Cari amici, siamo qui riuniti per ricordare le imprese dell’Highlander delle serie tv. Sì, proprio lei, Meredith Grey, la protagonista di Grey’s Anatomy. Arrivati alla diciannovesima stagione, viene spontaneo ritrovarsi a fare un resoconto, a tirare – dunque – le somme di questa avventura che l’ha vista protagonista e ci ha visti coinvolti per quasi vent’anni.
E poiché la fine di Meredith Grey non è tragica, abbiamo anche l’ennesima conferma che è davvero lei l’ultima degli immortali, l’Highlander delle serie tv.
Se ripensiamo alla sua vita finora, possiamo senza ombra di dubbio concordare sul fatto che la Grey ne ha passate davvero tante e ciononostante – come recita il testo di quella celebre canzone di Elton John – “I’m still standing” o meglio “she’s still standing“. Sì Meredith Grey non solo è ancora in piedi, ma non vuole proprio saperne di morire e fa bene.
Perciò oggi volevo ripercorrere assieme a voi le tappe di questa storia infinita che vede come protagonisti proprio Meredith e la sua tremenda sfiga. Torniamo alle origini, torniamo alle prime stagioni di Grey’s Anatomy.
Vi ricordate quando nella seconda stagione ha letteralmente ficcato una mano per tenere una bomba all’interno del corpo di un paziente? Ecco, partiamo di qui. Quella volta un uomo è entrato al Pronto Soccorso con un bazooka inesploso nel petto e ovviamente Meredith ha inserito la mano nel suo corpo per mantenere la bomba al suo posto. Per gran parte dei due episodi in cui questa storia è stata centrale, non ha fatto altro che rimanere ferma immobile per paura di detonare la bomba e trasformare tutti in poltiglia rosa. Dopo aver messo in salvo quanta più gente possibile tra quella presente in ospedale, il dottor Burke ha esteso la ferita per far si che Meredith potesse tirare fuori la bomba e darla a Dylan della squadra degli artificieri.
Dylan è riuscito a percorrere solo qualche passo nel corridoio prima che la bomba esplodesse e facesse letteralmente volare via Meredith che – straordinariamente – è sopravvissuta… lo stesso non si può dire di Dylan. Chiunque altro sarebbe morto abbrustolito in quella situazione, ma non lei, lei è la sopravvissuta più resistente delle serie tv e ce l’ha fatta.
Sopravvivere all’esplosione di una bomba è già un carico emotivo e psicologico importante, avrebbe – perciò – dovuto essere anche l’ultimo. Ma, come sappiamo bene non è andata così. No, perché chiaramente la Grey doveva a tutti i costi finire in altri incidenti e tragedie.
Infatti, nella terza stagione, Meredith, la nostra equilibrista costantemente in bilico tra la vita e la morte, si ritrova di nuovo faccia a faccia con la morte. Mi riferisco ovviamente a quando è quasi annegata dopo l’incidente del traghetto. Sì, perché mentre trattava le vittimi di un grande incidente, è stata spinta nella baia e finché Derek è riuscito a tirarla fuori dall’acqua, era ormai diventata di una spaventosa tonalità di blu, quasi simile a quella dei Puffi. All’ospedale i medici fanno fatica a farle aumentare la temperatura corporea e addirittura arrivano a farle il massaggio cardiaco visto che il suo cuore si rifiutava di battere. Nel suo stato incosciente e comatoso, Meredith si ritrova a confrontarsi con le persone morte prima di lei.
A quel punto, da valorosa principessa guerriera immortale forgiata dal fuoco di mille battaglie per la propria vita, decide di voler vivere e poco dopo, magicamente quasi, riprende conoscenza. Anche quando la sua temperatura corporea aumenta, è viene necessariamente sottoposta a un bypass cardiopolmonare e a diversi shock prima che il suo cuore riprenda a battere da solo.
E a questo punto ci si aspetta che gli sceneggiatori di Grey’s Anatomy abbiano smesso di provocarle traumi psicologici, ma soprattutto fisici, no? E invece no, no, perché nella sesta stagione arriva l’episodio della strage in ospedale. Sì, mi riferisco proprio a quella che vede protagonista il tanto odiato Gary Clark. L’uomo che ha perso completamente la testa a seguito della morte della moglie e che perciò ha deciso che l’avrebbe rivendicata dando sfogo alla sua furia omicida e sparando a destra e a manca al Seattle Grace. I suoi principali obiettivi erano Derek Shepherd, Richard Webber e Lexie Grey. Ma, in un tentativo di salvare la vita di Derek, Meredith si mette davanti a Gary Clark e lo implora di sparare e uccidere lei, provando a convincerlo che in questo modo avrebbe ottenuto vendetta nei confronti di tutti e tre i suoi obiettivi.
Per un momento, uno solo, sembra che il signor Clark abbia intenzione di spararle prima che Cristina (qui Sandra Oh parla dei problemi di salute legati alla popolarità di Grey’s Anatomy) gli urli che Meredith è incinta e l’uomo rimane a pensarci su abbastanza da permettere a Owen di provare a sorprenderlo e a fermarlo. Il tentativo va a buon fine perché permette alla nostra Highlander di uscire dalla situazione di pericolo, ma sfortunatamente, pochi minuti dopo, Meredith che aveva visto suo marito essere sparato davanti ai suoi occhi, subisce un aborto spontaneo e siccome di traumi non ne aveva vissuti abbastanza per quella puntata, qualcuno ha deciso che dovesse anche scoprire in quell’occasione di avere un utero ostile e che avrebbe dovuto smettere di prendere le pillole della fertilità perché rischiavano di farla diventare cieca.
Passa un po’ di tempo e arriviamo all’ottava stagione di Grey’s Anatomy, stagione nota a tutti i fan della serie per il tragico episodio del disastro aereo, disastro che si verifica proprio sul finale di stagione.
L’aereo su cui erano Meredith, Derek, Cristina, Lexie, Mark e Arizona per andare ad aiutare altri medici in un intervento nella città di Boise finisce per schiantarsi nei boschi. La prima a morire è Lexie, sorellastra di Meredith. Il fatto che qualcuno sia pure sopravvissuto a questo tragico incidente è già un miracolo in sé, ad essere sinceri. E, in un momento di lucidità e tremendo realismo di Cristina, il personaggio migliore che Grey’s Anatomy abbia mai partorito (qui la classifica dei 15 migliori personaggi della serie), esclama “non capisco perché tutto ciò continui a succedere!” riferito chiaramente all’ennesima tragedia che vede coinvolti i medici del Seattle Grace.
Poco dopo a morire è Mark, mentre Arizona perde una gamba e Derek l’uso di una mano. Le uniche quasi illese (quantomeno a livello fisico) sembrano essere Meredith che chiaramente tiene stretta la sua cintura di campionessa di sopravvivenza e Cristina. Insomma, anche ‘sta volta ce l’ha fatta. A questo punto chiunque sano di mente penserebbe che ne ha passate fin troppe e che forse è arrivato il momento di lasciare un po’ di tregua alla povera protagonista.
E invece no, cari amici amanti di Grey’s Anatomy, non è così. Non è così perché solo nella stagione successiva, la nona, ecco che alla povera Meredith ne succede un’altra. Durante una grande tempesta, l’ospedale subisce una perdita di corrente e i medici non possono fare affidamento nemmeno sui generatori perché non funzionano nemmeno quelli. Meredith incinta, guarda caso, cade dalle scale, entra in travaglio ed è costretta a subire un cesareo d’emergenza al buio. Siccome – come ci insegna la legge di Murphy – se qualcosa può andar storto, andrà storto, la ginecologa ha un’emergenza e deve andare via, perciò lascia a Shane lo specializzando il compito e la responsabilità di richiudere la Grey.
Nel farlo lui si rende conto che c’è un’emorragia e non proviene dall’utero. Meredith realizza che ha un’emorragia interna causata probabilmente dalla caduta. E mentre ha letteralmente il corpo aperto su un tavolo chirurgico, giuda Shane nell’operazione che le fermerà l’emorragia e la porterà a subire a una splenectomia prima di perdere conoscenza. Chiaramente questo non fa altro che confermarci che Meredith Grey è una grande, immortale e inarrestabile donna che non ha nessuna intenzione di morire.
Ovviamente, arrivati a questo punto uno potrebbe pensare che la protagonista di Grey’s Anatomy abbia finito di trovarsi in situazioni tra la vita e la morte. Eppure non è così. Siamo nella dodicesima stagione e indovinate chi viene attaccata da un paziente? Sì, proprio lei, proprio Meredith Grey. Mentre trattava un paziente dopo una crisi, viene aggredita e malamente picchiata dal paziente in questione preda di un episodio di rabbia dovuto a uno stato di incoscienza. Le ferite riportate l’hanno quasi uccisa, tra queste diverse fratture e dislocazioni in più parti del corpo così come una faccia completamente gonfia dalle botte e la perdita dell’udito.
Probabilmente di tutte le volte che la vita di Meredith è stata in pericolo, questa è stata tra le più difficili da guardare per via dell’immenso dolore fisico che provava, ma non solo. In fin dei conti il periodo di guarigione è stato lungo, è durato all’incirca sei settimane.
E, per finire, l’ultima volta che la nostra Highlander è sopravvissuta alla morte è stato quando nella diciassettesima stagione si è beccata il Covid. Poteva – dopo tutto ciò che ha subito nel corso di Grey’s Anatomy – non prendere il coronavirus? Ma certo che non poteva non prenderlo. Lei doveva farlo. E così, quando la storia della pandemia è entrata a far parte anche di questa serie, anche la nostra valorosa guerriera amazzone è crollata sotto il peso di questa malattia all’epoca ancora tanto sconosciuta quanto pericolosa che mi ha fatto sinceramente temere per la sua vita.
E, mentre Meredith lottava tra la vita e la morte, nonostante giacesse in un coma indotto, l’abbiamo vista muoversi e vivere in un’allucinazione probabilmente indotta dal coma in cui erano presenti anche Derek, Lexie, Mark, George, Miranda e anche Andrew DeLuca, suo ex fidanzato dell’epoca che – durante la sua convalescenza – è morto. Per fortuna, ancora una volta, la Grey è riuscita a sconfiggere la morte.
Che dire, dopo aver fatto un piccolo viaggio nel tempo e aver ripercorso assieme le numerose volte in cui Meredith Grey ha quasi rischiato di morire, possiamo tranquillamente affermare che questo personaggio è Grey’s Anatomy, è le sue fondamenta e, seppure ormai bisogna mettersi l’anima in pace e accettare l’idea che abbia lasciato i corridoi del Grey-Sloan Memorial per salpare verso nuovi orizzonti, pensare a questa serie senza di lei fa veramente male.