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I Cesaroni si perdono per Roma e finiscono in una puntata di Spartacus 

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Cosa succederebbe se anche i Cesaroni avessero a che fare con il salto temporale visto in Non ci resta che piangere? Nel film con Troisi e Benigni i due protagonisti si ritrovano nel 1492, nel contesto rinascimentale e nei giorni precedenti alla scoperta dell’America. I due comici avranno a che fare con un contesto completamente differente da quello abituale e gli sforzi per tornare a casa saranno molti. In questo caso i Cesaroni si perdono e finiscono in una puntata di Spartacus. Ma andiamo con ordine. 

Cesare, Ezio e Giulio stanno consumando la solita colazione al bar di famiglia quando, il meccanico chiede ai due fratelli di accompagnarlo in zona Selva Candida a ritirare dei pezzi di ricambio. Cesare rifiuta di getto, ma Giulio lo riprende: ‘Mamma mia a Ce’, stamo a fa un favore a n’amico‘. Dopo mezz’ora di tira e molla, Cesare si convince e i tre si avviano verso zona Nord-Ovest della Capitale. Ma non sarà un viaggio di piacere. Durante il tragitto, a pochi km dalla destinazione, un rumore non troppo lontano cattura l’attenzione del trio. È il rombo di una Ferrari 599, con a bordo, apparentemente, una persona molto, molto apprezzata in casa Cesaroni: Francesco Totti.

Anvedi chi ce sta, Er Capitano! Francescoooo core De Roma, vie’ qua *suono compulsivo del clacson*

Cesare, sempre restio al pericolo, tenta in tutti i modi di convincerli a restare sulla retta via, ma Giulio e Ezio sono ormai convinti a inseguire il calciatore della Roma con il loro Pandino: ‘Chi me lo ha fatto fare’, avrebbero pensato con il passare dei giorni. Ovviamente, nemmeno la Panda col motore modificato del Masetti può sostenere il passo di una Ferrari e ben presto l’inseguimento sfuma. Di più: il trio non sa dove cavolo siano finiti. Si avvicinano ad un albero stanco e spoglio quando tutto ad un tratto cadono in una buca posta tra le radici dell’altissima quercia. Cesare sta per urlare ‘ve lo avevo detto io di restare al bar’, ma presto si è reso conto di essere in un’altra vita, in un’altra storia. È sempre Roma, la bellissima Roma, ma ora è sfumata come in un film in bianco e nero, con le strade piene di carri e animali da corsa. Dove erano finiti?

I Cesaroni e un viaggio pieno di insidie

Giulio, Ezio e Cesare (640X360)

Ci sono uomini che minacciano altri uomini e lance pronte per spiccare il volo, verso il cuore dei nemici. I Cesaroni, rassegnati e impauriti di fronte a questo scherzo del destino, si nascondono in una bettola abbandonata e inondata di fieno per cavalli. Il luogo non è esattamente dei migliori ma è comunque un buon nascondiglio. Mentre cercano di trovare una soluzione entra un gladiatore grosso come una casa che si rivolge ad un suo compagno per avvisarlo: la guerra civile sta per iniziare. Nel frattempo a Giulio viene in soccorso un’idea che, seppur azzardata, risulta piena di logica e coerenza: consiglia agli amici di trovare dei vestiti dell’epoca così da sembrare persone del posto e non nemici provenienti da regioni lontane e estranei alla repubblica. Trovano delle tuniche e, dopo averle indossate, imboccano la via dell’uscita con un viso scuro da sembrare cenere. Cesare voleva solo un piatto di carbonara da mangiare in un solo boccone. 

I Cesaroni sono finiti in un’epoca di scontri e lacerazioni, del tutto differente dalla Roma in cui ‘gli unici problemi’ erano legati all’amore tra Eva e Marco. Qui non c’è amore ma solo guerra e la grande arena è pronta per ospitare l’incontro tra Spartacus e Theokoles, un leggendario gladiatore di origine spartana. Mentre la folla acclama il trace, un membro della repubblica non riconosce i tre membri della famiglia Cesaroni e insospettito dall’uso del telefono di uno, si avvicina per avere chiarimenti e delucidazioni in merito. Dopo un’accesa discussione il Romano arriva ad una sentenza atroce: Cesare, Giulio e Ezio avrebbero dovuto sfidare Spartaco nell’arena dei gladiatori. Vengono bacchettati come eretici e nemici della patria per l’uso di uno strumento (il telefono) estraneo ai personaggi dell’epoca. Solo la vittoria di uno dei tre avrebbe permesso la fuga e la salvezza dei nostri amici. Ma i Cesaroni sono soltanto figli di un mondo diverso, che colpa hanno loro?

Intanto nella Roma odierna, Lucia, Marco ed Eva sono preoccupati per la scomparsa dei familiari. Tengono una riunione di famiglia per decidere cosa fare e soprattutto dove cercare Giulio, Cesare e Ezio. Marco quella mattina avrebbe un appuntamento con il suo manager per presentare finalmente il suo inedito al grande pubblico, ma sa che l’incolumità di suo padre e suo zio era decisamente più importante. Escono alla ricerca dei mitici tre e la sciarpa di Ezio vicino all’albero suscita qualche pensiero negativo: Dove sono finiti? Marco si avvicina all’albero e cade, di seguito anche Lucia ed Eva. Così anche loro si ritrovano nella vecchia regione, un posto in cui vedono all’improvviso tre uomini schiavi legati ad un palo. Alcune voci catturano la loro attenzione: l’arena é pronta, Giulio, Cesare ed Ezio stanno per combattere. 

La salvezza dei più piccoli

i cesaroni
Cesare Cesaroni(640×360)

C’è uno spettro di sgomento e un senso di sofferenza immenso. Come avrebbero potuto battere e vincere contro Spartaco? Soltanto un miracolo avrebbe potuto mettere fine a quell’incubo che stava durando ormai da troppo tempo. Il primo a scendere nell’arena è Cesare(proprio lui) e il suo volto esprime la totale tristezza della sua anima. Sta per morire e ne è consapevole.Quando viene dato il via libera per l’inizio dello scontro un boato gela il pubblico e gli stessi combattenti. Una luce chiara e fitta disturba la vista di tutti i personaggi e pochi minuti dopo Giulio, Cesare ed Ezio, insieme agli altri Cesaroni, si ritrovano nel bar. Al solito posto. I Cesaroni sono stati salvati da Rudi e Mimmo: i più piccoli della famiglia hanno chiuso il loop appena in tempo. I Cesaroni furoni salvati mentre nell’altra epoca Spartaco stava uccidendo il suo amico Varro, in un’esibizione in onore di Numerio Calavio, figlio del magistrato di Capua, Tito Calavio. Cesare finalmente mangia la sua carbonara e ora la Garbatella ha di nuovo profumo di salvezza. Profumo di casa.