ATTENZIONE – Seguono SPOILER su The Boys.
Caro Diario,
sono io, Patriota.
Bada bene: Patriota, non John.
È Patriota il nome che troneggia su riviste e giornali, che manda in visibilio la rete, che passa incessantemente di bocca in bocca. È Patriota che oggi viene acclamato in un tripudio di urla e applausi.
Missioni sul campo e impegni diplomatici sono importanti, certo, ma ogni tanto bisogna deporre armi e contrattazioni e concedersi al pubblico. È uno dei tanti oneri che spettano agli eroi e non posso essere io, il più grande tra tutti gli eroi, a sottrarmici. Così, in ottemperanza ai miei doveri, ho dispensato selfie, autografi e strette di mano a uomini orgogliosi, donne ammirate e bambini adoranti. In molti mi hanno ringraziato per il discorso pronunciato al Festival del Credo. Ben detto, Patriota!, Bravo, Patriota!, Questo sì che è parlare, Patriota! Beccati questa, Madelyn. Altro che moderazione, altro che rispetto, altro che cautele. Alla gente serve qualcuno che abbia il coraggio di dire le cose come stanno. Le servono miti e riferimenti. Le serve sognare l’alba di un giorno migliore.
Io posso permetterglielo. Posso essere ciò di cui le persone hanno bisogno. Sono ciò di cui le persone hanno bisogno.
Sarebbe stato tutto perfetto, se non fosse stato per Maeve. Mi sono sforzato di ignorarla e godermi il momento, ma il suo malumore era infettivo, una di nube tossica che avvolgeva chiunque avesse attorno. Ho fatto del mio meglio per non esserne turbato, ma alla fine la sua faccia scura, i suoi occhi spenti e i suoi sorrisi di plastica hanno avuto la meglio. Quando una bambina con addosso un travestimento ispirato al suo la ha avvicinata, ho capito che stava pensando a lei: la bambina dell’aereo. La bambina che siamo stati costretti a sacrificare. Perché è di questo che si è tratto: un sacrificio. Un sacrificio atroce, terribile, ma necessario. Se non lo avessimo compiuto, chi avrebbe protetto l’America dalle minacce che ogni giorno è costretta ad affrontare? Chi le avrebbe garantito ordine e sicurezza? Chi avrebbe difeso le persone accorse a festeggiarci? Te lo dico io, Maeve, chi lo avrebbe fatto: nessuno. Se non ci fossimo noi, se non ci fossi io, nessuno farebbe da rimpiazzo. Nessuno ne sarebbe capace. Soprattutto, nessuno ne sarebbe all’altezza.
Volevi che tutto questo finisse, Maeve? Volevi che quella bambina avesse addosso un altro costume, che i suoi genitori non ti ergessero a modello da seguire, che la folla che ti ha osannata a gran voce ti riservasse insulti e sputi? Volevi il disprezzo al posto dell’approvazione, i calci invece degli abbracci, l’odio anziché l’amore? No, Maeve, fidati: non lo volevi. Non volevi dentro un vuoto riempito solo da una coperta che è sufficiente a coprirti ma non è abbastanza per scaldarti. Non volevi l’anonimato, l’abbandono, la solitudine. Non volevi niente di tutto questo e io ho fatto in modo che non lo avessi. Io ti ho salvata, Maeve, e se non sei abbastanza sveglia da capirlo allora sarò grato a me stesso per entrambi. Qual è il problema, Maeve, la voce del rimorso? La bambina a cui non riesci a smettere di pensare riposa in pace, la stessa pace che abbiamo il compito di assicurare a chi è ancora in vita. Non c’è tempo per piangere: bisogna vigilare, presidiare, combattere; bisogna agire. Presto lo faremo sotto l’egida di una maggior giurisdizione e sarà soltanto grazie al sottoscritto. Quindi, mia cara Maeve, fai stare zitta la tua maledetta coscienza.
Dovresti amarmi, Maeve, amarmi come fanno tutti gli altri. Dovresti farlo perché la decisione che ho preso ha fatto sì che restassi ciò che sei e non diventassi una qualunque.
È questo che sarebbe John: un uomo qualunque, senza infamia e senza lode, senza riflettori puntati addosso e mani pronte a battere in suo onore. È questo che sarebbe: un adulto che non sa più cosa farsene, della coperta di cui il bambino che è stato credeva di potersi accontentare.
È per questo che sono Patriota. È per questo che non sono John.
Riepilogando, caro diario, è stata davvero una meravigliosa giornata, e quelle che verranno potrebbero essere addirittura migliori. Le negoziazioni hanno subito una netta accelerata, dopo la disgrazia del velivolo di linea precipitato in mare. Presto i Sette faranno ufficialmente parte delle forze armate degli Stati Uniti d’America. Niente più gerarchie a cui sottostare né permessi da ottenere; saremo autorizzati ad andare là dove ci sarà bisogno di noi e a fare ciò per cui siamo nati: servire il paese. Sarà un onore e un privilegio e non vedo l’ora di poterlo abbracciare.
Ti terrò al corrente in merito all’esito della trattativa, caro diario. Tieni le pagine incrociate.