Martin Sheen è nato a 18 anni. Suona strano, lo sappiamo, eppure è così. E l’attore stesso lo ha confermato più volte.
Ora vi starete chiedendo come.
La spiegazione è semplice: quello che tutto il mondo conosce come Martin Sheen, all’anagrafe non risulta tale. Ramón Antonio Gerardo Estévez, ecco il vero nome dell’attore conosciuto ai più con lo pseudonimo usato nel mondo del cinema.
Il perché di questo nome d’arte sarà parte fondamentale del nostro viaggio nella vita e nella carriera dell’attore. Ma bisogna partire da molto prima di quella scelta. Anzi, addirittura da prima che Ramón nascesse.
Nel 1912, un gallego di nome Francisco Estévez Martínez partì da Salcada de Caselas, in Spagna, per cercare fortuna oltreoceano. Venendo prima rifiutato, visse tre anni e mezzo a Cuba per poi riuscire a entrare negli Stati Uniti.
Il 3 agosto del 1940, a Dayton, Francisco e un’immigrata irlandese diedero vita a uno degli uomini che più avrebbe rivoluzionato la parola “ideali” in America. L’infanzia e adolescenza di Ramón si incentra su tre argomenti che ne hanno caratterizzato lo sviluppo: il cinema, la scuola e il golf.
Sheen ha sempre ammesso di esser stato un attore ancora prima di comprendere il senso di questa parola. Da bambino guardava la gente recitare sul grande schermo del cinema e si sentiva parte di quelle persone. Sentiva nel suo cuore che l’unico modo per vivere in modo sereno e onesto sarebbe stato diventare come loro. Con un padre molto severo come era Francisco non fu facile riuscire a convincerlo a lasciarlo fare. Il suo vecchio desiderava per lui almeno qualche tipo di istruzione superiore. E per lanciare un messaggio di protesta a suo padre, Martin conseguì volontariamente un punteggio di 3 su 100 al test per l’università di Dayton. Ancora oggi peggior risultato mai ottenuto in quel test da uno studente.
E parlando di messaggi di protesta, tocchiamo il terzo argomento: il golf. Come i suoi fratelli, per guadagnarsi qualche soldo il futuro attore iniziò a lavorare come caddy in un Golf Club. A soli quattordici anni, per opporsi a come i membri di quel club trattavano i caddy, Ramón convinse prima i suoi fratelli e poi tutti gli altri ragazzi che lavoravano lì a scioperare.
La peggior cosa che puoi fare a un uomo è ignorarlo. Lo rendi subumano.
Così ha affermato e motivato quella che è stata la sua prima protesta per i diritti umani. La prima di una lunga serie. Da quel giorno Sheen fece promessa di non partecipare mai a un club privato di qualsiasi tipo, perché un club privato significa escludere qualcuno.
Sessantasei anni dopo quella promessa è ancora intatta
A 18 anni l’uomo si trasferisce a New York in cerca di fortuna nel mondo del cinema, e qui affronta per la seconda volta nella sua vita una discriminazione razziale.
La prima, di cui si accorgerà solo a posteriori, è perpetuata ai danni del padre. Lavoratore in una fabbrica per 46 anni arrivò allo stipendio massimo di 170 dollari a settimana a causa della sua provenienza.
Il trasferimento di Ramón a New York non fu per niente semplice. Oltre alle difficoltà per ottenere dei ruoli da attore, si aggiunsero problemi a trovare una casa o un lavoro alternativo nel frattempo. Al sentire un nome come Ramón Estévez, la gente era restia a fidarsi di lui, e fu proprio in quel periodo che scelse di provare ad adottare uno pseudonimo per ovviare al problema.
Unì i nomi di un direttore casting che gli diede la prima spinta, Robert Dale Martin, e l’arcivescovo televisivo Fulton John Sheen. Al massimo se non funziona ne trovo un altro, pensò sul momento, ma evidentemente deve aver avuto dei buoni riscontri. Nonostante tutto, Sheen non ha mai legalmente cambiato il suo nome, rimanendo Ramón Estévez all’anagrafe e sopra ogni documento legale per non scordare le proprie origini.
Col tempo la carriera da attore ingranò, Martin Sheen divenne famoso per i ruoli ne La signora amava le rose e Badlands. Nel 1961 si sposò con Janet Templeton, dalla quale ha avuto 4 figli, tutti inseriti nel mondo del grande o piccolo schermo. Ironicamente Apocalypse Now segnò da una parte il punto più alto della sua vita da attore e quello più basso nella sua vita privata. Durante il periodo delle riprese Martin era sotto una forte dipendenza da alcol e droga, cosa che è rimasta impressa perfino nella pellicola.
La scena iniziale del film, per chi la conosce, non è infatti una sua interpretazione. Sheen era realmente ubriaco dalla mattina, e scelse di girare la scena in quelle condizioni. Voleva che il demone interiore con cui stava lottando da tempo diventasse pubblico e venisse affrontato su quel set.
Quella che Martin Sheen racconta come una Psychotic Drunk-n-Rage lo portò a vivere un’esperienza al limite in ogni senso.
Il 5 marzo del 1977, Sheen si svegliò nel cuore della notte con un peso indescrivibile sul petto. Trovandosi da solo uscì di casa e si trascinò verso la strada principale per combattere questo attacco di cuore. Disse che durante il tragitto perse prima la vista, poi l’udito, e riuscì a riprendere conoscenza mangiando l’erba che trovò per terra per provare qualcosa nel suo corpo.
Si salvò per miracolo e ancora oggi ritiene quell’esperienza un punto di svolta sulle priorità nella vita ai suoi occhi.
Cresciuto in una famiglia molto credente, e particolarmente fedele, l’uomo ha iniziato a protestare per i diritti civili intorno ai quarant’anni. A oggi se gli viene chiesto quale causa gli stia più a cuore non riesce a distinguerla perché ritiene la libertà un’insieme di cose, imprescindibili le une dalle altre. Non è di sicuro l’unico personaggio famoso che ha protestato per diritti nel corso degli anni, ma detiene un incredibile record.
Durante un’intervista col cast di Grace and Frankie riguardo l’ultima stagione (di cui abbiamo parlato qui) è uscito proprio il discorso riguardo le proteste dato che i tre membri del cast hanno convinto Sam Waterston a unirsi a loro durante una di esse a Washington.
Sotto le domande dei colleghi, Sheen ha ammesso di esser stato arrestato per proteste non violente ben sessantotto volte. Argomento trattato tra l’altro sia nella serie che accennato in altre sue opere come Il Cammino Per Santiago. Film diretto dal figlio Emilio che ha voluto omaggiare questa dedizione del padre in una scena con arresto, in un film che sia lui che Martin avevano dedicato al capofamiglia Francisco.
Ovviamente però, per un uomo partito dal nulla come Martin Sheen sfondare sul grande schermo non era abbastanza. È approdato in punta di piedi anche nel mondo delle serie tv, per poi sviolinare monologhi leggendari nella sua prima opera televisiva di altissimo livello: The West Wing.
Da qualche anno è tornato a lavorare a pieno regime entrando nel cast del sopracitato Grace and Frankie. Eppure due serie così diverse hanno qualcosa in comune: entrambe hanno accostato all’uomo dei personaggi con cui trova diverse similitudini. Che sia un caso o qualcosa di voluto non lo sapremo mai, ma è impossibile non notarle.
Da una parte il Presidente Bartlet: uomo che lotta per rendere l’America un posto migliore dove vivere, con una grande fede cattolica ma di vedute larghe. Una vera e propria rappresentazione della sua voglia di aiutare il prossimo rivoluzionando la politica, un personaggio le cui idee sembrano ancora oggi contemporanee. E non scordiamo che la serie è del 1999 (ed è invecchiata benissimo anche al first watch, leggete qui).
Dall’altra parte abbiamo Robert Hanson, avvocato che ha il coraggio di fare outing dopo anni di segreti, e che deve affrontare la discriminazione per questo. Esattamente come Sheen ha dovuto usare uno pseudonimo per affrontare la discriminazione razziale. Però con Robert vediamo qualcosa di diverso. Lui non si nasconde dalla sua sessualità per superare la cosa, anzi, lui va fiero di chi è. Un po’ come Sheen, che ad oggi ha ancora il nome d’arte ma non nasconde le sue origini, la sua storia. Non nasconde Ramón Estévez.
Perché il suo percorso di vita è un grandissimo specchio che contiene tutto il nostro mondo. E lui sembra un po’ un personaggio delle serie tv che si è evoluto in modo fenomenale. Nato nella povertà e discriminazione, ora che potrebbe vivere nell’ozio per ciò che ha creato con le proprie mani, usa la sua fama per aiutare il prossimo. Perché diciamocelo chiaro: gran parte delle cose per cui non protesta non impattano direttamente su di lui, e questo è ancora più importante e ammirevole. Lui non protesta per avere un vantaggio, protesta perché nessuno debba passare ciò che ha passato lui.
Onore, talento e dedizione. Questi sono i tre mantra di un uomo che ha trasceso il suo ruolo di attore per diventare un personaggio pubblico a tutto tondo.
Vogliamo lasciarvi con uno dei suoi aneddoti più assurdi. Dopo aver concluso le riprese di The West Wing venne chiamato da una università in Irlanda per prendere una Laurea ad honorem dato che sua madre proveniva da un paesino lì vicino. Lui si presentò e ritirò tutto con grande piacere, se non per una piccola richiesta che fece al rettore: frequentare gli studi.
È una storia assurda e ben pochi ci crederanno, come il ragazzo sotto un albero che vedendolo passare nel campus il giorno dopo gli chiese se fosse proprio lui.
Ve lo diciamo noi perché. Perché l’uomo in quel campus non era Martin Sheen. Si chiamava Ramón Antonio Gerardo Estévez, e stava mantenendo la promessa fatta al padre: ottenere quell’istruzione superiore che gli avrebbe reso la vita migliore. E, neanche a dirlo, ci è riuscito.