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Com’è cambiata Meredith dalla prima alla sedicesima stagione di Grey’s Anatomy

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Quando l’abbiamo vista per la prima volta, nell’episodio di apertura di Grey’s Anatomy (che si è ormai candidata per diventare la serie tv più longeva di sempre), Meredith Grey era una specializzanda alle prime armi. Non aveva ancora una storia, aveva occhi limpidi sì ma indecifrabili, e sette lunghi e difficili anni che l’avrebbero messa alla prova. E nemmeno poco. Aveva lasciato Boston per Seattle, dove era stata accolta da una casa polverosa e uno sconosciuto incontrato al bar e, tra un bicchiere e l’altro, finito tra le sue lenzuola. Uno sconosciuto dagli occhi limpidi, proprio come i suoi, uno sconosciuto di nome Derek. Non avrebbe mai immaginato che quella città, quelle pareti abbandonate e ammuffite, quello sconosciuto sarebbero stati l’inizio di una nuova vita. Di un nuovo racconto, il suo.

Da quel momento si sono susseguite ben 16 stagioni di Grey’s Anatomy e Meredith di strada ne ha fatta parecchia.

Da ragazza insicura e dichiaratamente anaffettiva è diventata una donna in grado di portare il dolore sulle spalle con una dignità e una forza invidiabili. Ha scoperto la forza dell’amore e ne ha vissuto l’incubo della perdita. Ha capito di potersi bastare, di non aver bisogno di nessuno per andare avanti e brillare. Ha capito di essere il sole e di dover imparare a tenersi stretta. Si è riempita quegli occhi puliti di parole, tante, talvolta troppe. E di storie che l’hanno vista sbagliare, prendere decisioni affrettate, mettere a repentaglio la propria vita e il proprio lavoro. Ma anche rialzarsi, più determinata di prima, e ripartire, con qualche persona in meno al suo fianco ma gambe forti per macinare ancora tanti passi.

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La Meredith delle prime stagioni di Grey’s Anatomy vuole correre ma ha paura. Vuole correre per dimostrare di non essere solo la figlia di Ellis Grey e di avere del potenziale per diventare un ottimo medico. Vuole correre perché vorrebbe raggiungere Derek, e ammettere ad alta voce di aver trovato in lui la persona che ha saputo scombinare le carte, spingendola addirittura a pronunciare parole che non credeva potessero esistere nel suo vocabolario. Lei, la ragazza del bar, della tequila e delle avventure di una sola notte. Vuole correre ma non riesce a muoversi perché sa che dopo il primo chilometro la aspetta la fregatura. E in effetti quando qualcosa nella sua vita sembra iniziare ad andare bene, inevitabilmente, tutto il resto si complica. Quasi come se fosse programmata a non poter godere di più di un minuto di felicità. Tra sentimenti contrastanti, dichiarazioni andate male, madri complicate, padri che scompaiono e riappaiono, non è mai mancato quel suo tratto distintivo che, per qualche strana ragione, l’ha spinta a spingersi fino al limite estremo e che è rimasto una costante della sua evoluzione. 

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Come un equilibrista che non ha paura del vuoto, anche se quel vuoto potrebbe essere l’inizio della fine.

Quella capacità di prendere decisioni consapevolmente rischiose che l’ha portata a tenere la mano nel torso di un paziente per bloccare un’emorragia causata da un ordigno innescato e inesploso, a lasciarsi annegare per provare a mettere un punto al continuo ingarbugliarsi delle cose e delle persone, o a truffare l’assicurazione per aiutare un padre a offrire alla figlia la possibilità di accedere alle cure per il suo tumore. Mettendo a rischio tutto quello che, a fatica, era riuscita a costruire.

Nel lungo cammino che, di episodio in episodio, l’ha portata ad acquisire una maggiore fiducia in se stessa e a non sottovalutarsi più (o, almeno, a provarci), Meredith ha scoperto quanto la solitudine non porti più in fretta a raggiungere l’obiettivo. Anzi.

E no, non si parla di amore stavolta, ma di amicizia. Quelli che pensava rimanessero solo e soltanto colleghi di lavoro si sono trasformati nella sua famiglia. Qualcuno più di altri. Chiunque ha sognato di poter avere un legame come quello delle twisted sisters. Una sorellanza che si è nutrita, più che di frasi sdolcinate e dimostrazioni plateali, di gesti concreti ma silenti e un appoggio che non si è lasciato limitare neppure dalla distanza geografica. 

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Sì, perché Derek è stato e rimarrà sempre l’anima gemella, ma Cristina è la sua persona.

L’ombra che l’ha seguita e compresa prima che parlasse. L’orecchio, gli occhi, le braccia che l’hanno accolta, anche quando non l’hanno guardata, ascoltata o abbracciata. Il pezzo di cuore che ha dovuto lasciare andare, che è stata costretta a cercare in mezzo ad altra gente e che, per caso o per un fortunato allineamento dei pianeti, è riuscita a ritrovare in Alex.

Forse è stata proprio la consapevolezza di non essere più sola ad averla spinta ad aprirsi agli altri senza aver paura di uscirne ammaccata. E a fare spazio anche all’esercito di sorelle e sorellastre le quali, a giorni alterni, sono sbucate da qualsiasi angolo dell’ospedale. Tracce di ricordi e di mancanze che voleva rimuovere ma che ha saputo digerire, imparando a non fare quello che era stato fatto a lei. Regalare un sorriso invece che abbandonare. Provare a conoscere piuttosto che negarsi e condannarsi al rimpianto. Sì, Meredith è diventata una testa di serie nel campo della medicina, una moglie e una madre affettuosa, un’amica generosa, ma anche una sorella comprensiva e presente. Ha teso una mano a Lexie, ha imparato a voler bene a Maggie, ha medicato le ferite di Amelia senza giudicarla. Non male per una che si dipingeva come cupa e torbida. 

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Sì, perché parlare dell’evoluzione di Meredith Grey come personaggio va ben oltre la naturale crescita professionale.

È diventata capo di Chirurgia Generale, dato prova di avere doti e talento, nonostante qualche colpo di testa, ma ad aver fatto salti da gigante, tra una stagione di Grey’s Anatomy e l’altra, è stata più di tutto la Meredith persona. Quella che non ha mai sognato il matrimonio e invece ha incontrato l’uomo che l’ha portata a dire di sì a una vita insieme. Quella che non credeva di riuscire a innamorarsi di nuovo dopo quel grande amore e invece è riuscita a sentire il cuore battere e le gambe cedere. Quella che non credeva di avere istinto materno e invece è diventata una madre presente e affettuosa. Così forte da riuscire a riempire Zola, Bailey ed Ellis anche dei baci che Derek non è riuscito a lasciare. Insomma, una donna con spalle grosse, un bagaglio emotivo non indifferente e una corazza che l’ha spinta a sopravvivere anche davanti al peggiore degli scenari. Una donna che quella specializzanda insicura e sfiduciata non avrebbe mai neppure pensato di poter diventare. 

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Un personaggio che ha insegnato a ragazze di qualsiasi generazione a non lasciarsi schiacciare da quello che di brutto può capitare. A non lasciarsi definire da una relazione. A puntare in alto, affidandosi sempre e solo alle proprie forze, anche quando sembra di non averne più nemmeno un briciolo. A prendersi il merito della propria fatica e il lusso, qualche volta, di sentirsi il centro. La corsa di Meredith Grey non è ancora finita ma una cosa è certa: per quanti ostacoli dovrà ancora superare, per quanti momenti felici dovrà guadagnarsi, per quanti bocconi amari dovrà ancora ingoiare, saprà di poter contare sull’alleata migliore che potesse capitarle, se stessa. Diversa ma uguale a quella ragazza di Boston che, senza poteri, è riuscita a diventare una supereroina

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