Vai al contenuto
Home » Recensioni

Grey’s Anatomy 14×11 – (Don’t Fear) the Reaper

grey's anatomy
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

L’undicesima puntata della quattordicesima stagione di Grey’s Anatomy, (Don’t Fear) the Reaper [tradotto: non avere paura del mietitore] è un capolavoro. Ultimamente i produttori della Serie hanno costruito solo episodi meravigliosi. È come se avessero deciso di focalizzare la loro attenzione su una storia alla volta, dando spazio a tutti, ma prediligendo – di volta in volta – un solo personaggio. Così facendo, non si rischia che il pubblico rimanga insoddisfatto a causa della confusione che si crea quando ci sono troppe storyline da seguire.

Grey's Anatomy - Miranda

Per esempio, abbiamo cominciato la stagione dando una chiusura alla storia della Edwards e venendo a conoscenza del tumore di Amelia. Per un paio di episodi, ci siamo concentrati su di lei. Nonostante ci fossero altre storie a fare da cornice alla storia principale, ogni episodio è stato scritto in modo da non spostare l’attenzione dalla storia conduttrice. Nel caso della Sheperd, la guarigione dal suo tumore e la conclusione di una delle storie d’amore più tormentate di Grey’s Anatomy, quella con Owen. Grazie a questo espediente, ci è facile capire chi sia il protagonista dell’episodio e in base a quello, la comprensione della storie diventa più semplice.

Dopo Amelia e il suo matrimonio finito, l’attenzione si è spostata brevemente su Warren che, già dalla fine della scorsa stagione, aveva cominciato ad avere dubbi sulla sua carriera. Poi è arrivato il momento di Meredith che, grazie all’intervento fatto alla sorella di Owen, ha vinto un Harper Avery, realizzando un suo grande sogno (in parte) e portando alla chiusura – momentanea – la sua storia. Finalmente ritorna ad avere importanza il personaggio di April, che da troppo tempo era stato messo in disparte e tutto l’episodio – pur seguendo diverse storie – è incentrato su di lei e sulla sua crescita individuale e spirituale, nonché sulle sue relazioni personali e dunque sulla sua vita privata.

Grey's Anatomy - Miranda

E poi si arriva a Miranda. Miranda che ormai è un vero e proprio modello comportamentale. È una donna determinata, Miranda sa quello che vuole. Non è disposta a farsi mettere i piedi in testa da nessuno. È una tosta. Ha fatto il possibile per riuscire a ottenere il ruolo che ricopre attualmente in ospedale e certamente non ha intenzione di mollarlo. Ma essere a capo di un ospedale non è facile, come non lo è essere – allo stesso tempo – la partner di un vigile del fuoco che rischia la vita ogni giorno e la madre di un adolescente. Tutte le decisioni più importanti spettano a lei. È per questo che lo stress la porta ad avere un infarto.

Durante tutto l’episodio avevo il fiato sospeso perché non sapevo cosa le sarebbe successo. Uccidere i personaggi migliori è una delle cose che Shonda Rhimes e gli sceneggiatori di Grey’s Anatomy sanno fare meglio. Speravo con tutta me stessa che non succedesse e fortunatamente, qualcuno nell’Olimpo degli dei delle Serie Tv, ha ascoltato le mie umili preghiere. Grey’s Anatomy senza Miranda Bailey sarebbe vuoto. Il suo è uno di quei personaggi che riescono a essere meravigliosamente esilaranti e allo stesso tempo così umani e imperfetti.

Grey's Anatomy - Miranda

Ciò che adoro di più di Miranda è che sotto quell’apparente maschera da donna tutta d’un pezzo, senza debolezze, si nasconde un essere umano fragile e con tutte le paure e le insicurezze che ognuno di noi ha. Da una parte c’è la sua voglia di eccellere sempre in tutto, di essere integerrima e dall’altra c’è la sua testardaggine, la voglia di farcela da sola e la follia ossessiva (mi riferisco al suo Disturbo Ossessivo Compulsivo) che più volte l’ha messa K.O.
E mai, come in questo episodio abbiamo avuto modo di capire da dove deriva il suo bisogno di perfezione. Grazie ai flashback della sua infanzia, riusciamo a conoscerla ancora meglio. Capiamo cosa ha provocato la sua ossessione per la perfezione e soprattutto l’ansia e la testardaggine di dover riuscire a portare a termine tutto, senza chiedere mai aiuto a nessuno.

Grey's Anatomy - Miranda

In pochissimo tempo, gli sceneggiatori sono stati in grado di raccontare e descrivere perfettamente il rapporto tra la Bailey e sua madre. È per questo che ci accorgiamo che Miranda sta cercando di provare un punto, vuole fare capire a sua madre che può farcela da sola e che è pronta per risolvere i suoi problemi senza l’aiuto dei genitori. La sua voglia di dimostrare di essere autonoma le rimane attaccata anche quando è ormai adulta. E spesso, questo suo comportamento, la penalizza. Non le permette di chiedere aiuto, come invece, dovrebbe fare.

L’episodio ci fa capire che va bene chiedere aiuto ogni tanto. Va bene dividere il peso delle proprie ansie con i propri cari. Ci fa capire che non c’è bisogno di cercare di essere sempre perfetti. Quella di chiedere aiuto non è una debolezza, ma è un atto di coraggio. Questo – ovviamente – non significa che essere dei rammolliti senza spina dorsale sia la soluzione. Miranda è l’esempio perfetto. Non è una che molla. Prima prova a risolvere i suoi problemi da sola e quando non ce la fa, chiede aiuto. Ma ci prova.

Grey's Anatomy - George

A ogni modo, quella di inserire i flashback nella puntata è stata un’idea geniale. Certo, ho pianto tutte le lacrime possibili e immaginabili a causa delle scene in cui c’erano anche George O’Malley, Derek Shepherd e Callie Torres. Rivedere il mio McDreamy bello come il sole e vivo, mi ha fatto male al cuore. Anche rivedere il giovane Webber, quello severo e tutto d’un pezzo, è stato strano.

E mi ha fatto riflettere su quanto ogni singolo personaggio sia cambiato nell’arco di questi quattordici anni, quanto ognuno di loro sia maturato e si sia lasciato anche un po’ andare. La Bailey dell’inizio, ovvero la Nazista, ti faceva cacare sotto dalla paura. Adesso, invece, è più umana. Sarà per via di Tuck, sarà per via di tutte le volte in cui la sua vita è stata messa a rischio, sarà che è diventata più matura, ma questa Miranda è quella che preferisco.

Grey's Anatomy - Derek

Ho adorato il modo in cui si è imposta sui medici incompetenti e piuttosto misogini del Seattle Presbyterian. Come al solito, aveva ragione, stava avendo per davvero un infarto. E – non credevo che l’avrei mai detto – sono felicissima che la Pierce fosse lì al momento giusto. Oppure avremmo potuto dire addio a Miranda e dunque uno dei personaggi migliori di Grey’s Anatomy. Tra l’altro quei dottorini del Seattle Pres hanno avuto un grande schiaffo morale grazie alle due donne che avevano già capito tutto prima ancora che il loro cervellino potesse accendersi.

Mi ha infastidito, che il dottor Maxwell abbia garantito alla Pierce i suoi privilegi, solo dopo che Webber glielo ha chiesto. Insomma, si può essere più idioti di così? Maggie gli stava chiedendo di poter intervenire da prima che lo facesse Richard, ma ovviamente nell’ospedale dei misogini, la parola di una donna non vale a nulla, vero Dr. Maxwell?

Grey's Anatomy - Miranda

Prima di lasciarvi voglio solo sottolineare quanto sia stata badass Miranda Bailey quando – mentre covava un infarto – ha salvato la vita alla sosia di Courtney Cox (aka Monica Geller di Friends, qui i 10 motivi per amarla), ovvero la tizia che stava nel letto accanto al suo. MERAVIGLIOSA.

Per questa settimana è tutto. Speriamo che Shonda e la sua crew non la smettano di produrre episodi di Grey’s Anatomy così belli e speriamo che continuino a focalizzare – di puntata in puntata – l’attenzione su un singolo personaggio.

LEGGI ANCHE – Grey’s Anatomy 14×10 – Personal Jesus

Un saluto agli amici di Viviamo a Seattle