Eccoci qui: Grey’s Anatomy , tredicesima stagione, episodio 5, verso l’infinito e oltre.
Diciamoci la verità, che la storyline di questa serie fosse sfuggita di mano agli autori noi fan l’avevamo già capito da un pezzo. E questa quinta puntata, che si candida ad essere una delle più noiose della storia di Grey’s Anatomy , lo dimostra senza eccezioni.
Parlare stavolta di Grey’s Anatomy sarà difficile, proprio perché argomentare sul nulla può dimostrarsi essere più complicato di quanto si possa immaginare ma, anche se i fan del Grande Fratello potrebbero non essere d’accordo su quest’ultima affermazione, io ci provo lo stesso.
ATTENZIONE! Questo articolo può contenere spoiler per chi non è a passo con la programmazione americana o non ha ancora visto la 13×05 di Grey’s Anatomy.
Cominciamo …
Dopo un breve siparietto sulle manie di grandezza dei dottori, si passa subito a quello che secondo me è il genio indiscusso di questa puntata: Amelia Shepherd, signori e signore!
Perchè? Ve lo spiego subito!
Pensi di essere incinta e la prima cosa che fai qual è? Dirlo a tutti tranne che a tuo marito! Ovvio, non fa una piega!
Complimenti Amelia, oltre che un genio della neurochirurgia sei anche brava col ragionamento logico – deduttivo, brava! Io comunque se fossi in te, alla prossima riunione degli alcolisti anonimi eviterei di tirare fuori questa storia, giusto per non dare l’impressione di essere un tantino inaffidabile e emotivamente instabile.
Ma, se è vero che Dio li fa e poi li accoppia, allora è anche vero che Owen Hunt non poteva essere marito migliore per la nostra dottoressa Shepherd.
Hunt, infatti, in questo episodio, decide che è arrivato per lui il momento di giocare a fare il papà. E lo fa come? Passando la giornata con la piccola Harriet, la baby Avery, ignorando il fatto che giocare con le bambole di pezza è molto diverso dall’avere a che fare con una bambina in carne d’ossa.
Giusto … Il padre una cosa ti aveva detto di fare, e cioè portarla al nido! E invece tu che fai? La fai frignare tutto il giorno solo perché vuoi capire come mai ti riesce così difficile far stare zitta una neonata. Per questo motivo, manco fossi Mary Poppins in piena crisi esistenziale, passi la giornata chiedendo a tutti, tranne che al personale del nido pagato e qualificato per fare questo, come fare per far calmare la bimba.
Bravo … complimenti!
Ai fan di Grey’s Anatomy quelli con la lacrima facile sarà sembrata addirittura tenera e dolce questa sua premura e pazienza … sapete io invece come la chiamo? Sottrazione di minore! Ecco come la chiamo.
E vi ho risparmiato pure la scena penosa del cambio pannolino con Riggs, perché in fondo non avete fatto niente di male per meritarvela.
Che poi io mi chiedo, ma lavorare no? Ma ti pagano per star tutto il giorno a non far niente aggirandoti per i corridoi come uno scansafatiche degli uffici comunali? E noi a lamentarci dei furbi del cartellino in Italia quando in America hanno Owen Hunt che si approfitta del sistema sanitario nazionale come se nulla fosse!
Peggio di chi ha battuto la fiacca, poi, il Dream Team (o almeno quello che ne è rimasto) che, invece di salvare il mondo come da consuetudine, ha giocato a ruba mazzetto tutto il giorno, con l’unica eccezione di avere un fegato al posto delle carte.
Questa puntata di Grey’s Anatomy mi ha lasciato spaesata come l’espressione della Wilson, la donna che ha più scheletri nell’armadio di quanto Carrie Bradshaw scarpe.
Non è facile capire cosa la mono espressione di Jo Wilson voglia suggerire allo spettatore ma, sulla base di quello che abbiamo visto alla fine, direi che, se è vero che tra lei e Alex non ci sono segni di ripresa, è anche vero che con De Luca qualcosa di nuovo sta per nascere. Che sia solo amicizia? E chi lo può dire!
Quello che possiamo dire con certezza di Grey’s Anatomy è che più in questa serie due dicono di essere amici più si alzano le probabilità di vederli a letto insieme. Matematico.
Ma quanto puntate soporifere come questa dobbiamo ancora vedere prima di scoprirlo?
Io comincio a rimpiangere le stragi di massa.