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Ritorno al Futuro – Nick Miller viaggia indietro nel tempo e torna alla prima puntata di New Girl

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Capita a volte di chiedersi: quanto sarebbe bello tornare al punto di partenza? Ricominciare da capo, poter riavvolgere il nastro e rivivere un istante specifico? O ancora un periodo della nostra vita che ricordiamo con affetto, o con dolore, qualcosa di cui sogniamo di poter fare esperienza ancora una volta? Giocare con il tempo però, come decine di prodotti cinematografici insegnano, può avere anche delle spiacevoli conseguenze. Doc, Marty e soprattutto il povero Einstein lo sanno molto bene. Chi ancora non lo sa è Nick Miller, il nostro coinquilino preferito di New Girl, uno dei pochi personaggi delle serie tv a portare con sé una certezza: se gli si lascia carta bianca, il disastro è assicurato. E allora vediamo un po’, come in un bizzarro What If di Ritorno al Futuro, Nick Miller viaggia indietro nel tempo e torna alla prima puntata di New Girl. Perchè, come il cinema insegna, alla fine di ogni storia si torna sempre all’inizio.

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Nick Miller, New Girl (640×360)

Se pensate che nella foto appena sopra io stia sorridendo, vi sbagliate di grosso. Cosa sta succedendo? Un attimo prima mi trovavo a casa, bello comodo, circondato dai cuscini nel tentativo di buttare giù qualche idea per il mio prossimo libro (fidatevi, sarà un successo) e un attimo dopo mi ritrovo catapultato qui. Nel loft. Un attimo, ma che diavolo…? A meno che io non mi sia ubriacato pesantemente ieri sera, sono piuttosto sicuro di aver lasciato questo posto. Anni fa, ormai. Ci sono troppe cose che non tornano (non Schmidt, lui ha sempre la stessa faccia da scemo). Ma Jess? Perchè mi guarda come se non mi conoscesse? E soprattutto: dov’è Winston?

Fermate tutto, riavvolgiamo il nastro. Cerchiamo di ricostruire qualche informazione di base (le mie abilità da detective finalmente possono tornarmi utili): mi chiamo Nick Miller, e fin qua non ci piove. Sono anche piuttosto sicuro di essere ancora vivo, per quanto non ci stia capendo assolutamente nulla: stessa faccia, stessi occhi, stessa pancetta da birra. E allora cosa non sta funzionando? Aspettate un attimo, ho sentito una cosa che non può essere giusta. Jess ci sta chiedendo se potrebbe venire a vivere qui con noi. Ha appena lasciato il fidanzato di una vita, Spencer (quell’idiota), e ha la faccia di una a cui è caduto il mondo addosso. Per tutte le lattine di birra, ho capito: sono tornato indietro nel tempo. E ora? Ora ci si diverte.

New Girl (640×360)

Guardo Schmidt, e mi viene da sorridere: ne abbiamo passate di cose insieme. Davanti a lui non potrei mai ammetterlo, eppure in questo momento posso fare tutto quello che voglio: tirargli un pugno (grande soddisfazione), baciarlo, dirgli che gli voglio bene. Non sia mai, questo no. Il problema della nostra amicizia è che ormai Schmidt lo sa quanto tengo a lui; la mia maschera è caduta, e con lei tutti gli sforzi costruiti nel corso degli anni per fare finta che nulla mi toccasse. E’ un po’ triste, se ci pensate: ho sempre avuto il migliore amico di una vita davanti agli occhi e per troppo tempo l’ho dato per scontato. Forse continuo a farlo, non lo so. Jess (la mia Jess, non questa sconosciuta che ho davanti) dice che è fin troppo facile guardarmi dentro, che penso di essere un genio nel prendere in giro il mondo e non mi rendo conto che è il mondo a prendersi gioco di me. Sono un libro aperto, quasi quanto quelli che scrivo. Che tristezza.

Coach, d’altro canto, sembra il meno entusiasta. Ancora non sa che non ha nulla da temere, che presto dovrà lasciarci e che passeranno quelli che sembreranno secoli prima di rivederci. Per certi versi lo capisco: Jess parla a voce troppo alta, diamine. Mi ero dimenticato quanto potesse diventare un fuoco d’artificio, senza freni e senza controllo. A Coach piace il silenzio, l’abitudine e soprattutto il suo comodo regno maschile. Quanto mi viene da ridere, non ne avete idea: non sa cosa lo aspetta. Ancora non conosce la capacità di Jess di mettere radici, anche dove non vorresti.

New Girl (640×360)

Ecco, è arrivata anche Cece. Non apprezzo che Schmidt abbia deciso di togliersi improvvisamente la maglietta, ma posso passarci sopra: è tutto per uno scopo più grande. Potesse vederli Ruth, in questo momento probabilmente si metterebbe a strillare. Ebbene sì, tesoro: quelli sono proprio la tua mamma e il tuo papà. Manca anche Winston, e si sente. Quel pazzo, insopportabile e dal cuore gigante. Ancora non so cosa ci faccia insieme a noi, ma ringrazio il cielo ogni giorno. Lui non dovrà mai saperlo, sia chiaro: si metterebbe a piangere.

E Jess? Jess, Jess, Jess. Quanti ostacoli, svolte improvvise, cambi di rotta per ritrovarci qui, l’uno davanti all’altra, dove tutto è cominciato. Aveva ragione Schmidt, ha sempre avuto ragione fin dall’inizio: non importa quanto fossimo compatibili, io mi sono innamorato di te dal primo momento in cui sei entrata nel loft. Questo preciso istante è ciò che voglio ricordare, questo secondo scritto nella storia. Non piangere, Jess: oggi è il giorno in cui la nostra vita comincia.

Ma ora basta con queste frasi melense: su con lo spirito, è tempo di festeggiare. E cosa c’è di meglio di una partita di True American, che ne dite? Datemi solo un secondo per spiegare le regole e possiamo dare inizio alla festa. 1, 2, 3, JFK! FDR!

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