Cara Prue, è qui una tua fan che ti parla, una di quelle che ha cominciato ad amarti negli anni Novanta e non ha mai smesso. Lo so, siamo in tanti a presentarci in questo modo e stare ad ascoltarci tutti sarebbe un’impresa impossibile, ma potrai capire quanto per me che da più di vent’anni ti porto nel cuore – e da più o meno cinque in qualche modo anche addosso – scriverti sia diventato quasi un dovere. Quando ho visto la prima puntata di Streghe ero solo una bambina, e col senno di poi non capisco troppo bene le ragioni di mia madre che all’epoca ha pensato fosse saggio mettermi davanti a una serie piena zeppa di demoni e stregoni. Sempre col senno di poi, però, non posso fare altro che ringraziarla: senza saperlo mi ha permesso di entrare in un mondo – il tuo – dal quale non sono più uscita e che mi ha fatto compagnia in modo sempre diverso per tutte le fasi della mia vita.
Tra le protagoniste di Streghe sei sempre stata la mia preferita.
Sia chiaro, anche le tue sorelle occupano un posto speciale nella mia lista di personaggi seriali del cuore, ma quello verso di te è un sentimento diverso, più intenso, un misto tra l’affetto e l’ammirazione che solo una sorella maggiore può far provare. Forse perché in qualche modo mi ricordi anche un po’ la mia, di sorella. Fin dal primo episodio ti sei sempre presentata come la più dura del trio: Phoebe era quella sentimentale e ancora un po’ immatura, Piper quella diplomatica, destinata a fare da paciere tra voi due sempre così agli antipodi. Tu invece eri quella responsabile, la mamma delle tue sorelle, quella sempre disposta a farsi avanti per prima e con un senso di protezione paragonabile a quello di una leonessa per i suoi cuccioli.
Hai vissuto buona parte della tua vita sentendo sulle spalle la responsabilità di fare da guida alle tue sorelle, a coloro che sarebbero dovute crescere con te e che invece sono cresciute sotto la tua ala. Lo so, quando per qualche motivo una figura importante come uno dei genitori (o nel tuo caso entrambi) viene a mancare, nella vita dei figli avviene una vera e propria rivoluzione, non soltanto per il dolore causato dalla perdita di chi va via ma anche perché chi resta vede cambiare tutte le carte in tavola. E tu, cara Prue, sei diventata madre prima ancora di diventare adulta. Di punto in bianco è cambiato tutto e prima ancora di avere il tempo di rendertene conto stavi già vivendo una vita diversa, la vita dei grandi pur essendo ancora una bambina. E non ti sei più guardata indietro, complice forse la paura di soffrire voltandoti.
Anche nel momento in cui Phoebe – nel primo episodio della serie – ha letto la prima pagina del Libro delle Ombre conferendovi i poteri e rendendovi le streghe del Trio, tu hai preso in mano le redini della situazione aggiungendo un ulteriore tassello a un puzzle di doveri e responsabilità che a volte erano davvero tuoi, ma che altre volte ti sei sobbarcata perché fin troppo abituata al fatto che dovesse essere così. Tutto sommato, però, a vedere le tue sorelle pare che questo ruolo ti sia riuscito più che bene e sinceramente io, da semplice spettatrice di una serie che è anche la tua vita, mi sono sentita in parte coccolata e rassicurata dalla tua presenza, quasi come se tu fossi lì anche per me. Un gran bel risultato, a mio avviso.
Certo, tutto ciò ha avuto ripercussioni anche su di te.
Gli altri a volte sembrano non accorgersene e tu stessa in qualche occasione hai fatto fatica ad ammetterlo, ma il tuo ruolo non è stato facile e anche tu ne hai risentito. La morte di tua madre ti ha lasciato, oltre alla comprensibile paura dell’acqua, tante responsabilità, un vuoto difficile da colmare e quello sguardo triste che hai portato te troppo a lungo; l’abbandono di tuo padre invece ha cominciato ad alzare un muro tra te e i sentimenti che solo grazie alle tue sorelle e ad Andy sei riuscita pian piano ad abbattere. Per buona parte della tua vita hai avuto attorno a te una corazza quasi insuperabile e ammetto che io stessa avrei forse avuto anche un po’ paura di te, se ti avessi incontrata. Non perché sembrassi cattiva, piuttosto direi tanto – forse troppo – rigida, tutta doveri e responsabilità.
Ma paradossalmente scoprire di essere streghe e tornare a vivere sotto lo stesso tetto di Phoebe e Piper, pur alimentando in te il bisogno di essere protettiva, ti ha anche dato una spinta in più per diventare una donna diversa. Forse è stato proprio il fatto di renderti conto di essere così speciale a spingere fuori la voglia di normalità, di passare il tuo tempo libero con le persone a te care, di coltivare le tue passioni, di amare. Per la prima volta dopo praticamente una vita intera hai ceduto a te stessa e hai ripreso in mano la tua esistenza, lasciando un lavoro che non ti piaceva più per cominciare una nuova avventura con la fotografia, sciogliendoti nelle relazioni e aprendoti al mondo. Per queste cose ci vogliono una buona dose di costanza, tanta – tantissima – pazienza e la capacità di mettersi in discussione. Tu le hai avute tutte.
Solo una cosa, purtroppo, ti è mancata: il tempo.
Sarebbe stato bello se Tempus avesse fatto fare un altro giro al suo orologio consentendoti di cambiare il tuo destino, ma non è stato così. Sei morta, Prue, sei morta troppo presto. E non pensare che le tue sorelle abbiano trovato in Paige una nuova te, così come il suo arrivo non ti ha sostituita nei cuori di coloro che hanno guardato e continuano a guardare Streghe. Perché sì, una volta che ci sei dentro, da questa serie non esci neanche dopo venticinque anni. Paige è arrivata e si è fatta amare a modo suo, ma il tuo posto nei nostri cuori è esattamente quello che avevi prima, non sei arretrata di un millimetro, perché di personaggi e persone come te noi abbiamo proprio bisogno.
Prima ti ho detto che mi ricordi mia sorella, che come te per Phoebe e Piper è una delle poche persone in grado di farmi sentire per davvero che tutto andrà bene anche quando sembra andare peggio di male. La verità però è che mi ricordi un po’ anche me, con il tuo essere scostante proprio con le persone alle quali tieni di più e l’incapacità di dire loro parole all’apparenza semplici come “ti voglio bene”. Ma sappi che vederti superare questi blocchi nati solo dalla paura di soffrire è stato per me, e chissà per quante altre persone, uno stimolo a provare a superarli a mia volta. Non sempre ci riesco: sai fare le magie, non i miracoli. Ma provare è già un primo passo, no?
E quindi grazie Prue, grazie per essere stata uno specchio in cui guardarmi e un modello a cui puntare. Grazie per essere stata la donna coraggiosa che ogni giorno aspiro a essere. Grazie per aver dato vita insieme alle tue sorelle a un legame talmente bello e forte da farmi decidere di tatuare una Triscele sul mio collo, insieme alla mia di sorella che tanto ti somiglia. Ma soprattutto, grazie per avermi fatto credere in una magia che unisce e che rende, paradossalmente, più umani. È vero, ho provato tante volte da bambina a muovere gli oggetti con la sola forza della mente e non ci sono mai riuscita. Ma grazie anche solo per avermi spinta a provare.