Una lunga, lunghissima, sitcom come How I Met Your Mother ha una storia immane alle spalle, che si articola persino oltre i 208 episodi totali andati in onda tra il 2005 e il 2014. Con uno spin-off sequel già in trasmissione su Hulu, How I Met Your Father con Hilary Duff, il franchise della serie tv CBS sembra destinato a durare nel tempo ed espandersi in varie articolazioni, continuando ad alimentare il percorso avviato dal tormentato Ted Mosby e dai suoi celebri amici. Pur essendoci solitamente concentrati sul formato basato sulle peripezie che il protagonista ha dovuto affrontare alla rincorsa del fantomatico vero amore, che cosa accadrebbe se, per una volta, al centro ci fossero le conseguenze dei nostalgici e iconici racconti del buon vecchio Ted Mosby? Il narratore e protagonista di How I Met Your Mother ne ha riportate di tutti i colori, ripercorrendo gli anni gloriosi che hanno preceduto il matrimonio con l’amata Tracy. Spesso però, il gruppo di amici non ha fatto pienamente i conti con gli effetti prodotti dalle loro scorribande e avventure in giro per New York. E, soprattutto, nessuno ha mai veramente riflettuto su quanto il lunghissimo racconto di Ted abbia potuto impattare la percezione ed esistenza dei suoi due principali spettatori, Luke e Penny Mosby.
In How I Met Your Mother, Ted Mosby racconta i suoi trent’anni e le avversità formative che l’hanno condotto a importanti riflessioni sull’amore e alla ricerca costante della donna perfetta con cui costruire una famiglia. Con l’accattivante stile narrativo e le memorabili avventure dei protagonisti, spesso passa in secondo piano il ruolo di spettatore ricoperto da Penny e Luke, costretti a sorbirsi una storia decennale, che molte volte si perde in dettagli e vicende apparentemente sconnesse. Chissà cosa ne hanno veramente tratto. Chissà cosa hanno pensato delle scorribande giovanili paterne.
In fondo, Ted Mosby ne ha passate tantissime. E si è persino messo a nudo profondamente con i figli, raccontando gli ostacoli, i successi, le delusioni e le conquiste collezionate, esponendo francamente le proprie vulnerabilità. Dev’esser stata un’esperienza straniante per i due ascoltatori, molto più coinvolti direttamente nella narrazione rispetto a noi spettatori televisivi.
All’epoca del racconto, i due adolescenti avranno maturato le proprie opinioni, traendo probabilmente differenti spunti e messaggi dalle vicende narrate, come si evince dal finale di serie. Ed ecco che, in un sogno a metà strada con una possibile realtà, nel franchise di How I Met Your Mother subentra un nuovo spin-off sequel, che questa volta pone al centro proprio Luke e Penny Mosby: Tutte le amanti di papà. Una sitcom al momento fittizia, ma che potrebbe sbancare proprio come la serie tv originale da cui trae ispirazione.
E’ proprio dopo dieci anni dalla fine di How I Met Your Mother, con la dibattuta decisione di Ted Mosby (spinto proprio dai figli) di presentarsi sotto casa dell’amata Robin Scherbatsky con lo storico corno francese blu, che Tutte le amanti di papà prende vita.
Ora adulti e alla soglia dei trent’anni, Penny e Luke Mosby hanno finalmente conquistato l’indipendenza e l’età adulta, decidendo di trasferirsi insieme proprio nell’Upper West Side newyorkese, dove il padre ha vissuto le tante gloriose avventure narrate. Un po’ come un idealizzato lungo sacro di crescita ed emancipazione, la nuova generazione dei Mosby si è sempre promessa di vivere il brio paterno all’insegna delle avventure della Grande Mela e dell’iconico MacLaren’s Pub immaginato a lungo. Finalmente a New York, Luke e Penny affittano un polveroso ma irrazionalmente gigantesco appartamento da condividere con altri tre inquilini.
Alla ricerca dei tre con cui condividere la casa e le scorribande nella metropoli, i due nuovi protagonisti girano la città, e indicono persino colloqui, per individuare i coinquilini più compatibili.
Sin dal trasferimento e dai primi colloqui, è chiaro quanto Luke e Penny abbiano derivato parte delle proprie aspettative e personalità dai celebri racconti paterni, recepiti proprio negli anni cruciali dello sviluppo adolescente. I due fanno presto i conti con la scoperta dei fantomatici trent’anni ma, soprattutto, con gli insospettabili traumi celati, collezionati proprio attraverso l’immaginario costruito dalle fantasie e dalle avventure del grande Ted Mosby. Non devono essere da meno. E non possono nemmeno fare a meno di disvelare il bagagli inconsciamente ereditato proprio dal padre.
Dai racconti di Ted, Luke ha tratto l’impellente pressione sociale, costantemente percepita, per la ricerca del vero amore: è ansioso di conoscere l’anima gemella che possa consumarlo e con cui possa costruire una famiglia il prima possibile. Quasi raggiunti i trent’anni, è ancora single e questo status gli sta stretto, tormentato proprio dalla voglia di creare la sua realtà alla Mulino Bianco che Tracy e Ted avevano costruito (anche) per lui. Impacciato, impaziente e ambizioso, Luke è proprio un Ted Mosby.
Inevitabilmente agli opposti, a metà strada tra grillo parlante e alter ego di Luke, Penny Mosby ha derivato tutto il contrario dai racconti paterni. Apparentemente terrorizzata dalle avventure sentimentali di Ted, la giovane ha sviluppato un vero e proprio repulso per le relazioni stabili e di lunga durata. Penny non vuole impegnarsi, anzi, sembra aver ereditato proprio lo stile di vita in gioventù del celebre zio Barney Stinson. Quasi fosse una rivalsa nei confronti proprio delle storie del papà. Disillusa, cinica e risolutiva, Penny Mosby è quello a cui il karma e la razionalità darebbero forma per ripicca alla smielata visione dell’amore di Ted Mosby.
Un’infanzia felice e un’adolescenza travagliata, ma piena d’amore, per Penny e Luke è giunto il momento di mettersi alla prova.
Non ti preoccupare Luke, ti assicuro che sarà Leggen… non ti muovere …dario!
Penny
Fare i conti con le questioni in sospeso del passato, e con le inedite vicissitudini del presente da GenZ alle prese coi trent’anni, non sarà affatto facile. Ma con i giusti compagni di viaggio il divertimento e la solidarietà sono garantiti. Dopo un’accurata selezione, durata persino una settimana, i Mosby sembrano aver trovato i coinquilini perfetti. Sorprendentemente, solo dopo aver ultimato i traslochi, Penny e Luke si rendono conto di aver preso una decisione forse troppo affrettata. Scoprono ben presto un legame insolito con i tre nuovi inquilini. E’ stato un errore non controllarne i dati anagrafici e affidarsi solo a un inaffidabile sesto senso. La nuova inquilina, Ellie, porta il cognome dell’irresistibile Barney Stinson. Probabilmente, se ne sarebbero dovuti accorgere nel momento in cui, al colloquio, si è presentata in un professionalissimo completo e ha parlato solo di Star Wars. Oppure, quando ha introdotto sua cugina Sadie, anch’essa in lizza per il posto da coinquilina, con un fragoroso «La conosci Sadie?».
Le due nuove inquiline sembrano ricordare così tanto i due eroi dei racconti di Ted Mosby, hanno ereditato tutto dai padri Barney e James Stinson. A Ellie e Sadie, Penny e Luke hanno poi aggiunto, nel ruolo di terzo inquilino, il silenzioso ma eloquente Ranjit Jr., impegnato attivamente nel ruolo di Uber Driver nella grande città. E infatti, anch’esso, di lì a poco, si rivela essere incredibilmente legato al cluster di nuovi protagonisti di Tutte le amanti di papà: è il figlio minore di Ranjit, il fedele autista di Barney, sempre pronto a trasportare e consigliare gli storici personaggi di How I Met Your Mother.
Come se fosse, anche in questo caso, segno del destino, in un appartamento in cui il passato assume le sembianze di una nuova generazione di amici e inquilini, Luke, Penny, Ellie, Sadie e Ranjit Jr. sono chiamati a scrivere la loro nuova, eccentrica, storia.
E cosa accadrebbe se, nel loro percorso quotidiano, si imbattessero nelle vecchie amanti dei genitori? O, nei loro figli?