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Grey’s Anatomy 13×11 – Io avrei qualcosa da ridire anche su questa puntata

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Disastri aerei, tempeste, attacchi terroristici, incidenti di ogni tipo, è successo di tutto, ma a Grey’s Anatomy mancava ancora una bella insurrezione civile in vecchio stile.

I chirurghi del Grey Sloan Memorial Hospital sono insorti! tutti contro quello che sembra essere un nemico comune: Eliza Minnick.

Da quando la dottoressa, o meglio, la consulente in “educazione chirurgica”, è arrivata a Seattle, come abbiamo visto nella recensione della nona puntata, gli equilibri all’interno dell’ospedale si sono un po’ alterati e non perchè nessuno credeva al fatto che il consulente di educazione chirurgica in realtà non fosse un lavoro vero e proprio, no … Ciò che ha fatto infuriare tutti i medici della struttura è stata l’idea di rivedere l’intero metodo di insegnamento messo su da Richard Webber, il quale, dopo una lunga riunione segreta, ha pensato bene di incitare il gruppo a far fronte comune contro il nuovo sistema voluto dal capo di chirurgia. Il piano, appoggiato da tutti all’unanimità, travasando le parole del dottor Webber, può essere riassunto in questo modo: non devono essere loro a cacciare via la dottoressa, ma deve essere lei a “desiderare di andare via”.

Tutto qui Richard? Avresti potuto dirmelo prima, così ti avrei risparmiato tutta la fatica! Bastava assumere Eliza Minnick come stagista e tutto si sarebbe risolto senza troppe complicazioni!

Di solito è così che funziona: uno stipendio da fame camuffato da rimborso spese, un programma di apprendimento e formazione basato sul sistemare la scrivania del capo e la predisposizione naturale ad addossare tutte le colpe alla nuova arrivata, che si sa “deve ancora imparare tutto”.  A queste condizioni vi sareste levati di torno quella saputella in un batter d’occhio, e tutto in Grey’s Anatomy sarebbe tornato alla normalità: morti precoci, gente sotto shock e qualche disgrazia di routine, niente di più e niente di meno.

E tanto per restare in tema di traumi, anche questa puntata di Grey’s Anatomy ci ha regalato la nostra dose di incidenti settimanali, ma prima di passare al racconto dettagliato fatemi dire una cosa:

il tassista in videoconferenza con la dottoressa Robbins, che trasmette in diretta le immagini della donna in travaglio sulla sua macchina, credo che sia una delle scene più trash mai viste! Davvero.

Ma poi, tra gli autori di Grey’s Anatomy, nessuno ha mai sentito parlare di incidenti stradali causati dalla distrazione del conducente? Una videochiamata durante la guida non è esattamente quello che i manuali definiscono “un atteggiamento responsabile al volante”, no? E infatti quello che accade dopo non fa altro che confermare questa mia ipotesi: l’uomo e la donna sul taxi, inevitabilmente aggiungerei, hanno un incidente.

Al Grey Sloan Memorial Hospital, inoltre (tanto per non farsi mancare niente), arriva anche un ragazzo col viso praticamente tagliato in due parti. Ora, io non voglio saltare a conclusioni affrettate, ma dico solo che se Harvey Due Facce avesse avuto come medico curante Jackson Avery, probabilmente, oggi Batman avrebbe un nemico in meno con cui dover fare i conti e Gotham City sarebbe un tantino più sicura.

In ospedale tutti i dottori sono concentrati principalmente su questi due casi, tranne Owen e Meredith, impegnati entrambi rispettivamente nella ricerca di Amelia e Alex. Ed anche qui, mi dispiace, ho qualcosa da ridire, in quanto posso accettare lo spaesamento di Owen, perchè ci sta che un marito non abbia idea di dove possa essere la moglie dopo aver avuto un’accesa discussione con quest’ultima. Ma Meredith, primario di chirurgia generale, mente brillante di Seattle, come fai a non capire che bastava fare una chiamata all’avvocato della difesa, per avere notizie sull’esito del processo di Karev, invece di girare a vuoto tutte le prigioni di ben quattro contee diverse? Una chiamata, solo una e al massimo ci sarebbe andato di mezzo il costo del gestore telefonico e niente di più!

Il bello, però in questo episodio di Grey’s Anatomy arriva proprio alla fine, quando si scopre che, in realtà, Alex non si è mosso dal letto tutto il giorno!

Adesso inizio a capire l’importanza della frase “mandami almeno un messaggio per farmi sapere come stai”. Mamma, se stai leggendo, hai ragione: a volte basta solo un messaggio!

E a proposito di finali, questa settimana Grey’s Anatomy si chiude con una vera a propria dichiarazione di guerra che vede schierati da una parte la dottoressa Bailey, in difesa della Middick, e dall’altra l’intera squadra degli strutturati, intenti a difendere senza esclusioni di colpi il posto di Richard Webber.

Se ve lo state chiedendo, io non ho idea di come questa storia possa andare a finire, ma qualcuno morirà anche stavolta (e noi qualche spoiler ce l’abbiamo), ne sono certa.

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