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Grey’s Anatomy rivisita il significato di essere genitori

Grey's Anatomy
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SPOILER ALERT! NON LEGGETE OLTRE SE NON AVETE VISTO O NON VOLETE SAPERE NIENTE DELL’EPISODIO 13X16, “WHO IS HE (AND WHAT IS HE FOR YOU?)” DI GREY’S ANATOMY

Nello scorso episodio di Grey’s Anatomy abbiamo visto una serie di schieramenti, litigi, guerre personali dei medici del Grey Sloan, che scelgono una fazione con cui stare, che decidono di restare neutrali, o che semplicemente si arrabbiano con il proprio ex marito. In questa puntata non si vedrà niente di tutto questo, tranne la parte di arrabbiarsi con il proprio ex marito.

Grey’s Anatomy questa settimana si apre con Avery che, in macchina con la madre, si lascia trasportare fino all’aeroporto, fino al “suo” aereo privato. “Suo” tra virgolette perché ha sopra il suo nome, ma lui non lo percepisce come sua proprietà, né si vanta del suo stato sociale con le persone, cosa che sembra un po’ infastidire April, che probabilmente avrebbe voluto un po’ brillare di gloria riflessa (ma se così fosse l’avrebbe anche accusato di abbagliarla e mettere tutti i suoi traguardi in secondo piano.. per fortuna non è successo).

Jackson si sta imbarcando in un viaggio per il Montana con la dottoressa Grey, ma Meredith si deve far sostituire perché Zola è ammalata. Chiaramente per rendere il viaggio più movimentato è stata scelta April per accompagnarlo ed aiutarlo nel delicato trapianto di gola che dovrà eseguire su una bambina. Giunti all’ospedale, anch’esso scintillante del suo cognome all’entrata, Jackson scopre che il padre del bambino donatore non è stato informato della mancanza totale di speranze, a causa di un medico, a quanto pare, incompetente. Inoltre questa esitazione causa la perdita dell’organo compatibile.

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Jackson però non partecipa alla discussione della notizia con la famiglia della ricevente, perché è in un pub ad ubriacarsi, mentre fissa intensamente il barista che è ovviamente suo padre: Shonda l’ha voluto rendere proprio palese sin dal primo sguardo, oppure siamo noi addicted che ormai abbiamo l’occhio per queste cose. In ogni caso April arriva tutta arrabbiata al bar, come ogni momento in cui entra nell’inquadratura finora, e per un po’ di altre scene,  dopo averlo cercato ovunque, e lo trova con una serie di boccali vuoti davanti. Questo padre/barista non è molto bravo a fare il suo lavoro se non passa nemmeno a tirar su i vuoti, ci credo che si è ritirato dalla chirurgia.

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In ogni caso Jackson argomenta bene il suo non rispondere, nonostante il suo tasso alcolico, e lascia lì April e il padre che non è riuscito a riconoscerlo. April però viene coinvolta in una conversazione con l’uomo e a seguito delle presentazioni scopre chi è.

Come prevedibile questo porta ad una serie di litigi, mentre cercano una nuova cura per la bambina, subito dopo aver videochiamato la figlia (evidente qui il cambiamento dal ruolo di genitori, tutti coccolosi e sorridenti, al ruolo di ex, che tendenzialmente li porta a scannarsi), fino alle classiche discordanze compiute davanti ai pazienti.

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Sin qui è evidente come questa puntata ci voglia parlare dell’essere genitori: da Avery che si mette in relazione con le famiglie dei pazienti raccontando come lui capisce essendo un padre, passando per il padre single che rifiuta di donare gli organi del figlio, mostrando la variante madri lesbiche che non reagiscono in maniera diversa dalle altre famiglie che ci mostrano in Grey’s Anatomy da anni, fino al padre perduto di Avery e, indirettamente, al rapporto dei due ex con la madre di lui.

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April però convince Jackson ad andare a parlare con Robert Avery, in modo di dirgli quello che sente di dovergli dire da tempo, ma quando va rimane spiazzato dalla reazione di lui, così gentile, così senza senso di colpa per non averlo mai conosciuto, così spontaneamente pronto a sapere tutto come se potesse recuperare tutta una vita di mancanza. Non sopportando tutto ciò, Jackson se ne va.

Il giorno dopo discute con April delle opzioni per la bambina con il tumore e la loro complicità davanti al problema è notevole. Riescono ad affrontare entrambe le questioni (la paziente ed il padre) contemporaneamente: tanto che, per un modo di dire, una sorta di “cuore in gola” per noi italiani, gli viene un’idea assurda, fuori dagli schemi ma sopratutto fattibile.

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Propone di prelevare dalla paziente un pezzo di stomaco e sostituirlo al pezzo che avrebbero dovuto trapiantarle in gola, così lei diviene la donatrice di sé stessa e può sopravvivere e avere indietro la voce.

Incredibile! Avery sfrutta stranamente il suo nome per darsi da solo l’approvazione, coinvolge il dottore dell’ospedale a partecipare promettendogli gloria e, insieme a April riescono a salvare la bambina, in un’impresa mai tentata prima, e pure a ridarle la voce. Nell’entusiasmo che segue le fatidiche ore, i due ex finiscono a letto insieme, per iniziativa di lui. Vedremo se la cosa durerà anche al ritorno a casa.

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Al risveglio lei lo convince, di nuovo, ad andare a dire tutto al padre, almeno per aver un senso di chiusura, o comunque nessun rimpianto, perché lei sa com’è un buon padre, perché Jackson lo è per la loro piccola, quindi lui non si deve preoccupare. È evidente che le ha dato ascolto, perché tornato a bar non si preoccupa per nulla di parlare sinceramente alla persona che non considera nemmeno un padre, tanto meno un nonno: una persona che è mancata per tutta la sua vita e che non ha intenzione di far entrare ora.

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E se ne va, una volta per tutte.

Allo stesso tempo questo lo porta a riflettere maggiormente sul rapporto e sui conflitti che ha ultimamente con la madre. Ma lei alla fine gli è sempre stata vicina, quindi decide di perdonarla, e di ringraziarla.

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Alla prossima settimana, per riprendere il Grey Sloan dove lo abbiamo lasciato la scorsa puntata.

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