Sei stagioni, 121 episodi, oltre 700 esibizioni tra cover e canzoni originali. I numeri di Glee sono impressionanti e tali per cui scegliere solo 10 canzoni che potessero fare parte di questa classifica si è rivelata un’impresa più ardua del previsto, che ha visto essere necessariamente escluse alcune delle performance che hanno contribuito a consacrare Glee allo status di cult generazionale, nonché di capolavoro musicale.
Esibizioni intoccabili come Teenage Dream cantata da Blaine al pianoforte o Valerie reinterpretata alla perfezione da Santana non trovano spazio in questa classifica, così come alcuni dei migliori numeri corali del Glee Club, quali To Sir with Love, We Are Young, Loser Like Me, I Still Haven’t Found What I’m Looking For o Keep Holding On. Ogni Gleek ha delle preferenze personali e la verità è che una classifica come questa, per quanto ragionata, non potrà evitare di contenere almeno un pizzico di arbitrarietà , tale da contrariare quei fan che per una ragione o per l’altra si sentono particolarmente legati a performance che non rientrano nella nostra Top 10.
In ogni caso, speriamo che ricordarvi di queste esibizioni possa ancora una volta essere per voi il promemoria della grandezza di Glee, la serie delle meraviglie, un’avventura che non ha pari in televisione per la capacità di rendere lo spettatore parte della narrazione. E, come disse una volta la saggia Rachel Berry, “far parte di qualcosa di speciale rende speciali.”
10) Defying Gravity
Uno dei grandi meriti di Glee è avere portato sul piccolo schermo alcune delle migliori canzoni provenienti dal mondo di Broadway, nonché alcune delle più grandi star dei musical al mondo, tra cui Kristin Chenoweth (interprete di April Rhodes) e Idina Menzel (la madre di Rachel e coach di canto coreografato Shelby Corcoran). Sono proprio Chenoweth e Menzel le interpreti della versione originale di Defying Gravity, straordinario duetto tratto dal musical Wicked, la cui cover in Glee risulta essere una delle migliori mai messe in scena nella serie. Rachel e Kurt si sfidano sulle note – altissime – della canzone, dando sfogo alla loro rivalità in un’esibizione che rivela tutto il talento di due dei più dotati tra gli artisti del Glee Club. Una canzone che sia Rachel che Kurt sentono come propria, che si inserisce perfettamente all’interno della loro storia. L’integrazione tra la complessità psicologica dei suoi protagonisti e l’uso della musica per dare sfogo alle loro emozioni di cui fa uso frequente Glee trova in Defying Gravity la sua massima rappresentazione, dando origine a una performance da brividi.
9) Born This Way
Glee è prima di tutto una storia di accettazione, degli altri, del mondo, ma soprattutto del sé. Il tema dell’accettazione pervade l’intera serie, ne è il collante anche nei momenti in cui la narrazione sembra smarrirsi, anche quando i personaggi sembrano aver perso la loro luce. Perciò l’esibizione delle Nuove Direzioni sulle note di Born This Way di Lady Gaga, indossando quelle semplici magliette bianche che riportano sopra incisi i motivi di maggiore disagio per ciascuno dei membri del Glee Club, è fondamentale all’interno della serie, è un riassunto fenomenale di quello che è il messaggio più profondo che Glee non nasconde mai. Una performance diretta ed emozionante, che vede i protagonisti della serie di Ryan Murphy rivendicare il loro diritto alla felicità e alla completa accettazione, anche quando sembra una sfida impossibile. Ma quando si tratta di Glee, impossibile è una parola che perde di significato.
8) If I Die Young
Una canzone che, come i fan di Glee sanno bene, si è rivelata tristemente profetica.
Il più carico di emotività tra gli assoli di Santana Lopez (qui vi raccontiamo come la st****a di Lima Heights è cambiata dalla prima all’ultima stagione di Glee) è una poesia sull’incomprensibilità della morte che sopraggiunge troppo presto, sulla “lama affilata di una vita troppo corta”. La performance è quella che Santana dedica a Finn, o meglio, che Naya Rivera dedica a Cory Monteith, in The Quaterback, l’episodio di Glee dedicato alla morte del suo protagonista. La voce di Naya è sporcata dall’emozione, trema, eppure è perfetta nelle sue sbavature. Un’esibizione capace di far cadere più di una lacrima sul volto degli spettatori, tanto più con la consapevolezza del triste destino che avrebbe poi atteso la talentuosissima Naya Rivera.
7) I Lived
La spettacolare esibizione corale con cui si conclude Glee non poteva mancare in questa classifica. Mentre vediamo tornare sul familiare palco del McKinley tutti i protagonisti che ci hanno accompagnato per ben sei stagioni, capiamo ancora una volta quale sia stata la grandezza della serie di Ryan Murphy, nonostante gli alti e i bassi, nonostante quelle ultime stagioni in discesa, nonostante la tragedia e la crescita. Glee è la storia di alcuni ragazzi che, sperduti e incompresi, comprendono che in fondo esiste al mondo un posto anche per loro e così iniziano a vivere. I Lived degli One Republic rappresenta allora la conclusione perfetta della serie, è un inno alla vita potente eppure commuovente, che ricorda che il dolore della sconfitta è una presenza costante che tuttavia può trasformarsi in forza vitale, in amore, in canto liberatorio.
6) Rumor Has It/Someone Like You
Forse Glee non avrà inventato i mash up, ma di certo li ha elevati fino a farli diventare iconici.
Tra i numerosi mash up portati in scena nella serie, non tutti ugualmente memorabili, ve ne sono due che spiccano per la perfezione assoluta con cui sono stati integrati tra loro due brani musicali: Umbrella/Singin’ in the Rain (episodio 2×07) e Rumor Has It/Someone Like You (3×06). Tuttavia il secondo è, senza alcun dubbio, il migliore di tutta la serie. Se fare una cover di Adele è difficile, allora possiamo dire che con questa performance Glee riesce in un’impresa quasi impossibile: fare meglio dell’originale. L’armonia perfetta delle voci di Santana e Mercedes, la coreografia delle Note Moleste e la rabbia e la passione di cui è pervasa l’intera esibizione rendono Rumor Has It/Someone Like You uno dei momenti musicali più alti dell’intera serie.
5) Nazionali: The Edge of Glory/ It’s All Coming Back to Me Now/ Paradise by the Dashboard Lights
Una performance complessa, lunghissima, coinvolgente, straordinaria. Il medley con cui le Nuove Direzioni vincono le Nazionali nella terza stagione di Glee è semplicemente perfetto, non contiene alcuna sbavatura.
L’apertura dell’esibizione con The Edge of Glory di Lady Gaga cantata dalle Nuove Direzioni mostra come forse mai prima di allora il talento e la poliedricità delle voci femminili del Glee Club, mentre It’s All Coming Back to Me Now di Celine Dion è uno degli assoli più potenti tra quelli cantati da Rachel Berry (Lea Michele) all’interno della serie. Infine la conclusione dell’esibizione sulle note di Paradise by the Dashboard Lights di Meat Loaf dimostra una volta per tutte che anche in quanto a coreografie le Nuove Direzioni non hanno da invidiare niente a nessuno, nemmeno ai temuti rivali, i Vocal Adrenaline.
4) Don’t Stop Believin’
Glee è, senza se e senza ma, Don’t Stop Believin’.
La canzone dei Journey è diventata l’inno della serie, il promemoria costante dell’importanza di non smettere di credere nei propri sogni e nelle proprie capacità , il canto degli esclusi e dei reietti che trovano finalmente il proprio posto nel mondo. Le performance di Don’t Stop Believin’ nel corso della serie sono diverse (sei in totale, più di qualsiasi altra canzone), le più importanti delle quali sono quella che si trova alla fine del primo episodio e quella che invece viene messa in scena durante il secondo dei due episodi della quinta stagione dedicate alla celebrazione dei 100 episodi di Glee.
Qualsiasi Gleek ricorda le parole e la coreografia di quella primissima esibizione di Don’t Stop Believin’ a memoria, mentre quasi tutti concorderebbero nell’affermare che è stato in quel momento che si sono innamorati della serie.
3) Somebody to Love
Il 3 novembre 2009 andava in onda “The Rhodes Not Taken”, il quinto episodio di Glee. Era il 3 novembre 2009 quando l’esibizione di Somebody to Love consacrava definitivamente la serie come un fenomeno mondiale.
La prima esibizione dei 12 membri originali delle Nuove Direzioni al completo ha avuto una risonanza mediatica senza precedenti, è entrata subito nella classifica delle canzoni più vendute in tutti gli Stati Uniti d’America (al ventottesimo posto) e ha contribuito fortemente alla trasformazione di Glee a cult generazionale. La performance di Somebody to Love emoziona perché è sincera, senza fronzoli, solo le voci potenti delle Nuove Direzioni accompagnate da una coreografia semplicissima, che canalizza tutta l’attenzione sulla forza delle vocalità e del desiderio di essere ascoltati dei protagonisti.
2) Smooth Criminal
L’esibizione che ha praticamente fatto sì che un intero fandom iniziasse a shippare Santana, una donna lesbica, con Sebastian, un uomo gay.
Naya Rivera e Grant Gustin ci regalano una performance carica di tensione, un duetto dal quale è impossibile staccare gli occhi anche solo per un secondo. La voce calda di Naya si sposa alla perfezione con quella della sua controparte ed entrambe vengono esaltate al massimo dall’accompagnamento musicale a opera dei 2Cellos, duo di violoncellisti di fama mondiale famosi per le loro cover di canzoni contemporanee.
Tra le numerose, splendide esibizioni dedicate a Michael Jackson durante Glee, molte delle quali – compresa questa – all’interno dell’episodio della terza stagione Michael, che esplora la rivalità tra le Nuove Direzioni e gli Usignoli, Smooth Criminal è quella che più di tutte è riuscita a rendere onore all’originale gioiello del Re del Pop.
1) Bohemian Rhapsody
Il finale della prima stagione di Glee ci regala la performance più intensa della serie, nel quale alle note del capolavoro dei Queen si uniscono le immagini del parto di Quinn, in una fusione che rasenta la perfezione assoluta.
“Forse non in molti sapranno che durante quella esibizione ho perso 5 kg” – dichiara Jesse St. James (interpretato da Jonathan Groff, forse quello che ha avuto il maggiore successo tra tutte le star di Glee) in Nationals, episodio finale della terza stagione, riferendosi proprio alla sua straordinaria cover di Bohemian Rhapsody, cantata in occasione delle primissime Regionali della serie. La frase è chiaramente una delle classiche esagerazioni teatrali che arricchiscono la sceneggiatura e hanno contribuito a elevare Glee allo stato di cult, ma non si può negare che renda perfettamente l’intensità e la complessità di questa esibizione.
Certo, all’epoca tifavamo tutti per le Nuove Direzioni e la vittoria dei Vocal Adrenaline capitanati da Jesse è stata un duro colpo, ma con il senno di poi è necessario essere oggettivi: non c’è mai stata competizione, se si parla di canto coreografato non c’è medley dei Journey che possa reggere il confronto con questa performance talmente perfetta da essere stata definita una delle migliori versioni di Bohemian Rhapsody mai messe in scena, tanto da essere paragonata alla grandezza dell’originale.