Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su Good Girls
Quando guardiamo una serie tv siamo spesso attratti da un personaggio in particolare, quello a cui non riusciamo a smettere di pensare, a cui vorremmo somigliare o che vorremmo fosse nostro amico. In Good Girls (disponibile su Netflix) questo personaggio che si insinua come un tarlo nel nostro cervello è Beth Boland.
Chi è Beth Boland
Madre di quattro figli e moglie di Dean, è una casalinga super organizzata e impegnata. I ruoli inizialmente sono abbastanza definiti: Dean fa affari, è il capo di una concessionaria ed è un uomo dalla volontà molto discutibile considerando che tradisce la moglie più volte con la segretaria di turno. Beth, invece, si occupa della gestione di casa e figli, vive rispettando un calendario fitto ma definito, organizza eventi a scuola e prepara pancake con faccine ignorando la slealtà del marito.
La fine dell’equilibrio e il rapporto con Dean
Sappiamo già, dalla prima puntata della serie, che questo precario equilibrio è destinato a finire e succede in un giorno in cui Beth ha una vera e propria presa di coscienza. Suo marito perde tutti i loro soldi in un investimento sbagliato e non è in grado di rimediare in nessun modo al danno fatto. Come se non bastasse, la sorella di Beth, Annie, è una madre single con un lavoro precario che non riesce a garantire alla figlia, che vuole diventare figlio, le cure necessarie e, Ruby, la sua migliore amica, è madre di una ragazza che ha bisogno di un trapianto di rene. Servono troppi soldi. Per tutte. Così le tre donne studiano un piano per derubare il supermercato dove lavora Annie, la più convinta del gruppo sulla rapina. Beth inizialmente è titubante a proposito del piano, ma i motivi che le spingono ad agire sono troppo importanti. È necessario sporcarsi le mani per i propri figli. Deve essere un colpo unico, secco e preciso, per prendere solo il necessario che permetta loro di sopravvivere. Ma poi la trasformazione di Beth comincia a prendere forma in maniera spaventosa. Dalla rapina avanzano migliaia di dollari e l’odore di quei bigliettoni convince le ragazze a rilassarsi ed a non avere sensi di colpa. Noi, però, sappiamo che Beth ha cominciato a prenderci gusto e non può esserci scusa migliore per continuare, delle minacce del gangster Rio che ricicla soldi proprio nel supermercato che hanno derubato. Le mette di fronte ad una scelta: il rimborso o la morte. È così che comincia la doppia vita di Beth che dovrà destreggiarsi tra tutti coloro che dipendono totalmente da lei. I suoi figli in primis, che verranno mano mano scaricati a Dean.
Poiché sarà Beth a subentrare nell’impresa di famiglia per riciclare soldi e portare avanti la baracca. Anche il rapporto con Dean cambierà. La donna, a conoscenza del tradimento, prende il coltello dalla parte del manico sbarazzandosi dell’amante con una generosa somma di denaro e cacciando il marito di casa. Dean tornerà cercando di ingannarla usando la leva di un cancro inesistente. Ma Beth lo sa, eccome se lo sa. Non puoi fregare chi ha imparato a fare affari con le gang. Vuoi tonare a vivere in casa? Tua la responsabilità dei figli.
Beth, Annie e Ruby: le Good Girls
Non solo marito e bambini sulle spalle della nostra bella rossa, ma anche sorella e amica. Il gruppo delle tre ragazze ha un leader, nonostante non sia stato scelto esplicitamente, e non può che essere Beth. È lei a spostare l’asticella sempre un po’ più in alto, a decidere che si può continuare, che va bene attraversare il confine con merce di cui non conosce la natura pur di guadagnare e avere la propria parte. E anche quando questa somma potrebbe bastare , succede automaticamente qualcosa che spinge le ragazze a reinvestire per pagare il silenzio di qualcuno o per evitare di essere uccise da personaggi diversi da Rio. Le vediamo risucchiate in una spirale di investimenti fatti per coprire mosse sbagliate o mancanze con Beth sempre al comando. È l’unica che, anche se scoraggiata, non molla di un centimetro.
Beth Boland e l’attitudine al comando. Il rapporto con Rio
Questo aspetto balza immediatamente agli occhi del gangster tatuato con cui Beth Boland ha un rapporto di amore-odio. Partiamo dal presupposto che Rio è un figo incredibile, dal fascino maledetto, quindi la capiamo benissimo. Inoltre il ragazzo rappresenta il pericolo e la vendetta nei confronti del marito traditore. Quando vediamo Beth abbandonarsi nelle braccia di Rio nel bagno del ristorante dove, tra l’altro è andata con Dean, ne abbiamo la conferma. Il gangster rappresenta un uomo forte, a differenza del marito, da cui si sente attratta e spaventata. Con lui può essere semplicemente se stessa; una donna a cui piace il rischio e non una madre di quattro figli costretta a fare cupcake per le antipaticissime mamme della scuola privata. Rio è una sfida continua, è l’unico che spinge Beth a superare più volte il limite ed a rivedere le sue posizioni cercando di capire chi fregare. Perché la donna alla fine vuole tornare ad essere libera, per questo, con Annie e Ruby, decide di collaborare con l’FBI pur di incastrare Rio visto che sembra impossibile da uccidere (ah, si! Le nostre brave ragazze hanno tentato anche questa strada). Ma non siamo sicuri che sia la libertà ciò che vuole. Sa che non potrà tornare ad occuparsi del giardino e delle lavatrici con il suo bel curriculum criminale. Per essere libera ha bisogno solo di un cosa: essere il capo.
Noi sappiamo chi è Beth Boland fin dal momento in cui indossa il passamontagna fatto all’uncinetto. Non lo sanno i suoi familiari, non ne sono del tutto consapevoli le sue complici e nemmeno Rio o la comunità. La accompagniamo in un percorso di cambiamento che ai nostri occhi è già definito, sappiamo che le mamme sono tipe toste. Nonostante questo ci stupiamo per il sangue freddo che ci dimostra nel rapinare banche, nel tenere testa al gangster e ai suoi scagnozzi, nelle sue mosse da doppiogiochista con l’FBI e con la famiglia di Rio che giocherà un ruolo importante nel momento in cui avrà bisogno anche di entrare in politica. Beth è perfetta per quel ruolo, con la sua imperscrutabile faccia da poker. E non possiamo che gioire nel momento in cui sappiamo che ce l’ha fatta. L’atto conclusivo di Good Girls è la sua consacrazione; la vediamo seduta sulla solita panchina del parco, dove prima veniva intimidita da Rio, intenta ad avvertirlo: “Sai qual è la parte migliore? Tu lavori per me ora.”