Come accade sempre nell’ultimo mese del calendario, anche per le serie tv italiane è arrivato il momento di bilanci. Quest’anno le piattaforme di intrattenimento, come Netflix, Sky e Amazon Prime Video, ci hanno regalato degli ottimi prodotti Made in Italy. Per alcuni è stato un debutto, come per Anna di Niccolò Ammaniti, mentre per altri è stato piuttosto un addio, come la quinta e ultima stagione di Gomorra che andata in onda lo scorso 17 dicembre su Now Tv e Sky Atlantic. Se già vi sentite proiettati verso il futuro e trepidate in attesa di gustarvi le nuove serie tv che usciranno il prossimo anno, qui trovate le 5 nuove serie tv più attese dai fan nel 2022. Prima di buttarci a capofitto nelle nuove avventure seriali però, fermiamoci un istante e passiamo in rassegna l’anno ormai agli sgoccioli. Le 10 serie tv italiane che abbiamo inserito in questa classifica dei prodotti più riusciti del 2021, come Gomorra, oltre a essere state le più seguite, sono quelle che – a nostro avviso – si sono distinte per l’elevata qualità e, sopra ogni cosa, per originalità e coraggio.
Ecco quindi le 10 serie tv che hanno debuttato nel 2021, oppure che sono uscite quest’anno con un nuova stagione (come Gomorra 5), che hanno saputo distinguersi per coraggio, qualità e originalità.
10) Tutta colpa di Freud – La serie
Apre la classifica una commedia co-prodotta da Amazon Prime Video, creata da Paolo Genovese, Chiara Laudani e Carlo Mazzotta e ispirata all’omonimo film del 2014, dello stesso Genovese. La vicenda ruota intorno alla vita di Francesco (Claudio Bisio), uno psicoanalista milanese cinquantenne che soffre di attacchi di panico e decide di andare in analisi, dalla terapista Anna (Claudia Pandolfi). Al suo fianco troviamo il migliore amico, Matteo, un NCC (Max Tortora) e le sue tre figlie. La figlia maggiore, Sara (Caterina Shulha), che dovrebbe sposarsi con il suo fidanzato; Marta (Marta Gastini), una ricercatrice universitaria e la più piccola, Emma (Demetra Bellina), fresca di liceo. Tra gli altri personaggi, troviamo Claudio, il manager di una web agency, Luca Bizzarri, e Stefania Rocca nei panni di una cacciatrice di teste. La serie è divertente ma introspettiva. È ben eseguita e, sebbene segua le stesse dinamiche del film, prende le distanze dalla versione cinematografica con Marco Giallini. Il risultato è una miniserie di otto puntate con una nuova storia incentrata sulla difficoltà dei rapporti interpersonali, spesso minati dall’incapacità umana di stabilire una comunicazione efficace.
9) Alfredino – Una Storia Italiana
Chiunque abbia vissuto il fatto di cronaca, ricorderà senz’altro la tensione che per giorni ha coinvolto un’intera nazione. La miniserie di 4 puntate, scritta da Barbara Petronio, Francesco Balletta e da Alessandro Bernabucci e diretta da Marco Pontecorvo, ripercorre la drammatica vicenda avvenuta nell’estate del 1981 a Vermicino, una frazione di Frascati (Roma), nota appunto come la tragedia del Vermicino. La miniserie racconta sia il fatto di cronaca in tutti i suoi aspetti, sia i lavori portati avanti dalla squadra di soccorso, durati sessanta ore, per recuperare Alfredino Rampi. Il bambino aveva solo 6 anni quando, mentre cercava di raggiungere la casa dei nonni, è precipitato in un pozzo artesiano, profondo 80 metri, molto stretto e irregolare: delle caratteristiche che hanno impedito ai soccorritori di raggiungerlo in tempo. Il tragico episodio ha rappresentato anche la nascita della diretta di cronaca come mai era stata mostrata prima, trasmettendo H24 sulle 3 reti unificate Rai. La serie, prodotta da Sky, è eccellente ma, trattando uno dei capitoli di cronaca italiana più angoscianti del secolo scorso, ha attirato a sé diverse polemiche e perplessità. Come le riflessioni sui limiti del dovere di cronaca e le diverse implicazioni socio-culturali e politiche.
8) Leonardo
Leonardo è una co-produzione internazionale tra Italia, Regno Unito, Francia, Spagna e Stati Uniti d’America. La serie in costume vede protagonista l’attore Aidan Turner (Poldark) nelle vesti di Leonardo da Vinci. Pur traendo ispirazione da un personaggio storico realmente esistito però, la narrazione prende una piega originale, presentando una reinterpretazione in chiave romanzata dei fatti storici. Ideata da Frank Spotnitz (The Man in the High Castle) e Steve Thompson, la serie ha attirato a sé non poche polemiche, riferite alle troppe inesattezze storiografiche. Nonostante questo, Leonardo resta una delle produzioni italiane più ambiziose del 2021. Le puntate sono piacevoli e, malgrado una sceneggiatura incerta, l’interpretazione degli attori è eccellente. Il drama racconta in otto parti la giovinezza dell’inventore con un ritmo incalzante e avvincente. Nel cast d’eccezione, oltre a Turner, troviamo Matilda De Angelis nei panni di Caterina da Cremona, James D’Arcy in quelli di Ludovico Sforza. Freddie Highmore (Bates Motel) è Stefano Giraldi mentre Giancarlo Giannini è nel ruolo di Andrea del Verrocchio.
7) Speravo de morì prima
Basata su Un Capitano, la biografia dell’ex-capitano della A.S. Roma maschile (scritta da Paolo Condò in collaborazione con lo stesso Francesco Totti), Speravo de morì prima è una produzione decisamente ambiziosa, firmata Sky Original. In una nostra recensione l’avevamo definita come un dribbling azzardatissimo. La mossa è stata audace, rischiosa e sfacciata. La storia narra fatti reali ancora troppo freschi per essere raccontati con distacco e lucidità, eppure è riuscita a mettere quasi tutti d’accordo. Ci troviamo negli ultimi anni di carriera del Capitano, nel 2016, quando Francesco Totti (interpretato sia da Pietro Castellitto, sia dallo stesso giocatore), ha ormai 40anni. Il suo passato sportivo è già leggenda, ma la consapevolezza che sta arrivando il tempo di appendere gli scarpini al chiodo, lo assale. Nei 6 episodi, al suo fianco, troviamo l’allenatore Luciano Spalletti (Gianmarco Tognazzi) che in questa storia veste, passateci il termine, i panni del villain. Greta Scarano è Ilary Blasi, la moglie. Mentre i genitori del calciatore, Fiorella e Enzo Totti, sono interpretati rispettivamente da Monica Guerritore e Giorgio Colangeli. Insomma una scommessa che sembrava impossibile ma, ormai possiamo dirlo, è riuscita dignitosamente.
6) Vita da Carlo
Sesto posto per la prima impresa seriale di un altro romano d’eccezione: Carlo Verdone. Nella serie tv di Amazon Prime, l’attore romano si mette a nudo e si rimette in gioco a 71 anni, mostrando al suo adorato pubblico chi si nasconde dietro alla sua immagine pubblica. In una sorta di Curb Your Enthusiasm all’italiana, insieme a Nicola Guaglianone e Menotti, Verdone ha trasformato la sua vita privata in una piacevole commedia, agrodolce e riflessiva, divertente e piena di vicissitudini quotidiane. Anche qui, ritroviamo Monica Guerritore, questa volta nei panni dell’ex moglie di Carlo, e Max Tortora, in quelli di se stesso e, di nuovo, del migliore amico del protagonista, come in Tutta colpa di Freud. Insomma, una certezza del panorama seriale del 2021 è che il comico Max Tortora è impareggiabile nei panni del BFF. Vita da Carlo è sicuramente un’altra scommessa rischiosa, ma stravinta. Nonostante la malinconia di fondo, il ritmo è incantevole, divertente e cattura fin dal primo episodio. Le puntate sono scorrevoli e oltre a regalarci un punto di vista diverso sull’attore, una pietra miliare della comicità italiana, regalano una storia originale, toccante e onesta, dal sapore internazionale.
5) Domina
La produzione italo-britannica Sky Original racconta in otto episodi la crisi della Repubblica e l’ascesa dell’Imperator Caesar Divi filius Augustus attraverso il punto di vista della moglie, Livia Drusilla, interpretata nella versione giovane da Nadia Parkes (The Spanish Princess) e in quella adulta da Kasia Smutniak (Perfetti Sconosciuti). Nobildonna e figlia di Livio Druso – senatore romano e fervente fautore della repubblica – Livia ha vissuto una vita difficile e piena di insidie. Prima assiste alla rovina della propria famiglia per mano di Gaio Ottavio Turino, poi sarà costretta a sposare proprio il responsabile. L’uomo in questione passerà alla storia come Ottaviano Augusto, cioè il primo imperatore romano che ha regnato dal 27 a.C. al 14 d.C. Come Leonardo, anche Domina ha attirato a sé diverse polemiche per aver offerto un’interpretazione troppo romanzata e teatrale della storia. Difetti a parte, la serie riesce nel suo intendo di raccontare il complicato rapporto della donna con il potere nella Roma imperiale e, soprattutto, la condizione in cui versava in un’epoca che la considerava alla stregua di una proprietà. Il risultato complessivo è credibile e piacevole. Inoltre nel cast troviamo attori d’eccezione, come Liam Cunningham, Matthew McNulty e Isabella Rossellini.
4) Gomorra
Il 2021 non segna certo il debutto di Gomorra, ma il suo addio. Liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Roberto Saviano, la serie, iniziata nel 2014, è arrivata alla sua inevitabile conclusione. Il quinto capitolo, che ha debuttato su Sky Atlantic e Now TV lo scorso 19 novembre, segna così la resa dei conti tra due amici/nemici di vecchia data. Come sappiamo dal film L’Immortale (2019), Ciro di Marzio (Marco D’Amore) non è morto quella notte su quella barca. L’incontro con Gennaro Savastano (Salvatore Esposito) segna quindi il centro su cui ruota la vicenda finale, segnata profondamente dall’amore. Il thriller napoletano, nonostante la barriera linguistica, ha ottenuto sin da subito un successo travolgente e forse inaspettato, diventando una serie di culto non solo qui in Italia. All’estero, dove è distribuita in oltre 190 Paesi, Gomorra vanta estimatori di prestigio da Ricky Gervais a Steven Spielberg. L’attesissimo finale di stagione ha segnato dunque la degna conclusione per una storia ricca di pathos e colpi di scena, raccontata, recitata, girata ed eseguita in maniera magistrale, originale e innovativa: caratteristiche rare in un prodotto italiano.
3) Generazione 56k
La collaborazione Cattleya, The Jackal e Netflix, quest’anno, ci ha regalato una serie tv comica, leggera e dal retrogusto nostalgico. La generazione che viene raccontata nella vicenda non si limita a leggere la dicitura “56k”, ne sente immediatamente il suono. Quello stritolio meccanico del modem che significava una cosa sola: sei connesso con il mondo. Ma sbrigati, perché hai solo pochi minuti per conquistarlo. Se temporeggerai, i tuoi genitori saranno costretti a venderti per pagare la bolletta. La storia si snoda attorno a due ex compagni di scuola, ora trentenni, Daniel (Angelo Spagnoletti) e Matilda (Cristina Cappelli), che dopo essersi incontrati per caso, iniziano a ricordare il passato, precisamente il 1998. Un anno segnato da tempeste ormonali, drammi esistenziali tra i banchi di scuola e, appunto, dall’arrivo della connessione Internet nelle nostre case. Nel cast, immancabili, i membri del gruppo comico, come Gianluca Fru e Fabio Balsamo. Generazione 56k è un ritratto onesto dei trentenni di oggi, che faticano ancora a sentirsi adulti, srotolato in una prima stagione di 8 episodi che non possiamo non promuovere a pieni voti.
2) Anna
Anna, la serie tv di sei puntate basata sull’omonimo romanzo del 2015 di Niccolò Ammaniti, non ha ricevuto l’attenzione che meritava. Creata, girata e sceneggiata dallo stesso Ammaniti, la miniserie di genere distopico e post apocalittico rappresenta, senza ombra di dubbio, un unicum nel panorama seriale italiano. La storia segue le peripezie di Anna Salemi (Giulia Dragotto e Viviana Mocciaro) e suo fratello Astor (Alessandro Pecorella e Nicola Mangano) rimasti orfani dopo un’epidemia letale, “la Rossa”. Il virus risparmia i bambini fino al raggiungimento della pubertà e uccide gli adulti nel giro di pochi giorni. Anna è un racconto crudele, ma allo stesso tempo è una serie meravigliosamente poetica e visionaria. La vicenda è talmente visionaria che ha anticipato perfino la pandemia causata dal Coronavirus. Ed è forse per questo motivo che è passata in secondo piano. La miniserie, infatti, è arrivata in piena pandemia, nella primavera del 2021, ma è stata concepita molto tempo prima. Anche le riprese sono state effettuate sei mesi prima dallo scoppio dell’epidemia da COVID-19. Cioè quando nessuno ancora immaginava cosa sarebbe successo a partire da gennaio 2020. Quello che stiamo ancora vivendo perciò rende la visione della storia di Ammaniti ancor più feroce, disorientante e dolorosa. Anna è a tutti gli effetti una gemma rarissima e imperdibile del panorama seriale nostrano, insieme a Gomorra e alla numero uno che sta per arrivare.
3° posto Generazione 56k, 2° posto Anna, 1° posto…
1) Strappare Lungo i Bordi
Cosa è rimasto da dire che non è ancora stato detto? Che Zero, con due pupazzetti, sia riuscito a lacerarci il cuore descrivendo quella condizione in cui versano (quasi!) tutti quelli nati negli ’80 lo hanno già detto in molti. Chi lo conosceva già, era sicurissimo che la sua prima serie tv ufficiale sarebbe stata quello che è stata: poesia, risate dolci-amare e sei episodi che tirano un calcio nello stomaco dietro l’altro. Chi non lo conosceva, finalmente, ne ha avuto il piacere. Perché Strappare Lungo i Bordi non è la sorpresa, o la rivelazione, di quest’anno: è la soddisfazione del 2021, è una rivincita. È la conferma che la qualità paga sempre e che non è vero che al popolo italico la qualità ha rotto er c**a. Come direbbe il sommo René Ferretti. Michele Rech ha preso a calci tutti i portoni per realizzarla, poi Netflix, impietosita, gli ha aperto. E a giudicare dagli ascolti, non se n’è pentita. Tra polemiche e ammirazione, tra chi lo definisce “sopravvalutato” o “passato al capitalismo” e chi lo esalta a genio assoluto, Zercolacare, senza snaturarsi, ha proposto un prodotto suo, fatto come voleva lui, che si colloca senza fratture in una carriera consapevole fatta di fallimenti, ma anche di tanti successi. Calca’, er primo posto delle 10 migliori Serie Tv italiane del 2021 te lo aggiudichi te a mani basse.
E con Strappare Lungo i Bordi, la lista delle fuoriclasse seriali italiane molto poco italiane, come Gomorra e Anna, con nostra immensa gioia, aumenta di anno in anno.
Gomorra, sebbene intriso di regionalismi, ha dimostrato che anche lo Stivale sa realizzare dei prodotti che possono essere apprezzati da chiunque, anche in Patagonia. La serie di Niccolò Ammaniti, Anna, e quella di Zerocalcare, invece, dimostrano che possiamo fare tanto altro rispetto alla classica fiction all’italiana. Possiamo realizzare anche dei fumetti animati per adulti di grande spessore e serie tv distopiche che non hanno nulla da invidiare a quelle statunitensi.
Insomma, il 2021 è stato per la serialità italiana un anno meraviglioso, all’insegna della qualità e della diversità. Non ci resta che aspettare le sorprese che il 2022 ha in serbo per noi series addicted.