Quando proviamo a pensare alle migliori serie tv mai prodotte da Amazon Prime Video, uno dei primi titoli che sfreccia nei nostri pensieri è senz’ombra di dubbio Good Omens, composta per ora da due stagioni e recentemente rinnovata per una terza e ultima. Sbarcato sui nostri schermi per la prima volta nel 2018 e considerato a lungo come una miniserie stand-alone (prima di un tardivo rinnovo), lo show tratto dall’apprezzatissimo romanzo Buona Apocalisse a tutti! e nato dalla penna del compianto Terry Pratchett e da quella del geniale Neil Gaiman, è stata una vera e propria sorpresa. Non che la cosa ci abbia mai veramente stupito: Good Omens costituisce infatti l’ennesimo colpo ben assestato di Gaiman nel mondo seriale e, a discapito di quanto alcuni vanno affermando, risulta essere uno dei suoi prodotti migliori.
Ma qual è la sua formula segreta e perché, comunque possa andare la sua terza e ultima stagione, siamo sicuri che Good Omens non riuscirà proprio a deluderci? Per scoprirlo, restate con noi!
Attenzione: il seguente articolo potrebbe contenere ingenti spoiler sulle prime due stagioni di Good Omens. Siete stati avvisati!
Quando ci siamo per la prima volta approcciati alla serie, siamo rimasti letteralmente folgorati.
Divertente, appassionante, ben recitato e con dei colpi di scena piazzati al posto giusto, in un gioco di incastri di sceneggiatura da manuale: una vera e propria ventata di aria fresca per il panorama seriale. Oltre a rappresentare una fantastica novità, la serie di Amazon Prime Video si è da subito imposta per la grande iconicità dei suoi due protagonisti, un duo carismatico, portato in scena da altrettanto carismatici interpreti: da un lato il dolce e gentile angelo-bibliotecario Aziraphale, dall’altro il caotico e irresistibile demone Crowley, due personaggi agli antipodi ma anche complementari, che hanno letteralmente segnato la fortuna della serie.
Diciamocela tutta: dopo il soddisfacente, ma apparentemente assai chiuso, finale della 1×06, non vi era nessun bisogno impellente che la serie venisse rinnovata. D’altra parte, il romanzo da cui era tratta era bello che concluso e non presentava nessun sequel. Il fatto che in una possibile seconda stagione non avremmo potuto contare sul tratto unico di Terry Pratchett, noto soprattutto per il suo umorismo fuori dalle righe e una grande ironia, faceva poi quasi dare per scontata l’impossibilità di un suo ritorno. Eppure, in barba a tutti i pronostici, ad anni di distanza dalla prima stagione, ecco che l’annuncio di un rinnovo di Good Omens ha colto tutti impreparati. I fan della serie si sono quindi divisi subito in due schieramenti: da un lato gli entusiasti, che non vedevano davvero l’ora di poter assistere al ritorno dell’iconica coppia, da un altro i preoccupati, che ritenevano quasi impossibile che la formula magica della season 1 potesse ripetersi senza colpo ferire.
Il risultato? La seconda stagione di Good Omens non è sicuramente un prodotto perfetto: la struttura stessa con cui è stata ideata e portata in scena mostra la serie come un semplice grande preludio atto a settare le carte in tavola prima del vero gran finale. Alcuni spettatori, d’altra parte, hanno affermato a più riprese come le trame della seconda stagione risultassero meno epiche e coese rispetto a quelle della prima stagione nonché meno coerente nonché più frammentata. Anche se siamo sicuri che vi saranno spettatori che asseriranno di aver preferito questa seconda avventura alla prima, noi non possiamo fare altro che continuare a privilegiare la prima tranche di episodi, sicuramente meglio sceneggiati e amalgamati alla trama orizzontale della serie. Eppure… Eppure, non vogliamo che passi il messaggio sbagliato.
Nonostante un lieve calo, Good Omens 2 non solo è stata in grado di mantenere un ottimo livello qualitativo generale, ma anche a creare alcune scene davvero fantastiche, che nulla hanno da invidiare ad alcuni tra gli apici toccati nella prima stagione.
Il merito non va solo all‘irresistibile chimica tra i personaggi di Sheen e di Tennant, che forse ancor più che nella prima stagione, vanno a esplorare la complessa, meravigliosa relazione millenaria che li coinvolge, ma anche ad alcune side-stories, capaci non solo di divertire, ma anche di far riflettere su alcune importanti tematiche filosofiche e religiose. Ed in questo genere di situazioni che si vede la mano esperta di Neil Gaiman, un autore che ha date sempre molto spazio ad elementi simili, a partire da serie come American Gods, generalmente considerata ottima per le sue prime due stagioni, salvo il tracollo della terza, fino ad arrivare a Sandman (che di recente ha visto una sua prima trasposizione seriale grazie a Netflix).
Eh, già, non scordiamocelo: se Neil Gaiman è considerato una sorta di genio nel suo campo, questo è perché nel corso della sua carriera, l’uomo non solo ha scritto romanzi e fumetti, ma ha curato anche la sceneggiata di parecchie tra le trasposizioni filmiche e seriali dei suoi lavori, come l’apprezzatissimo film fantasy del 2007 Stardust. Eppure, nonostante la grande qualità della maggior parte dei suoi altri lavori, ancor prima che la sua terza stagione arrivi suoi nostri schermi, siamo piuttosto sicuri che Good Omens, già da ora, possa essere considerato come uno degli apici della carriera tutta di Gaiman. Ancor prima di dare un’occhiata a quelli che saranno i prossimi episodi (che siamo certi risulteranno appassionanti e divertenti, ma anche tanto commoventi, data l’incredibile posta messa in gioco con la 2×06), reputiamo la serie in toto come una vera e propria chicca, sicuramente uno dei prodotti più originali e validi degli ultimi anni. Solo un vero e proprio tracollo (che ci sentiamo di escludere) potrebbe farci cambiare idea, ma siamo certi che non sia questo il caso.
Date le premesse con cui la terza stagione si dovrà aprire, da un lato con l’allontanamento di Aziraphale da Crowley dopo una dichiarazione d’amore che ci ha fatto emozionare come non mai, dall’altro con l’annuncio della fine dell’umanità, siamo infatti certi che la produzione e gli autori della serie si impegneranno al massimo per regalare ai fan un finale degno di questo nome. La produzione dello show dovrebbe iniziare all’inizio del 2024, il che potrebbe indicare che la stagione potrebbe essere rilasciata verso la fine del 2024 o, nel peggiore dei casi, nel 2025.
In attesa di scoprire cosa Neil Gaiman abbia escogitato per noi con Good Omens 3, l’unica cosa che ci resta da fare è darci a un rewatch delle due prime stagioni della serie, già da ora un piccolo-grande cult della serialità contemporanea!