ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER su Streghe.
Caro diario,
sono io, la cara vecchia Prue.
O meglio, una volta ero Prue Halliwell, ora sono solo un ricordo sbiadito dal tempo e dal dolore. Non so bene quando è stata l’ultima volta in cui ho sentito il bisogno di mettere per iscritto i miei pensieri, ma visto che ora qui dove mi trovo ho molto tempo per volare con la mente, mi è sembrato giusto dare forma a sentimenti che non accennano ad abbandonarmi.
Non avrei mai voluto lasciare le mie sorelle, ma l’Angelo della Morte me lo aveva detto. Sapevo che prima o poi sarebbe venuto il mio momento, eppure non ero pronta ad affrontarlo, né a vedere Piper e Phoebe fare i conti con questo da sole. Anche se poi, sole, non lo sono mai state.
Quanto avrei dato per vivere ancora, per immortalare ogni angolo di San Francisco nei miei rullini e chiudere i cattivi pensieri nella camera oscura insieme alle foto da sviluppare, portando con me tutte quelle immagini a cui sono tanto affezionata. Sono stata così tante persone nel corso degli anni che avevo dimenticato cosa si provasse a essere se stesse per davvero. Sono stata una figlia, una sorella, una nipote, una fidanzata. Perfino una madre quando le mie sorelle ne avevano bisogno. Ma quand’è che sono stata veramente Prue Halliwell? Forse solo poco prima di smettere di essere.
Aver scoperto che per noi essere Halliwell volesse dire essere streghe mi ha dato più di quanto avrei mai osato immaginare.
Ho avuto la forza di affrontare le mie paure, di trovare la mia strada, di lasciare Piper e Phoebe in un mondo in cui, ora so, c’è anche chi sa e può fare del bene. Ho dato così tanto affinché loro potessero crescere e cavarsela da sole, che non mi sono accorta che quel momento era ormai arrivato. Non avevano più bisogno di una madre e il mio ruolo non era più indispensabile, anche se non lo avrebbero mai ammesso.
Sarebbe bello se gli Anziani mi concedessero due minuti per dire addio alle mie sorelle. Vorrei tanto parlare con Piper e pregarla di non essere arrabbiata con me, di non perdere fiducia nel mondo, perché non vale la pena chiudere il proprio cuore per la paura di soffrire. Vorrei che Phoebe sapesse quanto sono fiera di lei, della sua intelligenza, della forza e della determinazione che ha dimostrato ogni giorno seguendo il proprio istinto anche quando sembrava portare verso strade impossibili da percorrere.
Vorrei avere avuto l’opportunità di conoscere Paige, di ringraziarla per aver colmato un vuoto con cui molti non riescono a fare i conti e per aver alleviato il dolore delle persone a cui tengo di più al mondo. Mi piacerebbe poterle dire che, anche se non sono più lì e non l’ho mai vista, la amo come se la conoscessi da sempre, perché un legame fraterno è qualcosa che a volte non si può spiegare, e anch’io ho avuto per anni la sensazione che ci mancasse un pezzo per completare il puzzle. Vorrei parlare con lei anche per pochi secondi, abbracciarla e farle sapere che non è mai stata realmente sola, che le sono grata per essersi presa cura di Piper, Phoebe e dei miei bellissimi nipotini.
Quanto mi sarebbe piaciuto tenerli in braccio e cullarli alla melodia di una vecchia ninna nanna, o vederli crescere ed essere parte del loro futuro.
Ora invece sono qui, sospesa in un vuoto dolce ma immobile, immersa in un luogo di luce in cui alle ombre non è consentito l’ingresso. Eppure, il mio cuore non è leggero. Osservo ogni cosa da fuori e provo una profonda malinconia. Sono felice ogni volta che intravedo un sorriso sulle labbra delle mie sorelle, ogni istante in cui percepisco la loro gioia e questa mi invade il cuore. Al tempo stesso però sono immensamente triste, e la consapevolezza di non poter prendere parte a questi momenti mi logora dentro.
Sento la mancanza di tutto il tempo passato su una Terra che a volte sembra impossibile da salvaguardare. Sento la mancanza delle opportunità che non ho mai avuto, dei figli che avrei potuto amare ma che sono rimasti accoccolati nelle mie fantasie, senza possibilità di vedere la luce. Provo nostalgia per l’amore che ho potuto solo assaporare e che non ho mai avuto la possibilità di vivere a pieno. Andy mi ha lasciata prima che potessi tentare qualsiasi cosa per salvarlo, ha sacrificato se stesso per concedere a me e alle mie sorelle l’opportunità di vivere e continuare a salvare gli innocenti dal male.
Come Piper, anch’io sono stata furiosa con lui per molto. Mi aveva abbandonata, e insieme a lui si era dissolta ogni mia speranza di felicità. Sembra impensabile sopravvivere all’amore della tua vita, ma è qualcosa con cui devi necessariamente imparare a fare i conti. Ora lui è qui con me e parliamo così tanto. Avevo dimenticato il suono della sua voce, come fosse perdersi nella profondità dei suoi occhi.
Eppure, non è la stessa cosa. Qui siamo congelati in un amore potente ma sterile, eterno ma fine a se stesso. È bello, ma non è come lo avevo sognato.
Non voglio dilungarmi troppo, caro diario. Vorrei solo sapessi che scrivere queste parole mi sta aiutando a dare forme ai miei rancori, ai miei rimpianti, ma anche a quanto di bello c’è stato nella mia breve vita. Non dimenticherò mai la casa in cui sono cresciuta, le emozioni provate in ogni angolo di quel vecchio e prezioso edificio. Ogni formula, ogni creatura, ogni innocente a cui abbiamo salvato la vita mi porta a pensare che forse ho vissuto al massimo per tutto il tempo, e sono giunta alla conclusione che non scambierei ciò di cui ho fatto esperienza con nient’altro al mondo.
Continuerò a vegliare sulla mia famiglia, e quando ci sarà bisogno di me o del potere delle nostre antenate accorrerò senza esitare. Nulla potrà cancellare la tradizione delle Halliwell, e poiché so che le mie sorelle mi portano nel cuore ogni giorno (anche Paige) e hanno imparato a convivere con la mia assenza, mi sento in grado di combattere ancora una volta per trovare la pace che tanto desidero.
Ora capisco perché un adolescente abbia bisogno di tenere chiuse con un lucchetto le proprie emozioni. Dare modo alla propria anima di schiudersi sulla pagina bianca rende davvero vulnerabili ma alla fine, a volte, va bene così. Riconoscere le nostre fragilità ci permette di fare di tutte le insicurezze dei punti di forza, e ti ringrazio, caro diario, per avermi reso possibile tutto questo.
Ci risentiremo presto, è una promessa.
Tua in eterno, Prudence.