La terza stagione di Gomorra ci porta a Napoli centro, oltre che nelle sue già note periferie. Tra i luoghi più visti, c’è il quartiere Forcella, scorci di Rione Sanità e l’Hotel Mignon che affaccia sulla Stazione Garibaldi.
Gomorra e Napoli, odio e amore. Dalla prima puntata andata in onda su Sky Atlantic, la Serie, ispirata al romanzo di Roberto Saviano, è stata al centro di polemiche. C’è chi sostiene che fomenti il concetto di malavita, chi invece ribadisce quanto sia necessario conoscere la malavita.
Per qualcuno, Gomorra rappresenta una pubblicità negativa per l’hinterland di Napoli, ma con questa terza stagione abbiamo avuto modo di entrare negli angoli più caratteristici di Napoli.
Le prime due stagioni ci hanno mostrato le periferie della città, Secondigliano e Scampia, il cuore pulsante della miseria e della delinquenza.
Le Vele, progetto dell’architetto Franz Di Salvo, rappresentano lo scorcio simbolo di Scampia; sorgono con l’inizio degli anni ’60, in seguito a un progetto abitativo volto a estendere la città di Napoli.
Negli ultimi anni, sia per il film, che per la Serie, sono al centro dell’attenzione pubblica per l’evidente degrado in cui versano, non solo da un punto di vista strutturale ma anche sociale: la delinquenza, l’incuria del pubblico e l’abusivismo sono padrone della zona.
La prima volta che li vediamo sono in una pizzeria, nella Serie di proprietà di Carmela, sorella di Enzo. Nella realtà invece, la migliore pizza di Napoli, come dice Enzù, è l’Antica Pizzeria Capasso a due passi dalla Porta di San Gennaro.
I ragazzi di Sangue Blu ci portano tra i vicoli di Forcella. In Via Duomo, presso la Chiesa di San Giorgio Maggiore, si può ammirare il murales dedicato a San Gennaro, regalato alla città nel 2015 dall’artista Jorit Agoch. I palazzi, il condominio stesso di Enzo presentano al loro ingresso momenti votivi, con statuette raffiguranti la Madonna, che simboleggiano la grande fede della città.
A bordo dei loro scooter, i ragazzi di Forcella girano tutta la città, si infilano nel traffico, nei vicoli, e costeggiano il Lungomare Caracciolo, con il meraviglioso Castel Dell’Ovo in bella vista.
I luoghi di incontro e di contrattazione sono quelli meno in vista, proprio a rappresentare la faccia nascosta di una città sempre vivace, allegra e colorata: nella Napoli sotterranea il Sistema si incontra, discute e decide il futuro.
Anche Patrizia, figlia di Scampia, arriva in luoghi a lei ignoti. Sarà sui tetti della Galleria Umberto quando farà da tramite di Genny Savastano e incontrerà gli uomini del Sistema.
Lo Sciarmant’, parte importantissima del Sistema, ci porta a Mare Chiaro, uno dei luoghi più amati di Napoli. Qui, su una terrazza che affaccia sul mare, hanno luogo i festeggiamenti per una prima comunione che verrà però disturbata da una resa dei conti.
Le scignitell’ di Scampia arrivano in sordina a Napoli Centro. Nelle scene finali ci portano anche al porticciolo di Mergellina. Saliranno su un gommone che li porterà in mare aperto, dove Sangue Blu e i suoi compagni li aspettano su uno yatch. Qui però una svolta incredibile per la Serie avrà luogo.
Visto già nella scorsa stagione, il Cimitero di Chiaiano viene riproposto: lì Ciro cerca vendetta ma anche redenzione. È lì dove la fine di ogni giorno ha luogo, come dice Don Pietro. Benché abbia scarso interesse turistico, questo è un luogo cruciale per la Serie, che, come la Barriera di Game of Thrones, rappresenta un equilibrio instabile.