Da poco più di un mese è approdata su Netflix la seconda stagione di Glow. Anni ’80, wrestling, comicità e semplicità fanno della Serie un prodotto davvero unico, divertente e piacevole da vedere. I fan sono preoccupati perché non è stata ancora annunciata la terza stagione. Quale destino attende le nostre ragazze del ring?
In questa seconda stagione, vediamo le nostre wrestler lavorare duro per far crescere il loro show. Il difficile rapporto fra Ruth e Debbie è il perno attorno al quale ruota la storia. Ruth è inoltre la protagonista di un triangolo amoroso con Sam e il cameraman Russell. Anche le altre ragazze avranno un approfondimento psicologico e narrativo più ampio, come ad esempio Tammé (aka Welfare Queen), o lo stesso Sam alle prese con sua figlia Justine e il suo passato da regista. Il wrestling e lo show stesso crescono sia in termini di spettacolo che in termini di lotta. Punto di forza della Serie è il suo ritmo. Grazie al suo formato infatti, con episodi di 26 minuti (fatta eccezione per l’episodio finale), il prodotto risulta molto più fruibile e la storia non è mai noiosa o ripetitiva.
Gli autori di Glow hanno ben in mente il fattore multi schermo tanto caro a Netflix. Questa Serie infatti potremmo definirla “smart” in quanto è fruibile in qualsiasi luogo, dalla pausa pranzo in ufficio al tragitto in treno tornando dall’università, grazie al supporto di smartphone o tablet.
La cura per i dettagli è altissima e semplicissima al tempo stesso. La semplicità infatti è padrona indiscussa della serie, il non prendersi troppo sul serio diventa un mantra da seguire. Grazie a questo, i personaggi diventeranno ancora più empatici e caratterizzati. Sam è forse quello che più di altri in questa stagione è cresciuto. Interpretato da Marc Maron, grazie al suo baffo, al suo essere cinico e alla su bella dose di humor, è l’anima della serie. È lui la chiave d’accesso ai mitici 80’s, minuziosamente ricostruiti grazie a playlist cariche di nostalgia (altro elemento fondamentale), costumi, citazioni cinefile fino ad arrivare al Wrestling stesso, facendo rivivere i tempi d’oro di Hulk Hogan e Bruno Sammartino.
Una menzione speciale va alla geniale puntata 2×08, che con un formato vhs e uno stile registico adattato al contesto di quegli anni, ci fa quasi dimenticare di essere nel 2018, catapultandoci in quell’America degli anni ’80 che riesce sempre a strapparci più di un nostalgico sorriso.
Infine, arriviamo a quello che è forse il più grande pregio di Glow. La già citata semplicità porta questa Serie a parlare di argomenti scomodi e attuali, come le molestie sulle donne o l’omosessualità, senza essere mai stucchevole. Le tematiche femminili sono molto più sincere rispetto a prodotti osannati come The Handmaid’s Tale, che con i suoi enormi sermoni femministi rischia di far addormentare lo spettatore senza lanciare una vera critica costruttiva. Anche l’omosessualità è qui raccontata con l’unico strumento con cui andrebbe fatto: la normalità.
Glow è girl power alla massima potenza e riesce a sensibilizzare ed emozionare per la sua spontaneità. In questa serie apprezzerete le donne in quanto tali, senza mezze misure.
La nota amara però è che ancora non si sa nulla su di una sua terza stagione. I fan sono preoccupati, ritrovandosi così nella stessa situazione in cui le ragazze si trovano nella Serie: avere un prodotto di alta qualità tra le mani senza conoscerne il destino. Mandiamo quindi un forte appello a Netflix: questa serie DEVE essere rinnovata.