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20 cose a cui ho pensato dopo aver rivisto il primo episodio di Grey’s Anatomy a distanza di 17 anni

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Avete presente quella sensazione che provate quando dopo tanti anni tornate in un posto che in qualche modo è stata casa vostra per tanto tempo? Che ne so, come quando torni a salutare i prof nella tua vecchia scuola anni dopo o come quando ritorni in un posto della tua infanzia e riconosci i luoghi, forse ancora qualche viso, gli odori e immediatamente li ricolleghi a momenti della tua vita che ti fanno inevitabilmente provare un po’ di nostalgia? Beh, io ho provato una sensazione analoga quando – con grande difficoltà – ho riguardato la prima puntata di Grey’s Anatomy a distanza di ben diciassette anni.

Con difficoltà perché dopo tutte le stagioni viste di questa serie, tornare indietro sai che farà male. Ma, nonostante questo, l’ho fatto comunque e queste sono le 20 cose a cui ho pensato guardando il primo episodio di Grey’s Anatomy.

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Grey’s Anatomy (640×360)

1. Erano tutti così giovani. Erano tutti così giovani e piccoli che a malapena sembravano credibili nel ruolo di specializzandi. Avrebbero potuto interpretare dei liceali e nessuno avrebbe dubitato della loro appartenenza a quel luogo.

2. So a memoria il discorso di Webber. Ricordo a memoria veramente poche cose, una di queste è il mio numero di telefono, un’altra è il numero del telefono di casa della mia migliore amica delle elementari e l’ultima è la filastrocca dei mesi, quella che fa “trenta giorni a novembre…”. Per il resto vuoto totale, vuoto cosmico. Eppure, il discorso di Richard Webber agli specializzandi lo conosco a memoria come mia nonna conosce a memoria la programmazione della messa di TV2000.

3. Era proprio impossibile che non diventassi una Merder shipper. Era scritto nella stelle, nel piano divino che l’Universo ha per me. È bastato che Meredith Grey raccogliesse la coperta da Derek Shepherd nudo sul pavimento e gli gettasse sul culo il cuscino perché io fossi già completamente innamorata di loro. E non avevano neppure interagito verbalmente ancora.

4. Cristina Yang era già così avanti per quei tempi. Siamo nel 2005, c’è una forma di maschilismo radicata ovunque, nelle battute, negli atteggiamenti dei personaggi lo si può intuire, ma Shonda e in particolare il personaggio di Cristina erano già così moderne. Lei voleva essere indipendente, affermarsi come chirurgo e avrebbe distrutto chiunque intralciasse il suo cammino pur di ottenere ciò che voleva. E per questo era uno dei migliori personaggi di Grey’s Anatomy.

5. Alex Karev era insopportabile. Stronzo – concedetemelo – come pochi e anche maschilista come accennavo nel punto precedente. A parte credersi superiore alle donne del gruppo e ha provato a sminuire Meredith Grey definendola “infermiera”. Sia per la stupida concezione che tutte quella dell’infermiere sia una professione da donna, ma soprattutto perché credeva di sminuire Meredith. Come se fosse meno dignitoso essere infermiera rispetto a fare il medico. Se ci fossero state Carla di Scrubs o l’immortale Laverne sicuramente gli avrebbero fatto il didietro.

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Grey’s Anatomy (640×360)

6. George O’Malley era spacciato dal primo secondo. A prescindere dalle motivazioni che l’hanno allontanato da Grey’s Anatomy, il suo personaggio fin dal primo istante aveva il destino segnato. Non era tagliato per fare il medico e so che cosa direte “eh ma migliora, eh ma alla fine il talento lo aveva” forse, forse, ma non ha mai avuto la stessa fiamma che guidava Cristina e Meredith.

7. Miranda faceva davvero paura. Se pensiamo alla Bailey adesso e com’era all’epoca quasi sembrano due personaggi diversi. Sì, Miranda conserva ancora un po’ di autorità, ma ora è quasi una versione macchiettistica del personaggio che era una volta. Bastava un suo sguardo per far tremare gli specializzandi e io, per questo, l’amavo follemente.

8. Il momento in cui Meredith Grey rivede Derek Shepherd in ospedale, mi farà sempre morire dal ridere. Il panico nei suoi occhi, lo sguardo divertito di Shepherd, è tutto così divertente.

9. Meredith che non ha la più pallida idea di dove portare Katie Brice è così comprensibile. Adesso che mi trovo a muovere i primi passi nel mondo del lavoro capisco così bene quella sensazione di smarrimento, figurato e letterale che sperimenta lei con la sua paziente.

10. Mi sono ricordata che Grey’s Anatomy aveva una sigla. Sono quei ricordi che hai, ma che passano inosservati finché qualcosa non li risveglia. E improvvisamente è come se non li avessi mai dimenticati.

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Ellen Pompeo e T.R. Knight (639×360)

11. George dice a un certo punto, quasi alla fine del turno “siamo sopravvissuti tutti” e lì – lo so è stato cattivo da parte mia, ma non ho potuto trattenermi – ho pensato: ehm loro sì… tu no. Perché sì, sopravviverai al primo turno, ma sarai anche l’unico dei MAGIC a crepare male.

12. Tre numeri possono far male. Proprio restando in tema, il primo episodio di Grey’s Anatomy e anche quello in cui viene dato a George il soprannome di 007. Sappiamo bene che quando verrà ritrovato e sarà irriconoscibile per tutti, solo quando disegnerà sul palmo di Meredith Grey con il dito i numeri 007 si accorgeranno che l’uomo che hanno davanti in fin di vita è proprio O’Malley.

13. Meredith Grey meritava più di Cristina Yang di partecipare all’operazione di rimozione dell’aneurisma di Katie Brice. Amo Cristina, ma è stata la Grey a capire cosa avesse Katie e seppure avessero deciso a priori chi di loro avrebbe dovuto assistere, quel posto doveva essere di Meredith. Anni fa la pensavo diversamente, ma adesso sono dalla parte della Grey. Perciò Derek Shepherd ha fatto bene a scegliere lei per assistere all’intervento.

14. A Izzie Stevens voglio ancora molto bene e mi manca. Sì, a molti non è piaciuta la sua uscita di scena, però rivederla in quel primo episodio e ricordando tutta la sua storia, non riesco a non pensare che avrebbe potuto raccontare ancora tantissimo.

15. Chissà che fine avranno tutti quegli specializzandi. C’erano un sacco di persone in quella classe. Che fine hanno fatto? Saranno crepati tutti? Plausibile con Shonda, ma preoccupante.

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Ellen Pompeo (640×359)

16. Non ricordavo che Meredith Grey fosse un personaggio così coraggioso. La ricordavo molto più sfigata di quanto in realtà fosse e invece ha due consistenze sotto giganti e Derek Shepherd l’aveva capito già.

17. Già dal momento di rappacificazione che condividono sulla barella nel corridoio era chiaro che Meredith e Cristina sarebbero diventate inseparabili. Ma guardarle lì, agli inizi, prima ancora che la loro storia accadesse – devo ammettere – mi ha emozionato. Erano l’una la persona dell’altra dal primo istante, si sono riconosciute immediatamente e questo è un esempio di amicizia bellissimo.

18. Preston Burke era un grande stronzo, ma affascinante come pochi. Sì, era anche arrogante, supponente e fastidioso, ma chissà perché se diciassette anni fa lo trovavo insopportabile, oggi lo trovo decisamente attraente, mentre all’epoca avevo occhi solo per Derek Shepherd.

19. Avevo rimosso che il Voice Over di Meredith nel primo episodio fosse in realtà lei che racconta ad Ellis il suo primo turno in ospedale. Sono ormai così abituata alle frasi di apertura e chiusura di Grey’s Anatomy che quasi non ricordavo l’espediente iniziale con cui hanno cominciato a usarlo.

20. Come dicevo all’inizio di questo articolo, dopo aver guadato il primo episodio di Grey’s Anatomy a distanza di diciassette anni, ho sentito proprio un senso di nostalgia che non credevo di poter provare visto lo stato di esasperazione a cui ci ha portato questa serie.