Sono passati ben quattro anni da quando avevamo visto l’angelo Aziraphale e il demone Crowley collaborare per sventare l’Apocalisse e riportare l’equilibro tra le forze del Paradiso e dell’Inferno. Trasponendo su schermo il cult letterario scritto dal geniale Neil Gaiman e dal compianto Terry Pratchett Buona Apocalisse a tutti! eravamo stati testimoni di un piccolo miracolo: una miniserie capace di mescolare sapientemente l’elemento fantasy con quello umoristico riuscendo al contempo a emozionare, merito di una sceneggiatura complessa e capace di giocare di incastri e meravigliose interpretazioni da parte di protagonisti e comprimari. Tuttavia, quello che inizialmente doveva essere un progetto fatto e finito, ad anni di distanza dal suo primo rilascio ha ottenuto quello che tante serie agognano di avere, un rinnovo per una seconda stagione. Inutile dire che al diffondersi della notizia di inizio produzione di Good Omens 2 siamo rimasti oltremodo stupiti, non solo per le sopracitate tempistiche ma anche e soprattutto, perché a differenza della sua prima stagione, questa seconda non avrebbe potuto contare su del materiale di partenza su cui basare la sceneggiatura.
Grazie ad Amazon Prime Video che ci ha mandato in anteprima le cinque puntate della stagione oggi vi daremo le nostre prime opinioni, rigorosamente senza spoiler, su Good Omens 2, in attesa di recuperare poi insieme a voi la sesta e ultima puntata quando la serie approderà ufficialmente sulla piattaforma streaming, venerdì 28 luglio.
Non è per noi facile dare un’opinione ben precisa su questa seconda stagione, soprattutto perché siamo piuttosto certi che moltissime delle sottotrame introdotte in questi primi cinque episodi troveranno la propria risoluzione e acquisteranno maggior senso proprio con la sesta e ultima puntata, ma proveremo comunque a raccontarvi quelle che sono le nostre prime impressioni.
Come ci avevano anticipato i trailer promozionali, la trama di Good Omens 2 ruota attorno a un particolare mistero: l’Arcangelo Gabriele (interpretato da un sempre smagliante Jon Hamm) è sparito dal Paradiso e si presenta nudo e senza ricordi davanti alla libreria del nostro angelo di fiducia. Cosa gli sarà successo? Come si collegano i pochi indizi che abbiamo in nostro possesso? A sbrogliare la matassa di questo mistero che potrebbe portare allo scontro le forze angeliche e infernali ci dovranno pensare ovviamente Aziraphale e Crowley, la strana coppia, che, ancora una volta si ritrova al centro di un complotto da cui dovrà emergere usando solo le proprie forze.
A partire da questi presupposti, la storia propostaci da Nei Gaiman ci avrà convinti anche questa volta?
Iniziamo la nostra analisi partendo da questo presupposto: al di là di ogni possibile comparazione con la prima stagione, Good Omens 2 riesce a essere molto efficace. Vedere su schermo gli adorabili personaggi interpretati magistralmente da Michael Sheen e da David Tennant è sempre un piacere: quel che si respira è un’alchimia rara che crea un’atmosfera unica nel suo genere e che permette allo spettatore di interessarsi più che mai al destino dei personaggi. L’aggiunta al cast principale dell’adorabile Jon Hamm, già presente nella prima stagione ma con un ruolo decisamente più marginale, si conferma un’ottima scelta. Se già in altri prodotti aveva saputo dar prova del suo talento umoristico, qui l’attore di Mad Men dà il suo meglio divenendo motore comico di moltissime scene e arrivando talora a minacciare di rubare la scena ai due principali interpreti.
Ma non solo dal punto di vista attoriale, anche dal punto di vista registico la serie riesce in più occasioni a sorprendere e regalare dei bei momenti. Gli effetti speciali in CGI che, come nella prima stagione, ci mostrano le bizzarrie tipiche di angeli e demoni fa d’altra parte il proprio dovere e rispetta quelli che sono gli standard televisivi. A rappresentare uno degli aspetti più piacevoli della serie è però la componente musicale: sia che si tratti del main theme che va ad accompagnare la meravigliosa sigla iniziale e le ending di episodio sia che si tratti della colonna sonora originale e non, la musica va a permeare in maniera ottima le immagini viste su schermo arrivando a inserirsi anche come parte integrante della trama.
E dal punto di vista della sceneggiatura? Così come lo era stato per la prima stagione, anche Good Omens 2 gioca molto con fabula e intreccio avvalendosi di frequenti e lunghi flashback che vanno a arricchire la narrazione e a costituire dei mini-episodi contenuti all’interno della trama orizzontale volti a presentare una particolare situazione vissuta da Crowley e da Aziraphale all’interno della loro millenaria esperienza. Si parla di mini-avventure che, apparentemente, rimangono a sé stanti (ma che siamo piuttosto che finiranno poi per ricollegarsi alla trama principale) e che permettono al pubblico di concentrarsi e riflettere su un particolare tema filosofico-religioso, dal dibattito circa il sacrificio a quello della fiducia, fino a quello inerente al rapporto tra ricchezza, povertà e moralità. Argomenti rispetto ai quali abbiamo tanti e diversi punti di vista che ci vanno a fornire interessanti prospettive. Un plauso va soprattutto al secondo episodio, dedicato alla figura di biblica di Giobbe, riletta con una chiave davvero intrigante e interessante. Grazie a questi episodi abbiamo infatti modo non solo di approfondire la morale comportamentale dei due protagonisti, ma anche il loro storico legame che si rifà all’alba dei tempi. Un legame che riesce, a modo suo, a lasciare ancora una volta un segno importante.
Che dire, dunque?
Good Omens 2 risulta essere in ogni caso un’esperienza molto piacevole e scorrevole. Un bis con tanti spunti interessanti e ben confezionata che punta, più che sulla trama, sui suoi straordinari protagonisti. Personaggi carismatici e assolutamente iconici a cui risulta impossibile resistere.