distanza di anni ancora ci fa emozionare ogni volta che sentiamo una loro cover – pur rendendoci conto dei tanti elementi che oggi la rendono un tantino trash. Insomma, un amore che ci ricorda che being part of something special makes you special.