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Quel cult silenzioso di Good Girls

Good Girls
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In onda con quattro stagioni dal 2018 al 2021, Good Girls è stata una serie capace di ritagliarsi un suo pubblico estremamente affezionato, tanto da ottenere un posto di prestigio all’interno del ricchissimo panorama seriale degli ultimi anni. La serie, prodotta da NBC e distribuita in Italia da Netflix, si configura come una potente black comedy che ruota intorno a tre donne, le sorelle Beth e Annie e la loro amica Ruby, le quali, per sfuggire alle difficoltà della vita quotidiana, specialmente sotto il punto di vista economico, decidono di improvvisarsi criminali e compiere quella che all’apparenza doveva essere una semplice rapina a un supermercato, e che invece, come prevedibile, dà il via a una serie di eventi che piano piano trascinano le tre protagoniste nei sottoboschi del mondo criminale di Detroit.

Good Girls è una serie che ha un suo compimento importante, nonostante la fine sia arrivata dopo quattro stagioni quando il piano originario era di farne cinque. Anche questo stop anticipato, però, ha contribuito, come vedremo presto, a rendere la produzione NBC un grande punto di riferimento per i suoi spettatori, che sin dall’inizio hanno costituito un pubblico fedele e appassionato. Passata un po’ sottotraccia, anche comprensibilmente visto il livello che il mondo delle serie tv ha raggiunto negli ultimi anni, con il culmine proprio nel 2022, è bene invece sottolineare i tanti pregi di Good Girls, capace di imporsi come un cult silenzioso, una stella luminosissima nel sistema a cui è destinata a dare luce.

Ma in che senso Good Girls è un cult silenzioso?

Questa particolare definizione che ha dato vita a questo articolo e che sicuramente avrà suscitato la curiosità di moltissimi lettori merita una spiegazione. Nell’introduzione abbiamo parlato di due caratteristiche importanti di Good Girls, ovvero il suo essere un vero e proprio punto di riferimento per il suo pubblico e, dall’altra parte, quella di essere passata relativamente sottotraccia, senza ottenere mai un successo mediatico importante. Queste due condizioni rendono Good Girls un cult silenzioso, nel senso che la produzione distribuita da Netflix si caratterizza come una serie che ha un pubblico non troppo ampio, pure se comunque consistente, ma che è estremamente fidelizzato e legato al prodotto.

Per i fan di Good Girls, la serie di NBC è un vero e proprio cult e questa sensazione si respira da come gli spettatori appassionati parlano della produzione, da come sono affezionati a una serie che si è conquistata negli anni una sua nicchia, abbastanza consistente per essere tale, e al suo interno si sia imposta come una fonte di luce folgorante, per riprendere la metafora della stella di prima. Questa condizione non è sicuramente una prerogativa di Good Girls, ci sono molte serie che hanno un proprio pubblico di riferimento, magari ristretto, ma estremamente compatto e presente, però la serie di NBC riesce a coniugare questa forza del proprio pubblico anche con dei numeri niente male, che trascendono in parte il concetto di nicchia, ma che comunque rimangono nei limiti.

A rafforzare, poi, questo legame tra il pubblico e Good Girls c’è anche l’incompiutezza di cui si parlava prima. La serie ha concluso la propria corsa nel 2021 dopo quattro stagioni, rinunciando a una quinta che, dai piani originari, avrebbe dovuto rappresentare l’epilogo delle storie di Beth, Annie e Ruby. Nonostante i lavori per il finale siano stati adattati a questa scelta, si respira un po’ quell’aria d’incompiutezza e quella necessità di una quinta stagione che andasse a chiudere definitivamente ogni questione in sospeso. Questo finale prematuro, ma non mozzato, ha lasciato il pubblico caldo, ma non insoddisfatto, e piuttosto che le polemiche per una conclusione non ideale è sorto il desiderio di vedere nuovi sviluppi, fisiologici nel racconto.

Anche questa fine mutata in corsa, dunque, ha contribuito a rendere il pubblico di Good Girls ancora più legato alla serie, perché si è stretto intorno al desiderio di vedere compiuto il destino delle loro beniamine e questa aspirazione ha mantenuto ardente il dibattito attorno alla produzione. Per tutte queste ragioni, dunque, è opportuno definire Good Girls un cult silenzioso, ovvero un prodotto che, anche se con un pubblico relativamente ristretto, è riuscito a diventare un punto di riferimento nel suo habitat.

Good Girls (640×340)

Una serie piena di pregi

Non sorprende, guardando ai tanti pregi della serie, che Good Girls abbia avuto una presa così vigorosa sui propri fan. Andando ad analizzare la produzione presente su Netflix, emergono moltissimi elementi che possono essere posti alla base di questo successo e che certificano il grande lavoro fatto sulla serie. Dopo aver parlato del perché Good Girls può essere definito un cult silenzioso, andiamo a considerare un po’ come la serie è arrivata a questa definizione, ovvero come ha ottenuto questo grande riconoscimento presso il suo pubblico.

Alla base della grande riuscita della serie c’è una scrittura incredibile dei personaggi. La storia ruota principalmente intorno alle tre protagoniste, Beth, Annie e Ruby, che poi calamitano tutta un’altra serie di personaggi, molti, come Rio o Stan, decisamente riusciti, ma comunque il focus principale rimane sempre sulle tre donne. Tutte hanno uno sviluppo importante nelle quattro stagioni della serie e raramente la loro parabola pecca di coerenza, mettendo in mostra delle traiettorie decisamente interessanti. La discesa di Beth nel mondo criminale e la sua relazione con Rio, o ancora il tentativo di maturazione di Annie e insieme a lei quello di emancipazione identitaria della figlia Sadie, che poi diventa Ben dopo la transizione, o ancora il delicato equilibrio che cerca di conciliare Ruby tra tutte le sue componenti familiari. Le tre protagoniste sono dei personaggi estremamente definiti e sfaccettati, che compiono percorsi importanti e s’interfacciano con personaggi secondari che aggiungono sempre qualcosa alla narrazione. A tutto ciò, si aggiunge anche un cast corale molto azzeccato, prerogativa necessaria per un efficace sviluppo dei personaggi.

A questa grande caratterizzazione occorre aggiungere, poi, lo sviluppo della trama, che procede sempre a vele spiegate mescolando alla perfezione i toni dark e quelli comedy, creando il giusto bilanciamento in un racconto che, pur partendo da toni grotteschi – la rapina delle tre donne – accoglie anche sfumature più intime e drammatiche e non cede mai a nessuna delle sue componenti. Difficilmente, anche quando vediamo un predominio di una tonalità, la serie esce fuori dai propri binari, ma conserva sempre la sua anima e soprattutto mantiene quell’equilibrio che, andando più avanti, sembra essere sempre più complesso da mantenere e che invece viene costantemente conservato.

Infine, Good Girls è una serie capace di affrontare delle tematiche decisamente profonde e interessanti. La condizione di partenza che porta Annie, Beth e Ruby a compiere quella folle rapina è in realtà già una tematica importante, che trova ampio sviluppo nelle quattro stagioni. Sono le difficoltà economiche e una certa insoddisfazione personale a condurre le tre donne sulla via del crimine e al di là del presupposto, il mirino è proprio su come certe situazioni possano presto degenerare da delle semplici difficoltà ne possano nascere altre che vanno a costituire un groviglio sempre più intricato. Al fianco di queste macro-questioni, ce ne sono altre più specifiche, come quella dell’identità sessuale di Sadie oppure quella della malattia di Sara, la figlia di Ruby. Anche queste tematiche, decisamente più complesse, vengono affrontate col giusto tatto, mantenendo l’equilibrio che contrassegna tutta la serie e non cedendo mai né al drammatico e né al grottesco.

Tutte queste motivazioni hanno concorso a rendere Good Girls una serie di alto livello, fino ad assurgere alla condizione di cult per il proprio pubblico affezionato. È facile capire i motivi che hanno portato molti spettatori a legarsi così a fondo con questa produzione, capace davvero di regalare tanto al proprio pubblico, ed è anche gusto tributare i giusti meriti a Good Girls, una produzione con una propria dimensione e un proprio posto, fisso e importante, nel ricchissimo e vastissimo mondo delle serie tv.