Sono tante le serie tv che hanno provato a parlare di angeli e demoni, ma se escludiamo il particolare caso di The Good Place, nessuna serie è mai riuscita a parlare di Paradiso e Inferno e del loro equilibrio con un tono così squisitamente surreale e umoristico quanto la prima stagione di The Good Omens, un piccolo gioiellino di rara bellezza, nonché uno dei migliori esempi di trasposizione seriale. Quella che ai tempi pensavamo essere una miniserie era tratta da un romanzo che ci ha regalato una storica collaborazione, quella tra il grande Neil Gaiman (Sandman, American Gods ecc.) e il compianto Terry Pratchett, a oggi probabilmente il più grande autore di fantasy comico di sempre. Quando Good Omens era finita nel 2019, seppur con rammarico, tutti avevano accettato di salutare per sempre Aziraphele e Crowley. Eppure, quattro anni dopo, eccoci qui a guardare Good Omens 2, sequel che non poggia su un libro e che si rifà solo alla sceneggiatura scritta da Gaiman per l’occasione. Il gioco sarà valso la candela?
Attenzione: il presente articolo contiene spoiler su tutta Good Omens 2, disponibile dal 28 luglio su Amazon Prime Video.
Ne avevamo parlato all’interno della nostra recensione senza spoiler dopo aver visionato i cinque primi episodi della stagione in anteprima: pur avendo apprezzato molto la confezione, la storia di Good Omens 2 mancava di qualcosa, qualcosa che speravamo di trovare nella sesta puntata e che restituisse senso a tutta l’operazione. Questo perché, pur in una cornice ben realizzata e ricca di spunti, a lasciarci alcuni dubbi era la trama generale della storia: la sparizione dell’Arcangelo Gabriele e il mistero dietro alla sua perdita di memoria, pur intrattenendoci a dovere, non era riuscita infatti a convincerci fino in fondo e, al netto del finale, si conferma essere un piccolo passo indietro rispetto all’accattivante genere di narrazione che ci aveva catturato nel corso della sua prima stagione.
Questo perché, a fianco dei sempre splendidi Aziraphele e Crowley, in quest’occasione, non abbiamo trovato dei comprimari all’altezza delle aspettative.
La sottotrama inerente a Nina e Maggie e alla necessità da parte dei due protagonisti di farle innamorare risulta infatti poco amalgamata con la storyline principale e non aggiunge nulla di particolarmente interessante al quadro complessivo delle cose. Perfino i mini-episodi volti a raccontare le passate vicende che hanno visto la collaborazione dei due protagonisti, nonostante alcuni richiami interni, una volta arrivati al finale, non risultano essenziali alla trama generale. Se la visione avevamo creduto infatti che ciascuno dei flashback mostrati avrebbe avuto una particolare utilità nella risoluzione finale, probabilmente avevamo fatto male i compiti creando false aspettative.
Non che questo vada a minare la loro qualità: a suo modo, ognuno dei frammenti di passato mostrato dalla serie, dal primo incontro tra Aziraphele e Crowley alla storia di Giobbe, dai flashaback sulla Scozia a quello negli anni ’40, presenta un proprio intrinseco obiettivo: quello di approfondire due fenomenali e irresistibili protagonisti, capace di farci interessare alle loro storie e al loro rapporto come pochi altri personaggi e di portare sotto i riflettori tematiche che vanno a interrogare direttamente la moralità dello spettatore, posto dinnanzi a due strade che puntano in direzioni diverse, ma che talora riescono a trovare un punto di unione.
Questo dualismo ricompare ciclicamente all’interno della serie e viene rappresentato soprattutto dalla contrapposizione tra forze angeliche e demoniache che ci vengono messe di fronte in maniera originale: gli angeli, rappresentanti dell’Altissimo, pur andando a incarnare la Luce in tutta la sua purezza, nascondono infatti dietro alla propria rigida condotta un comportamento tutt’altro che benevolo, così come anche il più famigerato demone finisce per celare un lato più fragile, talora tenero e gentile, come Belzebù di cui Gabriele finisce per innamorarsi. Ecco che, allora, l’unione tra l’Arciduca dell’Inferno e il più alto tra gli Arcangeli, perfetto contraltare del rapporto tra Aziraphele e Crowley, non sembra più folle e insensato e propone una terza via che però, per funzionare, deve distaccarsi dal sistema che gli ruota intorno. Un aspetto interessante di cui avremmo voluto vedere di più e che non vediamo l’ora di poter esplorare più nel dettaglio.
Questo perché, infatti, nonostante non possa rivaleggiare con la sua prima stagione, Good Omens 2 è tutto fuorché una brutta serie e non ci ha mai fatto desiderare, neanche per un secondo, di fermarla o abbandonarla.
Grazie alle ottime performance di Michael Sheen e di David Tennant (a cui si affianca un memorabile Jon Hamm, perfetto nei panni questa versione smemorata di Gabriele), ai dialoghi brillanti, a un delizioso umorismo e a un’estetica che si poggia su un mondo interessante e ben costruito, tutte e sei le puntate della stagione riescono a risultare piacevoli, scorrevoli e capaci di invogliare la visione. Tuttavia, l’impressione che ci siamo fatti, soprattutto dopo aver visionato il finale, è che questa seconda stagione, secondo l’intento dell’autore, sia da considerarsi più che altro come un grande prologo, un trait d’union volto a introdurre e a settare quella che dovrebbe essere la terza stagione, qualora la serie dovesse essere rinnovata da Amazon Prime Video. Al termine della sesta puntata assistiamo infatti a un bel cambio dello status quo in quel dei due Aldilà e della relazione tra i due protagonisti, mutamenti che necessariamente dovranno trovare una risoluzione in futuro. Il distacco tra i due dopo il loro sentito ed emozionante confronto ha infatti fissato infatti nuove prospettive che, a differenza di quanto avvenuto nel 2019 e con il suo apparentemente definitivo finale, apre le porte a nuove e inesplorate storyline.
Al netto di ciò, avevamo davvero bisogno di Good Omens 2? No, probabilmente no. Tuttavia, se vogliamo credere che effettivamente la serie possa andare avanti e che Neil Gaiman abbia grandi piani a riguardo, la risposta potrebbe cambiare. Se questa seconda stagione è davvero volta a portare in scena qualcosa di epocale come il finale lascerebbe credere, siamo infatti disposti a dare fiducia alla serie ancora una volta e a sperare nel suo futuro. Che succederà ora che Aziraphele ha preso il posto di Gabriele? Crowley accetterà la situazione o, a bordo della sua Bentley, renderà ancora più caotico il tutto? Cosa si cela dietro al Secondo Avvento auspicato dal Metatron? Per scoprirlo non ci resta che attendere delle conferme da parte di Amazon circa un possibile rinnovo della serie. Per ingannare l’attesa, vi consigliamo un rewatch della prima stagione!