Il modo di affrontare le sfide della vita
Il secondo punto è strettamente legato al primo: come hanno affrontano le ripetute tragedie Sansa e Meredith? In due maniere apparentemente diverse.
Sansa, la maggior parte delle volte, non ha fatto altro che piangersi addosso, letteralmente. Non ci stupisce che nelle prime stagioni fosse considerata uno dei personaggi più idioti. Continuava a giurare fedeltà e amore al re, nonostante gli abomini che ha compiuto sulla sua famiglia e le torture fisiche e psicologiche che è stata costretta a subire. Ammettiamolo, abbiamo detestato veder frignare Sansa di fronte alle mille sciagure della sua esistenza (che potrete rileggere in un articolo cliccando qui).
L’abbiamo più volte accusata di una certa passività dinanzi agli eventi infausti di Game of Thrones, basti pensare invece a come reagì Arya. Ma possiamo davvero additarla e scagliarle queste accuse? Riflettiamo bene.
Quando iniziano a essere narrati gli eventi che poi l’hanno portata ad Approdo del Re, la rossa di casa Stark è solo una bambina. Non facciamoci ingannare dalle sembianze molto femminili e dalla bellezza statuaria di Sophie Turner, che ce l’hanno fatta sempre apparire come una donna. Sansa è un’adolescente, a cui non è mai stato insegnato come difendersi. Privata dei genitori, dei fratelli e di ogni forma di protezione è normale che fosse in balia degli eventi. O che finisse per fidarsi delle persone più sbagliate, come Ditocorto. Non appare assurdo che piangendo, disperandosi e fingendo fedeltà imperitura nei confronti di Joffrey abbia così cercato di tenersi a galla e di sopravvivere.
Cosa avrebbe potuto fare di diverso? Nulla o comunque relativamente poco.