ATTENZIONE: l’articolo che stai per leggere potrebbe contenere spoiler su God’s Favorite Idiot!
Leggera, spassosa, divertente, o mortalmente noiosa: sono queste le due facce con cui si presenta God’s Favorite Idiot, il Giano bifronte delle nuove proposte comedy di Netflix. Lo show è disponibile sulla piattaforma dal 15 giugno e comprende otto episodi da poco più di venti minuti l’uno. L’idea originaria era quella di presentare un’unica stagione da sedici puntate, poi però la serie è stata divisa in due tronconi e, se tutto – come sembra – dovesse andare per il verso giusto, nel giro di qualche mese dovremmo avere anche un secondo ciclo di episodi con un finale conclusivo. A tracciare la rotta di God’s Favorite Idiot è Ben Falcone, attore e regista che ci ha sempre abituati alla leggerezza e che qui è protagonista e produttore, oltre che creatore. Il cast è striminzito – una decina di personaggi in tutto -, gli episodi sono brevi e chi sceglie di guardarla non fatica molto ad arrivare alla fine. Anche perché le premesse sembrano essere interessanti.
Clark (Ben Falcone), un uomo assolutamente ordinario, viene folgorato da un fulmine nel giardino di casa, ma ne esce incredibilmente illeso. Qualche giorno più tardi però, si accorge che qualcosa è cambiato in lui. Clark brilla, nel senso che spesso e volentieri è cosparso da un’aura dorata che lo fa risplendere di luce propria. Una specie di lampadina, ma con uno scintillio diverso. Una roba trascendentale. I colleghi – gli unici amici che Clark conosce – se ne accorgono, anche se all’inizio faticano a vincere lo scetticismo. La prima ad imbattersi nel “miracolo” è Amily (Melissa McCarthy) – con la “A” -, la compagna di lavoro di cui il protagonista è segretamente innamorato. L’alchimia tra i due, che nella vita reale sono marito e moglie da diciassette anni, non ci mette molto a prevalere, così Clark e Amily diventeranno alleati in quella che si preannuncia una battaglia per la salvezza del mondo.
God’s Favorite Idiot è solo l’ennesimo prodotto televisivo che tratta il tema della religione (The Good Place è un altro) e lo fa con assoluta leggerezza e senza nessuna particolare ambizione.
Il protagonista è stato scelto da Dio per compiere una missione: diffondere il messaggio e far capire agli umani che tutti hanno ragione su Dio, dai cattolici ai buddhisti, dagli islamici agli induisti. La prospettiva delineata dalla serie è interessante perché si tratta di capire come un uomo qualunque possa reagire dinanzi alla manifestazione di forze imperscrutabili e di come possa fronteggiarle rimanendo fedele a se stesso. Angeli, diavoli e Cavalieri dell’Apocalisse giocano la partita per la fine del mondo nel tragitto che Clark compie da casa all’ufficio, in una giornata ordinaria da lavoratore medio americano. Potrebbe esserci tanto materiale per imbastire una satira pungente sulla religione e sulla relazione tra l’uomo e il divino, ma God’s Favorite Idiot si ferma un isolato prima. Lo show di Falcone vorrebbe coniugare leggerezza e sarcasmo, ma non sempre vi riesce. Eppure, la serie ha già conquistato una folta schiera di ammiratori.
L’umorismo di Melissa McCarthy è indubbiamente uno dei punti forti della serie. L’attrice, da co-protagonista, riesce a rubare la scena al marito. I suoi affondi sarcastici sono il pezzo pregiato di God’s Favorite Idiot e certamente una delle ragioni principali che spingono gli spettatori a guardare lo show per intero. La comicità del duo Falcone-McCarthy è d’altronde ben collaudata, reduce da anni di collaborazione sul set che hanno prodotto sempre buoni risultati. God’s Favorite Idiot non è esplosiva, ma prova a restare in scia e a quella comicità e a quella leggerezza guarda per tutto il tempo. La presenza di Leslie Bibb in versione Satana sexy dovrebbe aiutare in questo senso, anche se il suo personaggio a volte funziona, altre volte un po’ meno.
La questione che bisogna porre è tuttavia un’altra: God’s Favorite Idiot brilla di luce propria oppure no?
Perché gli spettatori su questo punto sono divisi e i commenti a margine contrastanti. C’è chi l’ha trovata spiritosa e in qualche modo persino geniale e chi, al contrario, superato lo step del secondo episodio, avrebbe già voluto abbandonarla. Perché piace tanto e perché è, allo stesso tempo, così detestabile? Naturalmente pesano sul giudizio finale i gusti personali di ogni singolo spettatore. God’s Favorite Idiot ha però degli spunti interessanti che stuzzicano la curiosità del pubblico. La prorompenza di un’attrice come Melissa McCarthy, le gag demenziali, le potenzialità della trama riescono ad attirare una certa tipologia di spettatore, magari non eccessivamente pretenzioso e in cerca di qualcosa di poco impegnativo da guardare. La percentuale di utenti Netflix a cui lo show è piaciuto non è bassa, soprattutto considerando il tema trattato. Il finale sospeso della prima stagione poi, ha acceso la curiosità sul prosieguo dell’intreccio che, se non tarderà ad arrivare, avrà riscontri positivi in termini di visualizzazioni.
God’s Favorite Idiot è una serie che si può amare, tutto sommato. Ma anche detestare. Falcone, in diverse occasioni, si è rivelato un protagonista un po’ debole e anche gli altri personaggi hanno faticato a trovare una loro ragion d’essere all’interno dello show. Tutte le sottotrame e i filoni secondari sembrano fondamentalmente scollegati rispetto alla vicenda principale, che appare invece come un flebile bisbiglio di sottofondo. Il tema della religione e del rapporto col divino si presta molto alla narrazione comica – alcuni cult del genere comedy come Una settimana da Dio ne sono la prova – ma molti di quelli a cui la serie non è piaciuta hanno rilevato qui una mancanza sostanziale di idee e una presa insufficiente sul pubblico. God’s Favorite Idiot non brilla esattamente come il suo protagonista. C’è chi vi ha individuato un luccichio sfavillante in alcuni punti, chi invece proprio non riesce a mandarla giù. Ben Falcone con questo show si è guadagnato un numero consistente di fan, ma anche altrettanti inappagati avversatori. God’s Favorite Idiot fa parte di quella schiera di serie tv che si odiano e si amano con la stessa intensità. Ma poco importa perché, che sia nel bene o nel male, l’importante è sempre che se ne parli…