Il dodicesimo episodio della quattordicesima stagione di Grey’s Anatomy, “Harder, Better, Faster, Stronger” si distingue dagli altri e fa diminuire l’entusiasmo che le ultime puntate hanno creato. Si interrompe così la carrellata di episodi memorabili. Ma quella che appare come una puntata non particolarmente straordinaria, non è inutile, bensì importantissima.
Dopo una successione di capolavori, c’era da aspettarsi un episodio meno entusiasmante rispetto agli altri. Harder, Better, Faster, Stronger dà l’avvio a un nuovo capitolo, a delle nuove storie, dà il calcio d’inizio per la seconda metà della stagione. Le questioni protagoniste della prima parte della quattordicesima stagione, sono state ormai risolte e archiviate. Siamo pronti ad andare avanti e questo episodio scandisce il passaggio. È il ponte che collega le due parti della stagione.
Grazie all’espediente del concorso, nasceranno delle nuove tensioni e sicuramente ci sarà da divertirsi. È stato bello finché è durato, ma sappiamo bene che con Shonda Rhimes non si può mai stare tranquilli. Sono più che sicura che in questa seconda parte della stagione, saranno molti gli scontri e i confronti dovuti alla scelta delle idee più meritevoli. A qualcuno la sconfitta potrebbe pesare parecchio. E quel qualcuno è il team Amelia Shepherd-Alex Karev.
Loro sono stati gli unici a dover fronteggiare un rifiuto, nonostante la loro idea fosse ugualmente brillante. E suppongo che convivere o essere il migliore amico dei medici che hanno superato la selezione, non sarà facile. Una cosa è certa, con la Shepherd e Karev non si scherza. Sono entrambi straordinari e determinati. E comunque, tumore o no, Amelia è una fuoriclasse. È una donna che pensa fuori dagli schemi, una che non permette a niente o nessuno di arrestare la sua corsa verso la gloria.
Credo, più di ogni altra cosa, che il suo personaggio venga spesso sottovalutato e maltrattato (nel senso che le sue storie vengono trattate male). E sinceramente il suo progetto mi sembrava anche più interessante e utile di tanti altri che invece hanno superato la selezione e hanno ricevuto i fondi per finanziare la ricerca. Certo, il team Karev-Shepherd è un po’ imbarazzante e bisogna ammettere che da quando la Edwards ha mollato, Amelia ha perso una grande alleata.
A proposito, quanto ci manca Stephanie Edwards? Grey’s Anatomy (qui i Tweet cattivi sulla relazione tra Jackson e Maggie) non è più lo stesso senza di lei. Durante tutte le scene in cui viene ripreso il team Shepherd-Karev, tutto ciò che voglio e spero è veder spuntare all’improvviso la Edwards che, prende in mano la situazione e salva la giornata. Purtroppo DeLuca e Bello non sono esattamente due cime, anzi tutto il contrario. DeLuca mi dà la sensazione di starsi trasformando sempre di più in un egocentrico stronzetto con la puzza sotto il naso che crede di essere superiore alla povera Bello, che purtroppo è solo all’inizio del suo viaggio nei spaventosi meandri del Grey – Sloan Memorial. Non so perché ma nelle loro scene ho sempre la sensazione che Andrew voglia far capire alla tizia chi è che comanda, sottovalutandola e apparendo anche un po’ maschilista e sessista.
Certo, l’esperienza gioca una parte fondamentale e tutti gli specializzandi, almeno una volta, hanno mostrato quanto possono essere cattivi con i loro compagni più giovani. Insomma, un po’ come ciò che succedeva alle superiori. I più grandi si sentono anche i più fighi dello zoo e i più piccoli devono assecondarli nella speranza di sopravvivere almeno a quel primo anno che li etichetta come i più insignificanti nella piramide sociale. Ecco, è esattamente questo che per me Andrew fa a quella povera tizia. Ovviamente tutta la scena in cui faticano a tenere i propri genitali nei pantaloni, è una delle più ridicole che io abbia mai visto. A quanto pare i membri della famiglia DeLuca hanno problemi a tenere su le mutande, sono tutti molto calienti. Sarà il sangue italoamericano, bah!
Ho adorato la Bailey che, pur essendo costretta a rimanere a letto, riesce a partecipare al concorso, servendosi del povero Occhiali che ormai è la barzelletta di Grey’s Anatomy e per questo lo trovo super adorabile. Anche se ammetto che ogni tanto mi piacerebbe prenderlo a schiaffi. Il che mi porta a ricordare come mi faceva sentire George all’inizio.
C’è stata una cosa che mi ha turbato prepotentemente e che mi ha fatto ridere un sacco. Tutti noi sappiamo che personaggio particolare sia Catherine Avery, eppure ogni volta riesce a stupirmi. Le inquietanti battute scambiate con Jackson mi hanno fatto sentire a disagio per lui. Sentire tua madre che parla di vagine, non è proprio ciò che un figlio vorrebbe. Però ho adorato la sua insistenza. Ciò che vuole, Catherine ottiene. Chissà, magari tra un paio d’anni diventerà presidente degli Stati Uniti in Grey’s Anatomy. Non si può mai sapere con Catherine Avery. Btw Webber sarebbe un bravo First Gentleman.
Un altro momento che mi ha turbato è stato quello in cui veniamo a conoscenza delle statistiche sulle morti dovute al parto. All’inizio, questo specifico argomento, non mi aveva quasi per niente colpito, perché abituata a pensare che la morte da parto sia una realtà così obsoleta, rara e lontana che quasi non riesco a nemmeno a pensarla. Presto, però, sono venuta a conoscenza del fatto che tutti i dati utilizzati in Grey’s Anatomy da Shonda Rhimes (qui le 5 morti che ci hanno fatto imbestialire) corrispondono alle realtà statunitensi. E devo dire che ero davvero scioccata.
Non avrei mai pensato che un paese così all’avanguardia come gli Stati Uniti potesse avere un problema così grave, e – apparentemente – senza alcuna soluzione. È pur vero che lì la sanità è elitaria, solo chi se lo può permettere si cura. Dunque ho guardato alla ricerca della Robbins con occhi diversi, con occhi questa volta consapevoli. E l’ho apprezzata davvero tantissimo. Spero che Arizona riesca a trovare una soluzione.
Tutto sommato, anche se non è stato un episodio particolarmente memorabile, l’ho trovato davvero utile ai fini della narrazione e di certo è molto, ma molto meglio rispetto a quegli orribili episodi che hanno caratterizzato tutte le stagioni post-Derek fino a metà della tredicesima stagione di Grey’s Anatomy.
P.S. Quanto avete amato Qadri, la specializzanda che ha fatto tutte quelle bellissime figure con Jackson? *insert sarcasm here* Adorabile. Praticamente la reazione di ognuno di noi davanti alla sua bellezza e intelligenza folgorante.