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Hanno ucciso l’uomo ragno 1×01/1×02 – Siamo noi, Sempre noi

Hanno Ucciso L'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883
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ATTENZIONE: l’articolo potrebbe contenere spoiler su Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×01/1×02, disponibile su Sky e NOW!

Nella recensione in anteprima ai primi due episodi, lo avevamo confessato: questa serie qui non l’avevamo vista arrivare. E invece è arrivata. Eccome se è arrivata. Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×01/1×02 si è presentata bene. Vivace, allegra, nostalgica, spassosa. Degli 883 conserva la freschezza delle loro canzoni, quei suoni che si arrampicano tra testi un po’ malinconici, un po’ testardi, sempre vivi. Sempre loro, sempre noi. Perché Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×01/1×02 parla di cose che sappiamo già. Di serate al bar, donne, motori, calcio, birra e musica. Di rock, rap e voglia d’America, del colpo di fortuna che non capita… o capita.
E noi qui tutti a fare il tifo. Perché gli 883 sono loro – Max e Mauro -, ma siamo anche noi. Sempre noi.

La storia della televisione italiana è piena di serie tv biografiche (ecco le migliori internazionali) che hanno provato a ricostruire le vite e le carriere di personaggi noti della nostra storia. Si è trattato, nella maggior parte dei casi, di figure monumentali, statue di marmo da non scalfire con un racconto troppo frivolo e scanzonato. Le serie tv biografiche italiane si sono prese sempre un po’ troppo sul serio. Ultimamente però il vento sembra essere cambiato. Già Speravo de morì prima ci aveva conquistato con il suo sorriso amaro, con il suo tono leggero e ironico. Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×01/1×02 sembra calcare la stessa strada della serie diretta da Luca Ribuoli.

Lucia Iuorio/Sky

Che poi è un rischio, perché raccontare personaggi famosi viventi non è un’operazione banale.

Le critiche sono sempre dietro l’angolo, il rischio di incappare in clamorosi scivoloni è alto. Ma Sydney Sibilia ha scelto di provare il brivido dell’azzardo e ci ha provato gusto. Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×01/1×02 ha lasciato addosso sensazioni più che positive. È soprattutto il tono con cui questa serie si racconta a catturare subito l’attenzione. Hanno Ucciso L’Uomo Ragno non si prende troppo sul serio, ma non è neppure un’opera scanzonata ed esclusivamente comica. Racconta la storia leggendaria degli 883, ma non bisogna essere per forza fan di Max Pezzali e Mauro Repetto per farsela piacere. Al contrario, sentiamo di poterci persino sbilanciare: nella malaugurata ipotesi in cui non abbiate idea di chi siano gli 883, non c’è problema.

Perché Hanno Ucciso L’Uomo Ragno potrebbe essere la storia di ciascuno di noi.

Hanno Ucciso L'Uomo Ragno 1x01/1x02 incontrano un dj famoso
Lucia Iuorio/Sky

Di quelli che hanno vissuto gli anni ’90, ma non solo. È la storia di due ragazzi normali – Massimo e Mauro – che, un po’ per caso e un po’ per fortuna, hanno trovato la strada per la celebrità. Si può guardare Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×01/1×02 senza essere necessariamente fan degli 883. Inoltrandoci nel cuore di questi primi due episodi, quasi quasi ci dimentichiamo che Max e Mauro sono gli stessi che hanno accompagnato la nostra giovinezza con le loro canzoni. I protagonisti della serie sono solo due ragazzi qualunque di Pavia, con la grande passione per la musica, in un’epoca in cui la Golf, con il volante MOMO era invincibile ed il subwoofer sembrava esplodere. Tempi da stivali da cowboy un po’ da Renegade.

In una città, Pavia, da cui la gente preferiva scappare. Un luogo apatico, abulico, privo di stimoli. Uno di quei posti in cui pensi che non possa nascere mai niente di buono. E invece, proprio a Pavia, Albert Einstein pensava alla teoria della relatività. Segato a scuola come un ripetente qualunque, avrebbe rivoluzionato il modo di pensare dell’umanità intera. Parecchi anni dopo, nella stessa noiosa città, sarebbe stato bocciato anche uno svogliato Massimo Pezzali, su cui forse nessuno avrebbe puntato una lira. Eppure, anche in questo caso, la storia avrebbe dato loro torto.

Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×01/1×02 prende le difese dei geni incompresi, di quelli che a scuola andavano male, di quelli a cui mancava giusto quel tanto per non consegnarsi alla mediocrità.

Hanno Ucciso L'Uomo Ragno 1x01/1x02, Max Pezzali e Mauro Repetto condividono i primi momenti insieme

I primi episodi ci riportano al principio di tutto, a quando Massimo era costretto a trascorrere l’estate in città, tra funerali, consegne di fiori e la musica come unica compagnia. Elia Nuzzolo risulta credibilissimo nella parte. Non solo perché ha più di una vaga somiglianza con Max Pezzali, ma perché interpreta bene il ruolo di un ragazzo perso tra i suoi sogni e la voglia di futuro. Accanto a lui, a completarlo ed accompagnarlo, c’è Matteo Oscar Giuggioli nei panni di Mauro Repetto, l’altra metà degli 883. Si incontrano per caso – o per destino? -, ma il loro fortuito incontro sui banchi di scuola cambierà la vita non solo di entrambi, ma anche di tutti noi che abbiamo goduto dei frutti della loro collaborazione.

Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×01/1×02 sembra essere una storia che profuma di nostalgia. Che consegna i suoi protagonisti – gli 883 – a una dimensione della memoria che appartiene anche ai gol di Schillaci a Italia ’90, ai Pink Floyd che suonano a Piazza San Marco, alla gente che cantava sulle macerie del Muro, in una Berlino risorta. Al Milan di van Basten campione d’Europa e al wrestling di Antonio Inoki. A noi che c’eravamo, che quegli anni li abbiamo vissuti e, mentre tutto ci scorreva accanto, facevam casino. Sempre noi, che del Web abbiamo visto l’alba, i nonni con la zappa, noi con il modem-56k.

Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×01/1×02 suona nelle orecchie come quel nastro del Walkman che ci dava l’energia e riavvolto con la penna risparmiava batteria.

È un battito che ci riporta indietro e ci restituisce un pezzettino dei nostri ricordi. Ma non ci lascia affogare nella malinconia dei tempi andati. Al contrario, ci deposita addosso una strana frizzantezza. Una spensieratezza allegra, la stessa delle ore passate a giocare con il Gameboy e il Tamagotchi, quando Milano era più vicina e c’era posto anche per noi anche se a guardarci si capiva, che proprio non c’entravamo. Questa serie, al primissimo sguardo, ci ha convinto così tanto che adesso subentra istantanea la paura. Sembra essere andata così bene che temiamo che le prossime puntate possano tradire le buone sensazioni di stasera. Aspettiamo speranzosi. E impazienti di goderci il prossimo capitolo.


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