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Per quanto può ancora andare avanti Grey’s Anatomy?

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Quest’articolo contiene SPOILER sulle sedici stagioni di Grey’s Anatomy.

Grey’s Anatomy è una di quelle serie tv che portano a chiederti: “Ma va ancora avanti?“. Creato da Shonda Rhimes e andato in onda per la prima volta nel 2005 sulla ABC, lo show è stato recentemente rinnovato per una diciassettesima stagione, prevista per il prossimo anno.

Data la longevità della serie, non stupisce che Grey’s Anatomy sia entrata nella quotidianità di molti appassionati di serie tv e che abbia una fanbase estremamente ampia. Moltissimi la conoscono anche senza averla mai vista e ha avuto un tale impatto tra il pubblico da ispirare alcuni a intraprendere una carriera nell’ambito della medicina.

Diciassette stagioni sono davvero tante, forse anche troppe.

Ricordo ancora quando ho visto per la prima volta la pubblicità della prima stagione di Grey’s Anatomy passare alla televisione. Ammetto che all’epoca non me ne sono interessata, presa da puntate randomiche di Dawson’s Creek o Paso Adelante, ma anni più tardi anch’io ho avuto la mia fase Grey’s Anatomy, che da quel momento è diventata il mio appuntamento giornaliero con singhiozzi e lacrimoni.

Grey's Anatomy

Ok, sono una piagnucolona, perciò la forte emotività che caratterizza questo show, in grado di farti prendere a cuore le problematiche dei pazienti e le loro sorti oltre a quelle dei protagonisti, mi ha sempre colpito nel segno. Ma secondo TvTime guardo per la maggior parte serie tv drammatiche, perciò ormai ho imparato ad avere sempre i fazzoletti pronti.

Grey’s Anatomy ci ha accompagnati per anni, ma forse la sua autrice dovrebbe trovare il coraggio di mettere la parola fine alla sua storia.

Nel corso della decade e mezza di messa in onda, Grey’s Anatomy ha perso moltissimi dei suoi personaggi principali a causa di abbandoni da parte di membri del cast desiderosi di esplorare nuovi orizzonti, oppure a causa di tagli al budget. Se non fosse che uno dei pochi personaggi originali rimasti è la protagonista, si potrebbe quasi dire che lo show si sia trasformato in uno spin-off di se stesso.

L’abbandono di svariati membri del cast ha anche messo l’autrice nella posizione di dover scegliere come concludere gli archi narrativi dei personaggi da loro interpretati e come giustificare la loro sparizione dallo schermo.

A volte la Rhimes ha avuto delle idee azzeccatissime, come con il personaggio di Cristina Yang (Sandra Oh). Presentata fin dalla prima stagione come la più ambiziosa del gruppo e sempre pronta a mettere la carriera al primo posto, Cristina lascia il Grey-Sloan Memorial Hospital per accettare una prestigiosa offerta di lavoro in Svizzera.

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Più raffazzonata, invece, l’uscita di scena di Alex Karev (Justin Chambers): dopo dieci stagioni dalla separazione con l’ex moglie Izzie Stevens (Katherine Heigl), decide di abbandonare tutto per tornare con lei. Alex, infatti, dopo essersi rimesso in contatto con Izzie per aiutare Meredith a non perdere la licenza medica, scopre che la donna ha avuto due figli usando gli ovuli fecondati che avevano congelato durante la malattia di lei. Sicuramente scoprire di avere dei figli è una notizia scioccante, ma abbastanza da mollare tutto per stare con una donna che non vedi né senti da anni?

Un’altra questione spinosa riguarda la trama. È innegabile che Grey’s Anatomy abbia perso l’originalità che aveva in passato: gestire degli archi narrativi molto lunghi cercando di rendere i personaggi sempre interessanti, stimolandoli e continuando a tenere alto l’interesse dello spettatore non dev’essere semplice. E gli scivoloni sono sempre dietro l’angolo.

Nello show, ad esempio, sembrano essere ormai una costante gli episodi catastrofe, come quello della sparatoria nella sesta stagione o quello del blackout nella quindicesima, durante i quali spesso vengono messe a repentaglio le vite degli stessi protagonisti. In particolare, la protagonista principale, Meredith Grey (Ellen Pompeo), è praticamente un miracolo che sia ancora viva: è stata così tante volte sul punto di morire da far diventare l’espediente un po’ stantio.

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In Grey’s Anatomy, inoltre, hanno sempre avuto un ruolo primario le relazioni tra i personaggi, soprattutto quelle sentimentali, dalle scappatelle, alla costruzione di storie d’amore durature nel tempo. La lunga durata della serie, però, ha portato l’autrice a dover far separare alcune coppie ormai solide, come Callie e Arizona (duo amatissimo, tanto che girano voci su uno spin-off incentrato su di loro), per rimescolare le carte in tavola. A molte relazioni, invece, è stata inevitabilmente messa la parola fine a causa dell’abbandono di alcuni membri del cast.

Che tutto filasse liscio sarebbe stato poco realistico, ma è inevitabile pensare che molte scelte siano state condizionate dalla necessità di rimettere in gioco i personaggi per dare un po’ di brio alla storia.

Certo, Grey’s Anatomy vanta ancora moltissimi fan e per molti spettatori che ne hanno abbandonato la visione, delusi dalla piega che stava prendendo la storia, altrettanti hanno continuato ad appassionarsi. Forse, però, per il bene della storia stessa Shonda Rhimes dovrebbe pensare di tirarne le somme. E sembrerebbe sul punto di farlo, come ha recentemente dichiarato Giacomo Gianniotti (ve ne abbiamo parlato qui).

La conclusione dello show non lo porterebbe a una decadenza. Sicuramente i fan più affezionati si lancerebbero in numerosi rewatch, così come accade per altre grandi serie tv che hanno segnato moltissimi spettatori. E sarebbe sicuramente più bello rivedere una storia che abbiamo amato, coi suoi alti e bassi, ritrovando il suo giusto finale, anziché continuare a vedere un susseguirsi di episodi col timore di ritrovarci di fronte a una delusione.

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