SPOILER ALERT! NON LEGGETE OLTRE SE NON AVETE VISTO O NON VOLETE SAPERE NIENTE DELL’EPISODIO 13X14, “BACK WHERE YOU BELONG” DI GREY’S ANATOMY
La scorsa settimana Grey’s Anatomy ci ha lasciati con la Dottoressa Minnick in crisi. Lei e la dottoressa Edwards non si sono accorte di un’emorragia interna in un bambino con i calcoli, non potendolo quindi salvare da una triste morte sul tavolo operatorio. Edwards ha quindi trovato la forza di andare avanti grazie al Dottor Webber, e Minnick grazie alle parole di Arizona e al suo abbraccio.
Karev, come si sa, non è più a rischio di finire in prigione, Meredith è stata sospesa dopo aver preso le parti contro il cambiamento nel programma d’insegnamento e Amelia è ancora “in fuga” dal suo matrimonio. Ora questi tre convivono, insieme anche a Maggie, nella vecchia casa di Meredith, che – come è sempre in Grey’s Anatomy – è sovraffollata. Meredith, anche qui come sempre, riesce a lamentarsi della situazione, ma alla fine si sa che le piace vivere così. Però attualmente è super annoiata e sono sorpresa che non sia partita in quarta a ballare con la Tequila per dimenticare: si vede che gli anni sono passati e manca Cristina. Peccato.
Intanto in ospedale…
Il trapianto
Sin da subito veniamo inseriti nel contesto della trama dell’episodio, introdotto dalla Dottoressa Minnick che spiega agli specializzandi come verranno coinvolti nel trasporto e trapianto di un rene. Dubito che sia una coincidenza che si sia buttata in un caso del genere, visto quanto successo nell’episodio precedente (se volete schiarirvi le idee trovate la recensione qui), e visto anche che si tratta di un ragazzino. Edwards dovrà anche partecipare, insieme alla Wilson. Gli strutturati coinvolti sono Webber e Karev (Alex insieme alla Wilson nella stesso caso: poteva succedere qualcosa d’interessante, ma invece si sono pressoché ignorati).
Minnick però sembra mostrare un cambiamento, intanto perché ha messo subito in chiaro che gli specializzandi non sono pronti per questo genere di operazioni, mentre di solito è sempre stata propensa a dare opportunità anche palesemente al di sopra delle loro capacità, poi per la scelta dei chirurghi in capo dell’operazione, appunto Alex e Richard, che sono praticamente gli ultimi che ci saremmo aspettati, oltre certo a Meredith, se fosse in ospedale.
A parte che è stranissimo vedere l’attore che ha fatto Peter Pan in Once Upon a Time come paziente in Grey’s Anatomy (“non curatelo! Creerà un sacco di problemi!” sono stati i miei primi pensieri), è ancora più strano vedere Alex che prende ordini da Edwards; infatti anche Richard gli ha dato un ironico benvenuto alla “fase due”.
La preparazione all’intervento si condisce della Wilson che si comporta da tonta, portando il padre del ragazzino dalla famiglia, e di drammi familiari conseguenti alla loro interazione.
Cioè sul serio? Il tuo (circa-ex) marito ti picchiava e tu non sai riconoscere una situazione di disastro coniugale quando ne vedi una?? Poco dopo scoprono dal ragazzo che il marito, suo padre, picchiava la moglie e nel momento in cui stava per mettere le mani addosso anche a lui, se ne sono andati. Wilson rincontra il signore in sala d’attesa e chiede a Owen di mandarlo via, cosa che lui, da bravo soldato, esegue senza fare troppe domande.
Poiché non esiste la gioia nell’ospedale di Grey’s Anatomy, il trapianto di rene non funziona: la donatrice, la madre, una volta senza il rene, inizia ad avere problemi ed i suoi parametri vitali diventano instabili. Webber capisce che non può donare il rene perché quello che le rimane non funziona. Subito chiedono di mettere il ragazzo in cima alla lista d’attesa degli organi, e discutono su cosa sia moralmente, eticamente e legalmente più giusto fare. Nel mentre Wilson telefona al centro trapianti, e il padre, che non se n’è andato, sente la conversazione e inizia ad agitarsi contro Wilson.
A quanto pare una volta aggiornato, si offre di donare lui il rene, e dopo un po’ di resistenza, lo preparano.
Wilson è convinta che lo faccia per insinuarsi di nuovo nelle vite dei suoi familiari, facendoli sentire in debito, e quindi gli suggerisce, in maniera per nulla cordiale, di fare questa donazione in maniera anonima, per poi sparire. E così fa.. Ma Wilson ha fatto bene a far credere al ragazzino che il padre non era disposto a donargli la possibilità di vivere? E non solo: che sia andato via prima ancora di sapere come stesse?
Nel frattempo in pronto soccorso….
In pronto soccorso DeLuca e Riggs si fanno gli affari loro, sino a che una signora con evidenti ferite entra in ospedale. È in chiaro stato confusionale e dopo poco sviene. Viene quindi chiamata Maggie e scoprono che questa signora ha un peacemaker molto vecchio e decidono di sostituirlo, senza consultarsi con l’interessata, in quanto questa dice cose senza senso.
Una volta che in sala operatoria estraggono il congegno, cercano di scoprire l’identità della donna sotto i ferri, chiamando la ditta che produce i peacemaker e dando il numero seriale di quello estratto. I chirurghi suppongono che sia una senzatetto, scoprono come si chiama e rintracciano i parenti.
La madre di questa arriva in ospedale, stupita che siano riusciti a ritrovare sua figlia dopo 12 anni e viene accompagnata a vederla dai dottori. Ma, nel momento in cui Riggs le dice di prepararsi perché avrà difficoltà a capire quello che la paziente dice, la madre chiede con le lacrime agli occhi se intende che sua figlia è viva. Purtroppo però la figlia è malata mentalmente, e lo psichiatra conferma. Inoltre ipotizzano che se ne sia andata di casa proprio quando la malattia ha iniziato a svilupparsi.
I genitori non vengono riconosciuti dalla donna, in una scena piuttosto angosciante. Riggs e Maggie discutono della schizofrenia, e di come i genitori non siano entusiasti di sapere che loro figlia è viva, ma lui le spiega, anche un po’ incavolato, che è perché non si perdoneranno mai di aver smesso di cercarla: forse la sta prendendo un po’ sul personale.. come lui con la sorella di Owen. Anche Mer e Maggie suppongono che sia per questo, per Megan. La paziente però inizia a prendere le medicine e mostra segni di ripresa delle capacità cognitive, vedendo e riconoscendo la madre e il padre. Quindi dai, quasi bene.
Meredith, leale testarda Meredith.. mentre gli altri…
Bailey in quest’episodio non è presente in ospedale. Dopo aver delegato il comando ad April, uscendo con una scusa, si dirige a casa della Grey. È qui per deporre l’ascia di guerra, se Mer è disposta a tornare, ma lei, evidentemente non lo è.
È estremamente contrariata da come sono state gestite le cose e dichiara apertamente che non tornerà al lavoro fintanto che Webber non viene riassunto come capo degli specializzandi. Miranda però non è così tonta, e dopo averlo riferito a Richard, sa che lui sarebbe andato da Mer a convincerla a tornare. E così è.
Altre persone sono meno convinte della loro fazione: abbiamo visto la settimana scorsa come April ha visto uno “scopo più alto” nel suo nuovo, temporaneo lavoro, cosa che la fa costantemente litigare con Jackson. Questa settimana, invece, scopriamo anche come Arizona si stia lasciando coinvolgere da Eliza a livello personale e conversano e ridono, mentre appena scorgono qualcuno del Team Webber, fanno finta di essere gelide l’una con l’altra, o addirittura di litigare. Continuano a fingere fino a ché, una volta fuori dall’ospedale, Eliza la bacia.
Per tirare un po’ le somme, questa storia di Megan sta tornando troppe volte nel corso delle stagioni; è quindi facile pensare che porti a qualcosa, mentre la situazione di Webber si sta appianando un po’ su tutti i fronti, con una rabbia che ormai sbollisce in quasi tutti. Gli specializzandi sembrano trarne vantaggio, ma sinceramente spero che non la chiudano in maniera sbrigativa, come mi sembra abbiano fatto con il processo di Karev, dopo tanta attesa.
Non ci resta che aspettare la prossima settimana per la puntata 13×15 di Grey’s Anatomy.