3) Chuck Bass
Chuck Bass, un bambino fatto abito. Come Polly Pocket, Chuck ha la sua capsule per ogni occasione: Chuck passione basket, Chuck passione golf e Chuck magia delle feste, tutti outfit orribili, tutti outfit che qualcuno 10 anni fa ci ha detto che avremmo trovato sexy e che oggi, tolte le lenti rosa della crush adolescenziale per Ed Westwick vediamo finalmente per quello che sono: brutti.
Non che l’anima di Chuck fosse di gran lunga superiore, come nemmeno quella dei protagonisti di Gossip Girl, ma quella per gli abiti ci è stata propinata come una bugia infiocchettata: una menzogna alla quale abbiamo creduto per troppo tempo. Un torpore dal quale è giunto il momento di risvegliarsi.
Confusi dal suo innegabile fascino e da quell’atteggiamento da malavitoso, non abbiamo mai prestato troppa attenzione ai suoi outfit, abituandoci all’idea che Chuck fosse sia bello che ben vestito, niente di più falso. Sareste in grado di giurare il contrario di fronte a quei pantaloni gialli? Davvero?
Siamo sicuri che ‘affascinante’ sia il termine più appropriato da riferire a un qualsiasi essere umano che per diletto ama indossare calzettoni a rombi marroni e neri lunghi fino alle ginocchia?
Come un bambino giocherellone che vuole vestirsi come il papà, Chuck sceglie disinvoltamente l’abito più brutto ma contemporaneamente più adatto per ogni occasione che gli si presenta davanti: una continua scelta sbagliata ma nella direzione giusta. Niente di più contorto.