ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04!!
Tutto va come deve andare. O perlomeno, così dicono. La leggendaria storia degli 883 ci dice che se tutti i pezzettini non si fossero perfettamente incastrati, al momento giusto e nel posto giusto, oggi non avremmo conosciuto alcune tra le migliori canzoni italiane dell’ultimo cinquantennio. Se Valentino Rossi avesse avuto un padre appassionato di escursionismo, oggi non avremmo avuto uno dei migliori piloti al mondo di motocicletta. Se Albert Einstein non fosse stato mandato a Pavia, chissà se avremmo avuto la teoria della relatività. E se Massimo Pezzali non fosse stato bocciato a scuola quando era un ragazzino, non avrebbe mai diviso il banco con Mauro Repetto e oggi, probabilmente, non esisterebbero gli 883. Dopo il grande exploit del debutto, Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04 (disponibile su Sky e NOW) è tornata a raccontarci lo strano percorso di Max e Mauro, dai banchi di scuola alla grande scena musicale.
Tutto va come deve andare, se il destino vuole così.
Gli incontri, le decisioni importanti, le apparizioni al momento giusto, persino i passi falsi e i fallimenti. Tutto va come deve andare, se così era scritto. Sydney Sibilia si diverte a portarci a spasso avanti e indietro nel tempo. In Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04 fissa dei traguardi temporali e poi li sorpassa, concentrando l’attenzione su altro. Perché così è la vita, una lunga corsa ostacoli dove non ti puoi ritirare, soltanto correre. Possibilmente con chi ti ama accanto a te. Per Max gli esami avevano il suono di una vocina nella testa che ripeteva ossessivamente quanto non fosse all’altezza. Quanto fosse fondamentalmente inadatto, fuori posto, sempre un passo indietro agli altri. L’esame oculistico, quello di guida, gli esami di Stato: l’essere appesi al giudizio di chi neppure ti conosce è annichilente. Provoca ansia, accelera sudorazione e battito cardiaco.
Non è l’esame in sé a generare panico. È piuttosto il giudizio che se ne può ricavare. Lo status sociale che ti appioppano, la categoria nella quale ti infilano di forza. Promosso o bocciato. Vincente o perdente. Genio o fallito. Adatto o negato. Produttivo o parassita. Valido o un buono a nulla. Ma può essere un singolo esame a consegnarci il lasciapassare per la società che conta? Una società di individui col Fifty nero che ridono del Peugeot che arranca in salita? In Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04 capiamo che la differenza tra ciò che è stato e ciò che sarebbe potuto essere è questione di attimi (cosa c’è di vero nella serie?). Di decisioni, di illuminazioni e di epifanie. Poi tutto va, come deve andare. O perlomeno, così dicono.
Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04 segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Mauro e Max stanno per entrare nel mondo dei grandi, il mondo vero, quello dove si fa a cazzotti per conquistarsi un centimetro e il Peugeot che fai i capricci viene sistematicamente sorpassato dal Fifty nero. Eppure Max Pezzali e Mauro Repetto ci entrano di traverso nel mondo degli adulti. Galleggiando agli esami di Stato, ma sbarcando in tv ancor prima di sostenere la maturità. Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04 ripercorre l’esordio televisivo degli 883, che a quel tempo erano ancora I Pop. Sulla tv nazionale, accanto a Lorenzo Jovanotti e Claudio Cecchetto. Cantavano in inglese, indossavano vestiti riciclati e raggiungevano Milano col Fiorino. Però erano esattamente dove dovevano essere, al centro del mondo. Inesperti, ingenui, sbandati e approssimativi, ma vivi. E fighi, un bel po’ fighi.
Non importa se Milano era ancora troppo grande, qui siamo al centro del mondo, ci siamo dentro anche noi. Dove succede tutto e puoi fare quello che vuoi.
E allora pazienza se la strada è ancora lunga e se sotto il sedere non c’è il Fifty nero: alla fine tutto va, come deve andare. Persino quel 41 all’esame di maturità che ti dice che sì, ce l’hai fatta e sei nel mondo degli adulti. Ma no, non sei abbastanza per accedere a quella fetta di società che è destinata ai concorsi pubblici. Che poi, ce li immaginiamo gli 883 a prendere polvere su una scrivania? Ce lo immaginiamo Mauro Repetto a timbrare il cartellino e ad avallare pratiche burocratiche fino alla noia? Ce lo immaginiamo Massimo Pezzali a guidare un’autoambulanza per tutta la vita, a prendere moglie, rincasare tardi, lamentarsi del costo delle bollette, litigare ai pranzi di famiglia? Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04 ci dice che la storia dei due ragazzi che diedero vita agli 883 sarebbe potuta essere una storia assolutamente ordinaria.
Se è divenuta straordinaria è per un fortuito intreccio di casualità, certo. Ma anche per l’ostinazione delle scelte. Per l’ardore e la passione con cui si è inseguito un sogno. Per il brivido del rischio, per la fiamma che brucia in petto, per il coraggio delle decisioni scomode. Perché nella vita, in fondo, tutto va come deve andare.
Con la fine della scuola se ne andò il tempo delle mele ed arrivò l’inferno delle pere. Il mondo degli adulti si era preso gli amici che non avrei più rivisto, quelli sbattuti là, scaraventati in pasto a una realtà che qualche anno dopo avrebbe già riscosso il suo tributo, da sola o con le quattro letterine magiche. Cisco in fabbrica, Repetto a fare l’animatore in un villaggio vacanze con ragazzi pieni di sogni arditi, che però non erano i suoi. E Silvia (Ludovica Barbarito, ecco chi è) sulle soglie del futuro, dove c’erano ad accoglierla quelli già sistemati in società, temuti e rispettati, che guardavano con schifo malcelato persone con cui avevano vissuto, perché ormai non era più il tempo di parlare con gente che era così inferiore e se la ridevano di un Peugeot in salita che non ce la fa.
Ma per fortuna Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04 ci mostra il momento esatto in cui si è accesa la scintilla. Perché è allora, esattamente allora, quando la vita iniziava ad imporre delle scelte, che Massimo Pezzali ha capito ciò che voleva essere. E, soprattutto, quello che non voleva essere.
È allora che al volo ho realizzato il rischio di passare la mia vita sopra un Peugeot che arranca in salita, mentre uno con il Fifty ti sorpassa, ride e va.
Come deve andare – 883
E allora dateglielo un Fifty nero a Max Pezzali. Anzi no, dategli una Harley Davidson Iron 883 e lasciatelo sfrecciare sulle strade in salita, tra gli ostacoli di percorso, a Pavia come centro del mondo. Fermo o in movimento. A tutta velocità o in modalità lenta. Perché Milano non era così distante e Cecchetto stava aspettando proprio loro, due ragazzi di Pavia allergici alla noia e pieni di cose da dire. Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04 ha condotto Max e Mauro esattamente lì, ai piedi di una strada che sale su, ripida e dissestata. La chiamano età della ragione, ci passano miliardi di persone. E ognuno spera di poterla fare tutta, di guardare giù quando arriveranno in vetta.
Non per forza intatti, senza lividi e senza graffi. Anche un po’ sfatti e consumati, anche arrancando come quel vecchissimo Peugeot, che non sarà un Fifty nero con la carrozzeria lucidata a dovere, ma quante strade ha battuto e quanti posti ha visto. Hanno Ucciso L’Uomo Ragno 1×03/1×04 continua a sorprenderci in positivo (non a caso è la serie Sky Original più vista degli ultimi otto anni). La leggerezza del tono e la frizzantezza della sceneggiatura ne fanno una serie tv che, come dicevamo la settimana scorsa, è piacevole da guardare anche per quelli che non sono fan degli 883. Sydney Sibilia sembra aver individuato la chiave giusta, toccando quelle corde che vibrano a contatto con pensieri malinconici e voglia di spensieratezza.
Siamo giunti già alla metà di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno e siamo abbastanza certi di poterci sbilanciare nel dire che, di serie tv biografiche come questa, in Italia se ne erano viste finora ben poche.
I personaggi, la colonna sonora, i dialoghi, il ritmo, l’umorismo e persino Pavia, si stanno rivelando le componenti ideali per uno show che vuole essere insieme spassoso, leggero e nostalgico. Per il momento, l’impasto preparato da Sydney Sibilia sembra aver ottenuto i suoi frutti. La pietanza è dolce e appagante e lascia un bel po’ di acquolina in bocca. Vedremo cosa ci riserverà la seconda parte di Hanno Ucciso L’Uomo Ragno. Tanto tutto va, come deve andare. O perlomeno, ce lo auguriamo.